GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Quasi una storia – Giovanni Quadrozzi

Benvenuti nel nostro blog, oggi abbiamo il piacere di intervistare l’autore del libro “Quasi una storia”, Giovanni Quadrozzi. Siamo sicuri che questa intervista sarà molto interessante e ci permetterà di conoscere meglio l’autore e il suo lavoro. Speriamo che vi piaccia e vi invitiamo a seguirci per scoprire di più su questo talentuoso scrittore.

Qual è il tema principale di questa raccolta?

Accanto ad alcuni momenti di soggettiva emozione, che attraversano la mia storia personale, e dai quali emergono figure che la memoria recupera con significativa intensità, il tema di questi versi è una testimonianza, che vuole comunicare, in modo semplice, pur mantenendo il profondo rapporto con l’emozione da cui essi scaturiscono.

Da dove trae ispirazione per le sue poesie?

Mi sono fatto guidare dalla ricerca di una poesia oggettiva, che, superando il frammentismo di una poesia crocianamente pura, fosse fatta di momenti e persone, osservate nella loro identità. Tali occasioni, anche se contingenti, sono veramente vissute e si sublimano nella poesia. La storia così liberata dall’ombra del quotidiano si solleva sul piano della necessità, grazie anche alla struttura. L’aspetto musicale del metro diviene infatti un sostegno al ritmo della parola; e anche se ogni poesia certamente ha un suo ritmo interno (la sua musica è infatti semantica), che è sempre presente, anche nella poesia più aritmica, qui, per mantenere un evidente aspetto narrativo si serve della più nobile struttura della nostra letteratura: il sonetto appunto.

C’è una poesia in questo libro che la rappresenta maggiormente? Perché?

La lirica, si sa, è la voce dell’io, che immediatamente individuale si fa universale, per cui non c’è in questa raccolta una poesia che mi rappresenti maggiormente, perché io sono in ognuna di esse: l’individualità è, infatti per questo, un termine plurale.

C’è un poeta che ha particolarmente influenzato il suo lavoro? In che modo?

Pur avendo sperimentato negli anni gran parte delle stagioni della storia letteraria, alla ricerca di una identità che mi giustificasse nel mio tempo, ho trovato solo delle affinità, e sempre fuori comunque dal surrealismo. Ho condotto, infine, una rilettura, diversamente motivata, della lirica classica e in essa ho riscoperto veridicità e un costante rapporto con la città quando l’uomo finalmente si è ripiegato in se stesso.

Come definirebbe il suo stile di scrittura?

Una volta indicata, chiaramente mi auguro, la mia fonte di ispirazione e lo stretto rapporto che mi sostiene con le autentiche emozioni che essa mi genera, non vorrei restringere ad una definizione il mio stile di scrittura. Se “ogni cosa è un evento”, così come ha scritto un grande poeta francese del nostro tempo, ogni evento ha il suo canto.

Concludiamo questa intervista ringraziando Giovanni Quadrozzi per il suo tempo e per aver condiviso con noi alcuni spunti interessanti sulla sua opera “Quasi una storia”. Speriamo che i nostri lettori abbiano trovato utile questo scambio di idee e che decideranno di leggere il libro di cui abbiamo parlato oggi.

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