
Immaginando le mogli dei marinai, il pensiero corre immediatamente a Penelope, alla lunga attesa del suo Ulisse, al laborioso lavoro di tessitura di una tela che non vedeva mai la luce e alla strenua difesa del proprio regno dall’assalto dei proci. Secoli più tardi, nella seconda metà del Novecento, le cose sono senz’altro molto diverse; tuttavia, la vita delle donne che attendono a terra il ritorno dei loro uomini che vanno per mare ha ancora alcune analogie con le vicende omeriche. In questo libro l’autrice, che ha lavorato per anni a contatto con i marittimi, sposandone poi uno, narra le tante storie di cui è stata testimone più o meno diretta durante la sua carriera. Un mondo a parte, spesso incomprensibile per chi vive a terra: segreti, macchinazioni, attività più e meno lecite, tentativi di mobbing e la sensazione di essere in una sorta di osservatorio privilegiato sugli avvenimenti mondiali. Fa da sfondo al racconto, infatti, un periodo denso di avvenimenti di portata mondiale, segnato ancora dalla Guerra Fredda, dal conflitto in Vietnam, dalle tensioni in Medio Oriente, nonché dal terrorismo nazionale e internazionale: eventi che si riflettono in modo del tutto peculiare sulla vita di chi, per lavoro, attraversa mezzo mondo seduto sopra tonnellate di petrolio, sospeso tra cielo e mare.
Liliana Gattanella è nata a Sassoferrato (Ancona) nel 1940 e dal 1954 vive e lavora a Roma. All’età di nove anni avverte i primi sintomi del male che la segnerà per tutta la vita: l’osteosarcoma. Dopo due anni di cure, sofferenze e degenze, viene dimessa con una gamba in meno e tanta rabbia in più. Dopo il diploma in ragioneria conseguito con ottimi voti, si mette alla ricerca di un lavoro, ma ancora una volta avverte di rimanere schiacciata dai pregiudizi della gente più che dal suo dramma personale. Dal successivo confronto con se stessa e con gli altri, scaturisce la ferma volontà di non recedere e di sfidare il suo handicap. Dopo numerosi lavori a termine, quando nel 1965 viene assunta al Giornale d’Italia con mansioni contabili, s’iscrive alla Facoltà d’Economia e Commercio decisa ad intraprendere la carriera giornalistica, ma perde il lavoro un anno più tardi, a causa della crisi che portò alla chiusura del giornale. Dal 1967, quando viene assunta in una società petrolifera dove è rimasta fino alla pensione, continua a studiare malgrado le vessazioni e le invidie di alcuni colleghi e dei parenti, laureandosi a pieni voti nel 1974. Nel 1995, all’età di 55 anni, si sposa con Lorenzo Manuelli, un marittimo Direttore di Macchina incontrato sul posto di lavoro, che illustrandole i dettagli tecnici e descrivendole le sue esperienze sulle navi ha contribuito alla stesura di questo libro. Dal 2012, quando è rimasta vedova, si dedica al volontariato malgrado l’handicap e l’età avanzata.
Oggi parliamo di Penelope Racconta un libro di Liliana Gattanella Manuelli pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros Il Filo.
Noi del gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere, seppur virtuali, con l’autrice Liliana Gattanella Manuelli per conoscerla meglio e scoprire qualcosa in più sul suo libro Penelope racconta.
Riportiamo di seguito l’intervista all’autrice. Buona lettura!
- Cosa l’ha portata a condividere la sua storia con i lettori?
Lavorando dall’inizio degli anni ’70 del secolo scorso fino alla fine ed oltre di questo secolo accanto alla gente di mare, ho avuto modo di raccogliere e confrontare le esperienze, le fragilità, i sogni e i pericoli che corrono sia i marinai a bordo delle grandi navi che le loro Penelopi a casa. Analizzando poi, come le varie crisi petrolifere di quegli anni, densi di guerre, terrorismo, sconvolgimenti sociali interni e internazionali, rapportabili per lo più al petrolio ed alle fonti energetiche e vedendo scomparire gradualmente i posti di lavoro, ho cominciato ad annotare quanto accadeva intorno a me ed in seguito, in altre aziende. Durante quest’isolamento forzato dovuto al COVID, quando ho ritrovato questo file nel mio computer, ho compreso d’aver affrontato un problema ancora attualissimo.
- Che messaggio ha voluto lanciare con il suo libro?
Attraverso questo libro vorrei far conoscere al pubblico un problema largamente ignorato come la vita di chi vive sospeso fra il cielo e chilometri d’acqua seduto sopra tonnellate di prodotti infiammabili. Sottolineare, che la vita delle varie Penelope omeriche destinate a crescere i figli e risolvere mille altri problemi in solitudine, continua a replicarsi perfino ai nostri giorni. Dopo una vita in solitudine prepararsi a trovarsi accanto un Ulisse pensionato e disadattato, incapace di vivere lontano dal mare.
- Cosa le piacerebbe dire ai lettori?
Vorrei dire che quando il mare è in tempesta, non esistono più le quindici o venti persone che compongono l’equipaggio, ma un unico corpo di trenta o quaranta braccia che lavora insieme. Vorrei aggiungere che per salvare l’intera umanità dall’innalzamento dei mari e dai veleni dell’inquinamento, ogni singolo individuo o dovrebbe comportarsi come un marinaio su un mare in tempesta e mettere via gli egoismi.
- Com’è stata la sua esperienza editoriale?
Vorrei dire un GRAZIE di cuore all’EDITORE “ALBATROS IL FILO” che oltre ad aver apprezzato il mio lavoro si sta adoperando per farlo conoscere. Confesso d’avervi inviato questo manoscritto su cui contavo fino ad un certo punto, soltanto per fare un regalo a me stessa, per il mio 80esimo compleanno. Attraverso questo libro scritto da una persona anziana ed aggiungo DISABILE, vorrei capire e misurare quanto può valere ed essere apprezzato il mio lavoro. Aggiungendo che grazie a voi, riprenderò a scrivere… salute permettendo un altro libro.
- Ha già avuto modo di presentare il suo libro?
Purtroppo no. Sembra che nessuno vuol dar retta ad una donna anziana e disabile che dimenticando il suo handicap ha commesso il grave reato di sfidare la società, mettendosi in competizione con i normodotati. Confesso d’aver inviato la registrazione dell’intervista su Facebook condotta dalla giornalista Claudia Laganà al nostro parroco, sperando di farmi promuovere una presentazione fra i parrocchiani. Staremo a vedere. Per il momento comunque, posso soltanto pregare, contare su voi e aspettare. Sinceramente ho fiducia. Nel frattempo vi abbraccio (e chissà che non abbia scritto un capolavoro?)
A noi del Gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta l’autrice Liliana Gattanella Manuelli per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lei va un grandissimo in bocca al lupo per Penelope racconta e per il futuro.
A te caro lettore ti auguro una buona lettura, immergiti tra le pagine di Penelope racconta e fai buon viaggio…
Noi ci sentiamo presto.
La vostra redattrice.