Nell’articolo odierno parliamo del libro La linfa della risalita di Sebastiano Parrella, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autore del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autore e ai quali viene data espressione in modo peculiare.
La linfa della risalita di Sebastiano Parrella, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un racconto intimo e personale quello di Sebastiano che ripercorre i ricordi più belli ma anche quelli più traumatici della sua esistenza: la perdita del padre, punto focale attorno al quale ruota tutta la narrazione, determinerà lo smarrimento perenne, l’angoscia, l’inquietudine negli anni infantili e adolescenziali, la forza di reagire e trovare una propria dimensione in età adulta. Una commovente confessione del torto subito dalla vita in tenera età che abbraccia la narrazione degli anni di studio, delle compagnie e del lavoro in età matura.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autore: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo romanzo e come vengono trattati?
Il romanzo è autobiografico ed ha la finalità di esaurire il processo di liberazione del mio subconscio, da argomenti mai trattati, se non con me stesso!! La mia è la storia dell’elaborazione del lutto, di me bambino, colpito tragicamente, dalla morte di papà, in maniera improvvisa, senza che me ne potessi rendere conto!! Mi ritrovo, senza strumenti e senza alcun supporto a sperimentare, col passare del tempo, in modo crudo, sulla mia pelle, l’effetto della mancanza della figura paterna durante la crescita. Solo col tempo (ma ce n’è voluto!!!), ho potuto, dunque, raccogliere le forze per reagire e mettere in atto la risalita….
Quali eventi sono stati particolarmente significativi nella sua vita? Perchè?
Senz’altro gli eventi che hanno caratterizzato la risalita, cioè il conseguimento del titolo di studio con risultati più che soddisfacenti ed il tempestivo inserimento nel mondo del lavoro. Il raggiungimento dell’indipendenza economica e dell’autonomia è stato certamente l’elemento cardine che ha determinato il superamento, almeno fisico/materiale (in quanto quello psicologico è molto più complicato!) del trauma subito.
Secondo lei, la scrittura ha un valore terapeutico? Perchè?
Nel mio caso, scrivere è stato senz’altro terapeutico!! Ha rappresentato la liberazione, perché ho avuto la percezione, finalmente, di avere in me le capacità di governare gli effetti del raccontare, per il superamento. Ma è solo l’inizio, in quanto, ancora oggi, non riesco a parlarne, con tutti in modo libero, perché ancora mi vince l’emozione….!
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?
Il mio stile di scrittura è senz’altro immediato, realistico, verista. Esso non è elaborato, artificioso, caratterizzato da orpelli. E’ uno stile spontaneo, asciutto, corposo e consente di scrivere così come il racconto possa portare l’effetto più liberatorio possibile….
Non ho modelli per tali racconti. Amo molto, comunque, lo stile di Natalia Ginzbung, Giorgio Bocca, Eugenio Montale.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
Per il momento positiva. Ho in corso di stampa un secondo lavoro, ancora a sfondo autobiografico, la cui pubblicazione è prevista per ottobre. Ed un terzo con cui chiuderò la parentesi autobiografica, che ha per protagonista la figura familiare oggi in declino, che necessita della “risalita” per il bene della famiglia.
Ringraziamo l’autore per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. La linfa della risalita di Sebastiano Parrella, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione, perchè è un racconto pieno di sorprese, dove la forza per rinascere e riprendersi la vita nella sua interezza è attestata con vigore.

Per citare un passo emblematico a tal riferimento: “D’allora il tormento mi invase, mi fagocitò, dandomi per compagnia l’inquietudine! Che talvolta, ancora, oggi mi prende!! Crescendo acquisii e metabolizzai l’incredibile torto avuto dalla vita e cominciai a reagire!”