Cari lettori del blog del Gruppo Albatros, oggi abbiamo il piacere di ospitare Simona Serchi, autrice del libro “Domitilla Sapienza e Il silenzio dell’acqua”. Questo romanzo affascinante ci porta in un futuro non troppo lontano, dove l’acqua, risorsa vitale per la nostra esistenza, scarseggia drasticamente. In questo contesto, cinque coraggiosi adolescenti si trovano coinvolti in un intrigo ricco di colpi di scena, segreti e rivelazioni finali che rimetteranno ogni tassello al suo posto. È un libro che, con la sua trama originale e futuristica, cattura l’interesse di giovani lettori e li invita a riflettere sul futuro del nostro pianeta. Scopriamo di più su questa avventura appassionante direttamente dalla voce della sua autrice.
Simona, cosa ti ha ispirato a scrivere “Domitilla Sapienza e Il silenzio dell’acqua” e a scegliere l’acqua come elemento centrale della storia?
Banalmente l’idea mi è venuta in una calda giornata estiva, quando i rubinetti erano rimasti a secco a causa di una persistente siccità che aveva costretto il Comune ad una limitazione nell’erogazione dell’acqua. Niente più docce refrigeranti, i fiori sui balconi agonizzavano, i bambini nel cortile non giocavano con i fucili ad acqua… silenzio. Ho pensato che in fondo le cose più preziose e utili sono quelle “silenziose”, della cui necessità ci accorgiamo solo quando mancano. Mi sono chiesta come sarebbe un futuro con la scarsità di acqua, ci potremmo mai abituare a vivere in modo diverso? A quali cambiamenti epocali potremo andare incontro, se non impareremo a considerare il nostro pianeta come la nostra casa? Niente è lontano da noi e tutto ci riguarda.
Nel tuo libro, i protagonisti sono adolescenti. Come hai sviluppato i loro personaggi e quali caratteristiche pensi che li rendano così vicini ai lettori più giovani?
La mia storia personale e lavorativa mi ha portato ad avere spesso contatto con i giovani e penso di conoscere parte del loro mondo e delle loro relazioni. Se spesso gli adolescenti di oggi ci appaiono “marziani”, in realtà non sono poi così diversi dagli adolescenti di ieri, né probabilmente da quelli di domani. L’importanza dell’amicizia, l’appartenenza al gruppo, le rivalità, l’esigenza di piacere e di piacersi, la chiusura verso il mondo degli adulti, la creazione di un loro linguaggio, dinamiche universalmente presenti in tutti i tempi. Il racconto si incentra proprio sulle relazioni che si sviluppano tra i ragazzi e che permette loro di venire a capo delle reali motivazioni riguardo alla sparizione del loro amico del cuore. Il romanzo non dà soluzioni pronte all’uso, mette solo in risalto, sullo sfondo, un nuovo modo di concepire lo sviluppo, dopo che l’umanità ha subito una catastrofe che ha interessato tutto il pianeta. I ragazzi del 2053 sono a loro agio in questo nuovo modo di vivere, dimostrando una maturità e una consapevolezza che a noi oggi manca ancora.
La trama del romanzo è ricca di colpi di scena e misteri. Come hai costruito l’intreccio narrativo per mantenere alta la suspense fino alla fine?
Le nuove tecnologie ci hanno offerto la velocità. Possiamo passare da un argomento all’altro, da una conversazione all’altra in pochi istanti, a scapito di una lentezza che ci permetteva di approfondire gli argomenti. Illustri studiosi di comportamenti giovanili ci dicono che il livello di attenzione nelle nuove generazioni si è notevolmente abbassato; quindi, è necessario che i ragazzi trovino “contenuti” concentrati in poche parole. Se l’attenzione cala, si chiude il libro e si passa ad altro. La curiosità deve essere solleticata, gli avvenimenti si devono susseguire in maniera rapida ed avvincente. Meglio scrivere dieci parole che vengono lette, anziché cinquanta che vengono ignorate.
Quali messaggi o riflessioni speri che i lettori, soprattutto i più giovani, possano trarre dalla lettura del tuo libro?
I ragazzi sono interessati alle problematiche ambientali, ma le sentono lontane, troppo complesse per poterle affrontare. D’altra parte, come dare loro torto: nemmeno coloro che sarebbero preposti a risolverli, sanno da che parte cominciare! Eppure, saranno proprio gli adolescenti di oggi a dover affrontare un compito mai affrontato da altri; “semplicemente” quello di salvare il pianeta. Con le loro capacità, il loro impegno e la speranza nel futuro. La nostra generazione ha fallito, non riesce a prendere decisioni incisive, il count-down è iniziato. Dopo aver messo in mano ai ragazzini tanti libri di maghi, streghe, magie e folletti…questo piccolo romanzo potrebbe suscitare nuovi spunti di riflessione sul futuro delle nuove generazioni e della nostra terra. Perché rimane sempre un’incognita: se tutto quello che è scritto, si avverasse?
Stai già lavorando a nuovi progetti editoriali? Puoi darci qualche anticipazione su cosa possiamo aspettarci in futuro da te?
Qualora il libro riscuotesse interesse, Domitilla Sapienza potrebbe indagare su altri “casi”, perché il male tesse sempre le sue trame. Siccome sono apicoltrice, mi piacerebbe lavorare all’ipotesi della sparizione improvvisa delle api … che ci sia sempre lo zampino del Prof. Omar?
Grazie mille, Simona, per aver condiviso con noi il tuo percorso creativo e le tue riflessioni su “Domitilla Sapienza e Il silenzio dell’acqua”. Il tuo libro non solo offre una lettura avvincente, ma anche un’importante occasione di riflessione su tematiche attuali e future. Invitiamo tutti i nostri lettori a immergersi in questa straordinaria avventura e a seguire con interesse i tuoi prossimi lavori. Auguriamo a te e al tuo libro il massimo successo e speriamo di averti nuovamente ospite sul nostro blog per parlare delle tue future opere. Buona lettura a tutti!
