GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: COME I MEDIA ITALIANI (NON) PARLANO DI VIOLENZA DI GENERE – Laura Montecchio

Oggi pariamo del saggio Come i Media Italiani (non) parlano di violenza di genere di Laura Montecchio pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.

Noi del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di poter intervistare l’autrice per conoscerla meglio e scoprire qualcosa in più sul suo saggio Come i media italiani (non) parlano di violenza di genere.

Riportiamo di seguito l’intervista a Laura Montecchio, buona lettura!

  • COSA SIGNIFICA PER LEI CREDIBILITA’ DA OFFRIRE AI LETTORI?

Per me credibilità da offrire ai lettori significa onestà intellettuale. Nei miei studi di giornalismo, la prima cosa che mi è stata insegnata è che qualsiasi scrittore con un pubblico, per quanto piccolo esso sia, ha l’obbligo morale di essere onesto e una fonte affidabile. Questo non vale solo per il giornalismo e i mass-media – con un libro pubblicato nella sezione saggistica, ritengo di dover seguire la stessa etica di verità ed esposizione dei fatti così da poter instaurare un rapporto di fiducia con i lettori. Uno dei grandi errori che uno scrittore possa fare è sottovalutare il proprio pubblico e pensare di sapere più di chi legge. Penso sia sbagliato: il lettore è dotato di spirito critico e se noi che ci esponiamo con la scrittura e chiediamo al lettore di investire soldi nel nostro progetto, quindi di credere in noi, dobbiamo essere onesti nel lavoro che presentiamo.

  • CHE RELAZIONE C’E’ SECONDO LEI TRA SCRITTURA E SOCIETA’?

Società e scrittura secondo me si riflettono a vicenda. La scrittura è figlia della società in cui viviamo, ma allo stesso tempo la società può trarre ispirazione e comprensione dalla scrittura. Per questo penso sia molto importante prestare attenzione al linguaggio che si usa – ed è anche il motivo per cui questo è il tema principale del mio libro! La lingua, come la cultura e la scrittura, è influenzata dall’ambiente che ci circonda e riflette un pensiero collettivo che dice molto della nostra storia e mentalità. Eppure le società, gli usi e costumi, cambiano nel tempo, si evolvono, e la lingua dovrebbe seguire lo stesso percorso – ma questo sembra sempre essere un passo più difficile degli altri. La scrittura ha come unico strumento il linguaggio e se vogliamo riflettere una società più inclusiva, accogliente, attenta e al passo con l’evoluzione naturale delle cose, dobbiamo anche imparare ad usare un linguaggio più appropriato. Allo stesso modo, è un cerchio che si ripete, la società potrà imparare da quello che la scrittura ha da offrire e imparare quindi ad evolversi, creando uno spazio più sicuro per le persone che lo vivono.

  • COSA SI ASPETTA DALL’INCONTRO CON I LETTORI?

Dall’incontro coi lettori spererei di incontrare apertura mentale e voglia di imparare, senza pregiudizi. Il mio libro tratta di temi scomodi e nonostante non se ne parli abbastanza, non sono la prima ad affrontare i temi della violenza di genere. Io ho potuto imparare grazie a generazioni di attivisti e femministi che non solo si sono messi in gioco, ma si sono anche presi il tempo di studiare e hanno dato luce a teorie e studi da cui io mi sono ispirata. Spero di aver dato un piccolo contributo anche io con questo testo, così come spero che i lettori si approccino al mio libro con la stessa curiosità e spirito critico con cui mi ero approcciata anche io a testi simili. Vorrei anche che si potessero creare delle discussioni, in modo che chiunque possa imparare, e dove tutti possano portare nuovi punti di vista e osservazioni che anche a me erano sfuggiti (del resto, sto ancora imparando!)

  • COSA LE PIACEREBBE DIRE AI SUOI LETTORI?

Ai miei lettori vorrei dire di continuare a leggere, informarsi, e a non fermarsi di fronte ai pregiudizi e stereotipi che ancora oggi ci intrappolano, ma di andare oltre. Leggere, studiare, così come ascoltare chi è diverso da noi e vivere esperienze diverse, fuori da ciò a cui siamo abituati, sono tutti modi per arricchirci. È facile fermarsi al Tweet della persona in voga al momento – un Tweet o un post su Instagram o sui social in generale è molto più rapido e accessibile rispetto a studi fatti di libri e documentari e inchieste che ci chiedono anni del nostro tempo, e non solo qualche secondo. Eppure ci sono temi, come quello della parità di genere, delle discriminazioni (di genere, razziali, religiose, basate sull’orientamento sessuale), che richiedono tempo e pazienza. Non è facile scardinare gli stereotipi nocivi che ci sono stati insegnati fin dall’infanzia, perché questa è la società in cui viviamo. Però ne vale la pena e quindi vorrei dire di continuare ad informarsi – e di scegliere le buone informazioni, perché c’è un modo molto più colorato al di là della solitudine della violenza e della disparità.

  • HA PROGETTI PER IL FUTURO?

Per il futuro ho sicuramente dei progetti. Mi piacerebbe continuare a scrivere e pubblicare ancora (delle idee ci sono già!). Vorrei poter crescere non solo nella scrittura – e nella scrittura giornalistica – ma anche nell’attivismo, e nelle mie conoscenze e in quello che ho da offrire. Al momento, il progetto più grande è quello di continuare ad imparare, sono infatti iscritta al primo anno di dottorato in Scienze Politiche al King’s College di Londra e ho intenzione di concentrarmi al cento per cento nella mia ricerca. L’idea sarebbe quella di poter insegnare e parlare con persone più giovani di me, continuare a fare ricerca, dare un contributo concreto nel mondo accademico e confrontarmi con altre realtà che mi facciano crescere. Spero ci sia anche un posto per me nell’editoria, perché leggere e scrivere sono due dei miei grandi amori e vorrei ne facessero sempre parte nella mia vita.

A noi del gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Laura Montecchio per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande, a lei va un grandissimo in bocca al lupo per il suo saggio Come i media italiani (non) parlano di violenza di genere e per il futuro.

A te caro lettore auguro una buona lettura, ti auguro di continuare a leggere, informarti e imparare sempre cose nuove.

Ci sentiamo presto, buona lettura!

La vostra redattrice.

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