Una pagina dopo l’altra, il libro “Certe cose oscure” non smette di sorprendere e affascinare: abbiamo posto qualche domanda all’autrice, Elisa Capra per saperne di più sul suo percorso di scrittura e sulle sue ispirazioni.
Qual è l’argomento centrale della sua Opera?
L’argomento centrale del mio romanzo è l’amore impossibile tra Leone e Silvia: un rapporto non convenzionale, di quelli che con troppa facilità la stampa e la televisione oggi bollano come “tossici”. Ebbene, questo è il racconto di uno di quegli amori “malati” da cui il ben pensare suggerirebbe di scappare: è un viaggio dentro le spire che intrappolano i due protagonisti, dentro la folle passione che li affoga, ma è anche la lucida descrizione di un sentimento autentico e potentissimo, che non lascia loro scampo.
Silvia e Leone, il bianco e il nero… come sono nati i due protagonisti?
Più che il bianco e il nero, sarebbe più corretto descrivere Silvia e Leone come la luce e l’oscurità. Potrei definirli come il risultato della scissione di me stessa, perché in effetti è così che sono nati i due protagonisti: Leone è il mio alter ego maschile, l’espressione non filtrata del mio vero essere, del mio animo tormentato e della mia “indole distruttiva” (come la definirebbe mio marito!). Silvia invece è quello che gli altri hanno sempre visto in me, forse perché è quello che io stessa ho sempre cercato di essere: una ragazza perbene, semplice e senza troppi grilli per la testa… Ciò che nasce dalla collisione tra il mondo immacolato di Silvia e quello disagiato di Leone, è il caos: un tumulto di emozioni e sentimenti contrastanti che finirà per inghiottire anche le persone che gravitano intorno a loro… Da questo punto di vista potremmo definire “Certe cose oscure” un romanzo autobiografico!
Le vite dei due protagonisti, seppur così differenti, si incrociano; quanto conta il gioco del destino?
Il destino gioca un ruolo fondamentale in questa storia, perché senza il suo gioco probabilmente i due protagonisti non si incontrerebbero mai. C’è chi preferirebbe definire l’incontro/scontro tra Leone e Silvia come una coincidenza, o un caso fortuito: lui che esce di prigione e si incammina verso la casa del suo amico fraterno, lei che proprio quel giorno perde l’autobus ed è costretta ad andare a scuola a piedi, correndo per non arrivare tardi ad un compito importante… Io preferisco chiamare destino la combinazione di tutte quelle variabili che portano i due protagonisti ad incontrarsi e a far sì che le loro vite non siano più le stesse…
Silvia e Leone si contaminano per poi guarire le ferite che si sono inferti, l’amore è necessariamente sofferenza?
Sì, a mio parere l’amore è indissolubilmente legato alla sofferenza. So che questa risposta può sorprendere, soprattutto nell’epoca che stiamo vivendo, in cui la filosofia dell'”amore libero” la fa da padrone. Tuttavia io credo che questo modo di pensare, che questo nuovo modo di amare, nel quale il rapporto amoroso non si riduce più a due persone, uomini o donne che siano, nel quale la fedeltà sembra essere un concetto ormai passato di moda… Ecco io credo che questa filosofia stia facendo passare un messaggio sbagliato, ossia che la sofferenza non abbia niente a che fare con l’amore, e che quindi alla prima difficoltà, siamo legittimati a mollare e a cercare altrove quella leggerezza tanto decantata da questo nuovo approccio all’amore… Perciò dico che questa storia è una storia d’amore non convenzionale, perché in essa i due protagonisti si feriscono, si guariscono, sono il veleno e l’antidoto l’uno dell’altra, e il lettore li segue nel loro travagliato percorso di sofferenza e di crescita, che contraddistingue ogni amore autentico.
Qual è il target di lettori per il suo libro?
Quando ho cominciato a scrivere questa storia mi sono figurata un target di giovanissimi che si sarebbero ritrovati a sognare una storia d’amore come quella di Silvia e Leone. Man mano che la storia prendeva forma dentro la mia testa però, mi sono resa conto che il target si allargava, fino a comprendere un pubblico di età più adulta, perché i protagonisti crescevano e cambiavano, e con loro anche il pubblico a cui volevo rivolgermi. In questo primo capitolo della storia il target è ancora prettamente adolescenziale, ma nei capitoli successivi si estenderà ad una fascia più adulta.
Le parole di Elisa Capra ci hanno permesso di approfondire i temi principali del suo libro “Certe cose oscure” e di questo siamo particolarmente entusiasti. Speriamo di avervi offerto, con questa intervista, dei buoni consigli per i vostri prossimi acquisti in libreria. Buona lettura e alla prossima intervista.