GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Sempre un passo dietro me stessa – Nina Vagante

Raccontare per coinvolgere, narrarsi per lasciare una traccia di sé e tirare le somme dei passi compiuti finora, perché quelli che verranno possano essere più solidi, sicuri: il percorso di vita raccontato da Nina Vagante nel suo romanzo autobiografico “Sempre un passo dietro me stessa”, pubblicato dal Gruppo Albatros il Filo ci ha emozionati e coinvolti sin dalla prima pagina. Abbiamo posto qualche domanda all’autrice per conoscere le motivazioni profonde che lo hanno portato fin qui, a condividere la sua esperienza con il pubblico dei lettori.

Questo è un libro autobiografico? E’ la sua storia?

E’ un libro totalmente autobiografico. Racconta quello che ho vissuto realmente da bambina e che ha poi condizionato molto la mia vita senza che io me ne rendessi sempre pienamente conto. Ero piccola, non sapevo nulla della sessualità. Ero una bambina molto vivace ed esuberante ma emotivamente ancora molto ingenua. Ingenuità che mi ha comunque accompagnato per molto tempo. Mi interessava il gioco e lo sport. In casa mia non è mai stato un tema di facile discussione nonostante io abbia una famiglia in cui ci si scambia, in taluni casi anche con grande vivacità, le opinioni su temi più disparati. Ma quello è sempre stato un tabù. E così è stato gestito. Quando ho sentito che era qualcosa di sbagliato per me e la sofferenza mi stava soffocando. mi sono confidata, come racconto nel libercolo. La persona è stata allontanata e mai nessuno ha parlato con me di quell’evento. Mi hanno mandata da una psicologa qualche anno più avanti rendendosi conto probabilmente che ero rimasta in qualche modo paralizzata o meglio anestetizzata nel comune sentire e vivere l’adolescenza che mi stava venendo incontro. Non è stato un gran successo, anzi le parole che quella dottoressa ha usato mi hanno ancora di più fatto sentire in colpa e sporca. Il senso di colpa mi ha poi accompagnato in ogni rapporto, attività, evento della mia vita.

Quanta fatica, a livello psicologico, è costata la scrittura di questo libro?

L’ho scritto quasi di getto dopo la perdita di mio papà. Papà amatissimo, uomo molto solare, affettuoso e galante. Ho sofferto moltissimo la sua mancanza. Sono stata molto male. La persona in questione inoltre era molto vicina a lui. E all’improvviso “per colpa mia” papà non ha mai più potuto vederlo. E non ha mai saputo il perché, a quanto io sappia. E’ stata dura mettere nero su bianco tutto, ho versato molte lacrime, ma mi ha aiutata a capire anche quello che, nonostante la mia avanzata età, non avevo ancora visualizzato. Mi ha concesso in qualche modo di scusarmi con mio papà.

Troppo spesso la vergogna e la paura, spingono le vittime di abusi a tacere. Come ha affrontato questo passaggio?

Ho avuto talmente tanti problemi a raccontarlo che ho usato comunque uno pseudonimo ancora oggi. Quando ero adolescente non mi sarei concessa neppure questo. Ti vergogni moltissimo. Ti senti diversa. Ti senti sporca. Racconto nel libercolo quante docce io abbia fatto nella mia vita perché ero proprio convinta di essere sporca e che gli altri mi vedessero tale. Nel mio caso fin da subito si è impadronito di me il senso di colpa. E’ stata colpa mia perché ero una bambina così esuberante e affettuosa? Il problema è che poi il senso di colpa si è esteso un po’ a tutto quello che mi succedeva. Le persone sono mediamente poco inclini ad ascoltare questo tema che non può essere affrontato solo dalle donne ma deve esserci un contributo attivo e fattivo degli uomini perché le cose possano cambiare. E’ un tema su cui le giovanissime devono essere preparate anche dalla stessa scuola, senza pudore alcuno, coinvolgendo ovviamente anche i maschi. Se ne deve parlare molto e le persone deputate a farlo devono essere dei professionisti solidi.

Come nel suo caso, il mostro è dentro casa o comunque molto vicino, dalla sua esperienza, come è possibile cogliere i primi campanelli d’allarme?

Onestamente non lo so. Me lo sono chiesta molte volte. Ma ora mi sono perdonata. Io non sapevo nulla ripeto. Io ho una bambina che ha ora l’età di quando è successo e che mi somiglia moltissimo. La sua esuberanza e voglia di stare con gli altri mi ha fatto molto riflettere. Mi sono chiesta come proteggerla. Penso che l’unica cosa sia fornirle degli strumenti adatti alla sua età per allontanarsi immediatamente quando qualcuno ti chiede quello che tu non vuoi e puoi. Non è facile. Quando dovevo decidere se pubblicare, qualcuno della mia famiglia che mi ha fatto anche togliere delle parti, mi ha detto: “ma come? non pensi a tua figlia se un giorno lo leggerà?”. Ecco, ora mi rispondo con serenità che non è sicuramente ancora il momento giusto, ma quando lo sarà non penserà male della sua mamma. Penserà che ha avuto un problema che l’ha inseguita per anni e che poi ha trovato il coraggio di raccontare, perché non è stata colpa sua.

Cosa direbbe, oggi, alla bambina che è stata?

Non è stata colpa tua piccola. Non hai fatto niente perché avvenisse. E anche se fosse stato così, non ti meritavi che succedesse. E ancora, continua lo stesso a credere negli esseri umani, ad amare, a volere essere circondata di affetto e gioia.

Con queste parole si conclude l’interessante intervento di Nina Vagante sul suo libro “Sempre un passo dietro me stessa”. È stato un piacere per noi ospitarla nel nostro blog e speriamo di rivederci presto, magari per il prossimo libro. Buona lettura e alla prossima intervista.

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