Il nostro viaggio alla scoperta dei nostri titoli più interessanti ci porta, oggi, a presentarvi “Anatomia di un uomo”, di Alessandro Cagnoli: è un libro per noi particolarmente stimolante, del quale abbiamo cercato di approfondire alcuni aspetti inediti.
Come è nata l’idea per questo libro?
Credo che ogni essere umano, specie poi quelli che hanno avuto una intensa vita professionale, abbia il desiderio di lasciare un ricordo di quanto ha fatto, soprattutto se, per motivi i più svariati: dall’invidia alla insofferenza ad essere oscurati dalla sua ombra, si tenta di offuscare e addirittura rimuovere i successi ottenuti. Non è certo per senso di rivalsa, dato il tempo ormai trascorso da quando questi fatti si sono verificati, ma solo per ricordare alle nuove generazioni di imprenditori del settore in cui ha svolto la sua attività dirigenziale quanto essi debbano a chi ha avuto la caparbietà e l’intelligenza di modificare radicalmente un destino che sembrava ormai scritto.
Il protagonista, Carlo, chi è?
Il protagonista è la controfigura dello scrittore, che ripercorre, sia pure attraverso una visione largamente romanzata, l’intero arco della sua vita familiare e professionale, ricordando gli aspetti più importanti e quelli più intimi che ne hanno caratterizzato l’esistenza. In questo suo percorso rivive non solo le gioie per i propri successi, ma anche lo sconforto e la rabbia repressa per le rinunce fatte a salvaguardia della sua integrità morale e professionale, che gli era stata inculcata fin da piccolo dal nonno, che lo aveva allevato ed educato in assenza dei genitori, e che lo hanno portato ad interrompere dapprima il rapporto universitario e successivamente quello dirigenziale, quasi a dimostrare la verità dell’aforisma di Churchill secondo il quale “quelli che sono in grado di vincere una guerra raramente possono continuare a gestire la pace, mentre chi gestisce la pace non ha mai vinto una guerra”. Per di più, la sua vita è segnata anche dal ricordo di alcuni dei fatti più importanti accaduti nel nostro Paese nell’ultimo secolo.
Che tipo di stile narrativo ha adottato per questa opera?
Non so se lo stile cinematografico di Federico Fellini possa essere ritenuto anche uno stile narrativo, ma l’impostazione data al libro è quella di un lungo amarcord, con i suoi chiari e con gli scuri che non mancano mai nella vita di un uomo. Uno stile che però non sconfina mai nel sensazionalismo e nella grancassa mediatica che sembra essere lo strumento preferito per chi intende oggi conquistare il successo.
C’è una scena del suo libro che le è particolarmente cara? Perché?
Ricordo con particolare emozione il momento in cui, essendo stato rimproverato dal padre per l’incapacità di eseguire il brano musicale che aveva preparato, il protagonista viene consolato dal nonno che lo rincuora anticipandogli quale nuovo, ma fondamentale, indirizzo di vita gli si apre davanti. Un momento che condensa in sé anche l’inizio di quel senso di profonda autostima che accompagnerà il protagonista per tutto il percorso della sua vita.
Qual è il target di lettori per il suo libro?
Per comunanza di età e di ricordi, credo che il maggior target riguardi persone anziane, se non addirittura vecchie quanto l’autore. Tuttavia, potrebbe anche interessare tutti coloro che si affacciano oggi alla vita lavorativa e professionale, perché insegna a stimolare la propria intelligenza e la propria coerenza per raggiungere gli obiettivi prefissi, avendo anche l’accortezza, e forse una minore presunzione, per evitare di assumere sempre posizioni intransigenti che, seppure motivate da ragioni emotive, spesso si traducono in perdite di posizioni non facilmente sostituibili.
Ringraziamo Alessandro Cagnoli per averci dedicato il suo tempo e per averci fornito interessanti spunti di riflessione sulla sua opera “Anatomia di un uomo”. Speriamo che il suo libro possa riscuotere il successo che merita!