GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Salty French Fries – Elena Pasero

Oggi nel nostro consueto viaggio alla scoperta dei nostri autori più significativi vogliamo parlarvi di un libro di narrativa che riteniamo particolarmente interessante e desideriamo condividere con voi: “Salty French Fries” di Elena Pasero.

Il genere “Foodie” ormai è entrato a gamba tesa nello scenario dei media italiani, secondo lei perché?

Il genere “Foodie” è diventato popolare anche nel mondo dei libri italiani, con numerosi libri di cucina, guide ai ristoranti e libri di viaggi gastronomici che hanno trovato un vasto pubblico di lettori. Credo che il crescente interesse per i viaggi gastronomici abbia portato alla pubblicazione di testi che esplorano le tradizioni culinarie di diverse regioni e paesi, offrendo un’esperienza culinaria virtuale attraverso le pagine di un libro. Inoltre la crescita dei social media e l’aumento dell’uso di piattaforme come Instagram hanno permesso alle persone di condividere facilmente foto e video dei loro pasti e delle loro attività foodie. Ciò ha creato una comunità online di appassionati di cibo che raccontano esperienze, consigli e recensioni sui ristoranti.

Da cosa nascono i racconti che propone nella sua Opera? Sono tutte esperienze reali?

 I racconti nascono da mie personali esperienze di vita avvenute principalmente negli Stati Uniti. Molti personaggi si ispirano a persone vere, anche se alcune vicende narrate sono in parte o totalmente inventate.

La copertina del suo libro lascia trasparire l’ironia che a tratti caratterizza il suo stile di scrittura, ma non c’è solo ironia nei suoi racconti… cosa possiamo trovare?

È vero che l’ironia è un elemento ricorrente nei miei scritti e che la copertina del mio libro può suggerire un approccio leggero e pop. Tuttavia, i miei racconti non sono limitati all’umorismo, ma spesso si concentrano anche su temi più seri e profondi. In particolare, si possono trovare riflessioni sulla vita, sulle relazioni interpersonali, sulle sfide dell’età adulta e dell’essere donna. Cerco di affrontare questi temi con una certa profondità e sincerità, senza però rinunciare a una vena ironica e divertente che può rendere la lettura più leggera e fruibile. Inoltre, i miei racconti spesso si concentrano sulle esperienze di vita vissute, sulle emozioni e sulle sensazioni che possono derivare da queste esperienze, offrendo una visione autentica e personale del mondo.

Se potesse descrivere il suo libro con tre aggettivi, quali sarebbero e perché?

Se dovessi descrivere il mio libro con tre aggettivi, sceglierei:

– Conviviale: i piatti, l’amore, le relazioni, le storie rendono i racconti un luogo conviviale dove il lettore si sente accolto in modo amichevole dai vari personaggi.

– Ironico: perché l’ironia è una componente importante del mio stile di scrittura e mi piace usare il sarcasmo e l’umorismo per sdrammatizzare le situazioni difficili e per mostrare la bellezza dell’assurdo.

– Empatico: perché spero che i racconti possano far identificare il lettore con le mie protagoniste e condividere con me alcune emozioni. I racconti sono spesso emozionanti e di riflessione.

Qual è stato il feedback più gratificante che ha ricevuto finora sulla sua Opera?

Più che un feedback gratificante in particolare, mi ha stupito ricevere complimenti e commenti da quasi la totalità delle persone che conosco e che hanno letto il libro. Mi aspettavo di ricevere le classiche frasi di rito e invece sono rimasta sorpresa dalle diverse interpretazioni dei lettori. C’è chi si è appassionato alle ambientazioni americane ed è andato a cercare i luoghi descritti su internet per meglio contestualizzarli. In molti invece si sono chiesti se fossero da leggere tutti di fila prima parte e seconda del medesimo racconto, oppure prima tutte le parti iniziali e poi tutte quelle finali. Altri si sono davvero immedesimati in alcuni personaggi e chiesto a chi fossero ispirati. Penso che in generale il miglior feedback sia quello di suscitare interesse/domande e ricevere tanti commenti da persone di diverso genere ed età e anche da quelli che non pensavi l’avrebbero mai letto.

Elena Pasero è stata un’ottima interlocutrice e desideriamo ringraziarla per il suo intervento. Vi invitiamo ancora una volta a leggere “Salty French Fries” e vi aspettiamo, come di consueto, per la prossima intervista. Buona lettura.

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