
Dopo l’ennesimo insuccesso il professor Faraldi, giovane e stimato fisico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è sul punto di gettare la spugna: sembra davvero impossibile, con le conoscenze attuali, ottenere energia a basso costo da una reazione di fusione a bassa temperatura, processo che, se messo in pratica, aprirebbe le porte a scoperte rivoluzionarie sia dal punto di vista scientifico che politico. Tuttavia, incoraggiato a continuare le sue ricerche da un collega israeliano, il quale gli cita il Canto 53,11 di Isaia – «La luce si vede dopo che ci si è liberati dal tormento» – Faraldi farà, per un caso fortuito, conoscenza con l’ingegner Conti: questi, grande studioso di sacre scritture, nonché profondo conoscitore dell’ebraico quadrato, lo inizierà al metodo di decriptazione della Bibbia, fornendogli gli strumenti necessari a svelare il messaggio celato dietro le parole di Isaia. Possibile che lì ci sia la chiave per far funzionare la fusione fredda? Faraldi ancora non lo sa, come non può immaginare che questa scoperta gli cambierà completamente la vita… Romanzo avvincente e ricco di spunti di riflessione, Un servo del Signore si muove abilmente tra il genere thriller e la letteratura di fantascienza, lasciando il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Giancarlo Giotto è nato nel 1947 a Genova, ma dall’età di un anno ha sempre vissuto a Roma, dove risiede tuttora e dove si è laureato in ingegneria civile. Inizia a svolgere l’attività professionale presso l’Aviazione Civile (oggi ENAC) occupandosi di progettazione e realizzazione di opere aeroportuali, Ente che lascia nell’anno 2000 per fondare insieme a due soci la Pegaso Ingegneria Srl, società specializzata in project management, di cui è presidente; per essa svolge la funzione di direttore dei lavori di grandi opere, tra le quali alcuni lotti della ferrovia ad Alta Velocità Milano-Bologna, della Treviglio-Brescia e l’autostrada A35 Brescia-Bergamo-Milano. Attualmente è direttore dei lavori del ponte sospeso sul Danubio, della lunghezza di 1972 metri, in località Braila (Romania).
Nel 2013 ha pubblicato un eBook dal titolo Parassiti e mestatori.
Oggi parliamo di Un servo del Signore, un libro di Giancarlo Giotto pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.
Noi del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di poter intervistare Giancarlo Giotto per conoscerlo meglio e scoprire qualcosa in più sul suo libro Un servo del signore.
Riportiamo di seguito l’intervista all’autore. Buona lettura!
- Quando nacque la sua passione per la scrittura?
Mi è sempre piaciuto scrivere; per lavoro ho dovuto anche scrivere molto: relazioni di progetti, pubblicazioni scientifiche ecc..; una quindicina di anni fa ho pensato di scrivere qualcosa per me stesso: è nata così la mia prima opera pubblicata, un saggio, col quale ho voluto denunciare il disfacimento dei valori di oggi, in parallelo con lo stesso fenomeno del mondo antico. Mi è piaciuto ed ho continuato.
- In che momento e come ha avuto l’idea di scrivere questo libro?
L’aspirazione a trovare il modo di fare a meno dei combustibili fossili viene da lontano, dalla mia formazione ecologista in gran parte dovuta all’esperienza scoutistica: la regola era di lasciare i luoghi ove si erano fatti i raduni esattamente come li avevamo trovati; il nostro passaggio non doveva essere rilevato; si aveva perfino cura di non pestare troppo l’erba. Ho seguito da allora e seguo tuttora con grande attenzione i progressi nel campo delle energie rinnovabili. Anche se negli anni universitari mi aveva colpito molto il lavoro di Speri e Zorzi, l’idea del libro nasce però dalla notizia degli esperimenti di Fleischmann e Pons circa la fusione fredda. Ho pensato: “e se fosse vero? proviamo ad esplorare il possibile: cosa ci potrebbe essere dietro alla violenza delle critiche fatte alla scoperta da una parte del mondo scientifico ed il successivo silenzio dell’altra parte, che inizialmente aveva fatto valutazioni entusiaste”. Così ho cominciato a scrivere e via via che scrivevo venivano nuove idee e tra queste quella di utilizzare un codice cifrato: in questo caso la decriptazione dell’ebraico biblico inventata dall’amico Alessandro Conti Puorger.
- Cosa le piacerebbe dire ai suoi lettori?
Mi piacerebbe che la lettura del romanzo stimoli i lettori, che ne sono poco conoscitori, a leggere libri di fisica; vorrei dire loro: “siete rimasti alla fisica newtoniana imparata a scuola? leggete pubblicazioni degli ultimi dieci o venti anni: scoprirete l’esistenza di realtà sorprendenti e forse vi porrete domande alle quali non avreste mai pensato; preparatevi così ad accogliere più consapevolmente le prossime scoperte sulla natura e l’Universo, che sono dietro l’angolo”. Si scoprirebbe così quanta spiritualità permea la nostra esistenza: indagare la natura è un po’ come il cammino della decriptazione: trovare il significato sotteso alle apparenze.
- Com’è stata la sua esperienza editoriale?
Posso dire di essere pienamente soddisfatto: il lavoro svolto con l’editor che mi ha affiancato è stato molto positivo, sia in termini di miglioramento del testo che di tempo; così direi anche per le fasi successive.
- Ha progetti per il futuro?
Sto scrivendo un nuovo romanzo; non sarà dello stesso genere de “Un Servo del Signore” ma un racconto che orbita intorno ad un fatto realmente accaduto nell’ultimo conflitto mondiale e di cui ho conosciuto uno di protagonisti, racconto che denuncia l’assurdità della guerra. Ma non voglio anticipare di più.
A noi del gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Giancarlo Giotto per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro Un servo del Signore e per il futuro. Siamo molto felici di averlo accompagnato lungo il percorso editoriale che ha visto la nascita del suo libro.
A te, caro lettore, ti auguro un buon viaggio e una buona lettura.
Noi ci sentiamo molto presto.
La vostra redattrice.