Benvenuti nel nostro blog, oggi abbiamo il piacere di intervistare Bruno Pandolfi, l’autore del libro “Una storia italiana e una storia siciliana”. Siamo sicuri che questa intervista sarà molto interessante e ci permetterà di conoscere meglio l’autore e il suo lavoro. Speriamo che vi piaccia e vi invitiamo a seguirci per scoprire di più su questo talentuoso scrittore.
Ci presenta due racconti, il primo “Una storia italiana”, il secondo “Una storia siciliana”. Cosa accomuna queste due vicende e cosa le contraddistingue?
Tutte le storie che scrivo hanno un denominatore comune: l’Amore, scritto sempre con l’iniziale maiuscola, il sentimento che dà un senso alla nostra esistenza e senza il quale questa non merita di essere vissuta.
Nella prefazione al libro che Lei cita, sostenni il principio che un libro debba avere sempre un fine educativo e morale, debba essere un’esortazione e un invito al rispetto di valori inalienabili quali l’onestà, il rigetto della violenza e della prevaricazione, facendo capire al lettore che la fugacità della vita umana, infinitesima ne11’immensità del tempo, deve indurci ad operare sempre nel bene, nella comprensione e ne11’Amore.
Le due storie, così come tutte le altre che ho scritto, sono basate sempre su questi principi e derivano da fatti realmente accaduti, i cui protagonisti sono esistiti e talvolta esistono ancora.
Personaggi che mi hanno colpito per le doti umane, per le convinzioni e per i sentimenti; e cito tra questi, mio nonno materno che fu Ammiraglio e comandante dell’Accademia Militare di Livorno, il mio professore di “Scienza delle Costruzioni”, docente, professionista e uomo eccezionale, che ha lasciato in tutti noi allievi un ricordo tuttora vivo e mio genero, ingegnere come me, che considero l’uomo migliore al mondo per generosità, senso del dovere, amore verso i genitori e attaccamento alla famiglia; quando ho creato la figura di Rocco, in ” Una storia siciliana”, lo ho immaginato come lui.
Qual è il suo personaggio preferito in questo libro? Perché?
In ” Una storia italiana”, certamente i due protagonisti principali:
Remo Rigoni, il ragazzo, serio educato e studioso diventato ingegnere e Ufficiale di Marina che, nel corso della sua vita ha amato soltanto la ragazzina di campagna incontrata per caso in un parco pubblico; e l’Ammiraglio Parlino, grande esempio di amore per la Patria, fedele ai suoi principi e alle sue idee fino al termine della sua esistenza.
In ” Una storia siciliana”, Rocco, il ragazzo che diventa un famoso medico e che travede per il padre ciabattino e il professore Andreoli, il suo maestro, grande uomo di scienza e straordinario docente.
C’è un autore o un libro da cui ha tratto ispirazione?
Nel corso della mia vita, e anche nei momenti di maggiore attività professionale, non ho mai tralasciato la lettura, perché il libro è stato sempre considerato da me come un amico, un amico discreto e silenzioso al quale rivolgermi per tenermi compagnia, per una ricerca, per un desiderio di evasione.
Ho letto centinaia di libri tra cui anche molti romanzi, come, ad esempio, i grandi classici della letteratura russa, inglese, americana, francese e italiana, ho letto e leggo tuttora libri della narrativa recente.
Con riferimento agli autori italiani attuali, mi piace molto Sveva Casati Modignani, dalla quale ho ricevuto anche una graditissima telefonata di congratulazioni, i due Carofiglio e Luciano De Crescenzo che interpreta la napoletanità in un modo magistrale.
Ma a nessuno di essi credo di essermi ispirato, come avrà avuto modo di constatare chi ha letto le mie storie.
Questo è il suo ultimo libro, il terzo pubblicato con il Gruppo Albatros. Ha altri progetti in mente o nel cassetto?
Si, ho in cantiere un altro libro, che mi propongo dì sottoporre quanto prima ad Albatros. Narra la storia di un cardiochirurgo milanese, di elevatissime qualità umane e professionali che, per le sue ricerche, diventa uno scienziato famoso nel mondo. Per invidia e gelosia, diventa oggetto di colpi bassi da parte di individui insospettabili che non esitano, pur di distruggerlo, a porre in atto indecenti tentativi di ricatto.
Qual è il suo consiglio per gli aspiranti scrittori?
Premesso che mi considero soltanto un dilettante, in quanto nella vita ha svolto un’attività del tutto diversa, agli aspiranti scrittori, che mi piace immaginare come dei giovani studenti liceali bravi e pieni di entusiasmo, consiglio di attenersi sempre nei loro scritti ai principi citati, ad esaltare nei loro scritti il bene e l’amore, la comprensione verso il prossimo e la generosità, a far capire al lettore quanto sia improduttiva una condotta non conforme a questi principi che sono alla base della vita.
Un’ultima cosa; per me scrivere è bello perché mi porta alla mente fatti e persone della mia giovinezza, i miei amici, i miei compagni di scuola, i miei bravissimi professori e mi fa rivivere quei momenti in cui da ragazzino facevo tanti progetti e avevo grandi aspirazioni.
E ora, alla mia età, sono appagato e felice di avere raggiunto quei traguardi al di là delle aspettative. Non saprei dire se ho soddisfatto la Sua curiosità, ma mi ha fatto piacere rispondere ai Suoi quesiti acuti e intelligenti.
Bruno Pandolfi è stato un ottimo interlocutore e desideriamo ringraziarlo per il suo intervento. Vi invitiamo ancora una volta a leggere “Una storia italiana e una storia siciliana” e vi aspettiamo, come di consueto, per la prossima intervista. Buona lettura.