GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Le metamorfosi delle esperienze – Erika Montanari

Con il nostro post di oggi desideriamo farvi conoscere “Le metamorfosi delle esperienze”, il nuovo libro di Erika Montanari al quale siamo particolarmente affezionati. Abbiamo posto qualche domanda alla nostra autrice, così da approfondire insieme il suo percorso di scrittura.

Finalmente un cambio di rotta nel mondo delle favole? Come ha avuto questa idea?

L’idea di pubblicare un libro di fiabe non è venuta a me, ma a Patrizia Vetri, appassionata ed esperta di miti e fiabe, nonché autrice della prefazione. A lei ho mostrato le mie storie e mi ha chiesto: «Hai mai pensato di pubblicarle?». Così è nata l’idea. Perché scrivere fiabe e non racconti o un romanzo? Perché la fiaba è una tipologia di narrazione estremamente semplice, e questa sua caratteristica la rende un mezzo efficace per arrivare al cuore del lettore. Oggi le fiabe sono etichettate come letteratura per l’infanzia, anche se anticamente, esse si rivolgevano principalmente ad un pubblico adulto. Questo perché avevano lo scopo di insegnare. Infatti rileggendo da adulta alcune storie che leggevo da bambina, ne ho potuto cogliere il messaggio di insegnamento, ed apprezzare in modo diverso, più maturo, il loro significato. Inoltre ritengo che una fiaba ha anche il potere di guarire l’animo, soprattutto quando è ferito. Questo lo sanno molto bene alcuni psicologi e terapeuti come Marie Louise von Franz, Clarissa Pinkola Estés, Paola Biato, tanto per citarne alcuni. Essi hanno visto nel “viaggio dell’eroe”, presente in ogni fiaba, un percorso di crescita e trasformazione, che porta le persone a ritrovare il proprio sé, la propria centratura.

Chi sono i protagonisti delle sue storie?

I protagonisti delle mie storie, umani e non, sono per lo più “eroi/eroine” che si trovano ad affrontare degli ostacoli che richiamano delle situazioni in cui chiunque può ritrovarsi nella propria quotidianità. Chi non è mai stato tradito, ferito, o non abbia mai vissuto un lutto, o non si sia mai trovato in una situazione tra la padella e la brace? I miei personaggi, per lo più femminili, cercano di trovare dentro di loro le risorse, che prima non sapevano di possedere, per ritrovare la felicità perduta. Spesso noi quando impariamo a lasciare andare, quando superiamo la rabbia, il dolore, avviene dentro di noi un cambiamento. Questo cambiamento è il ritorno alla felicità. A volte una felicità inaspettata, spesso migliore di come ce la potevamo immaginare. Però questo è possibile solo se siamo noi a compiere il primo passo che ci porta verso di essa. Inoltre c’è anche il tema della gratitudine. Alla fine di quasi ogni storia c’è un aspetto che porta a dire grazie per quello che è stato per poi passare oltre, e vivere.

Quale messaggio vorrebbe trasmettere con questo libro?

Il messaggio che vorrei trasmettere con il mio libro è di speranza, e che non tutto è perduto. Il loro messaggio principale è che nonostante noi possiamo vivere delle esperienze negative, abbiamo sempre il potere, che è dentro di noi, di cambiare le cose. Siamo noi i creatori della nostra felicità, che ci porta a una crescita. C’è sempre una possibilità per trovare il proprio ” e vissero felici e contenti”. Dipende da noi.

Se potesse descrivere il suo libro con tre aggettivi, quali sarebbero e perché?

I tre aggettivi sono: semplice, taoista, femminile. Semplice perché una fiaba è semplice e immediata. Penso che le mie lo siano, anche se trattano di argomenti difficili da “digerire”, credo che la forza della loro semplicità permetta di assimilare con delicatezza il messaggio potente che esse portano. Taoista, questa è curiosa, soprattutto perché è una cosa che mi è stata fatta notare da una lettrice. Quando viene ritrovato un testo per essere autenticato dagli esperti come taoista, esso deve iniziare e finire nello stesso modo. Guarda caso nel mio libro, la prima fiaba “La regina e il cavaliere del gufo” e l’ultima “L’incontro”, sono molto simili. Soprattutto perché la protagonista, in entrambe, è una regina che deve superare un ostacolo, imparando a trovare le risorse che ha dentro di sé per superarlo. Per me iniziare e finire con queste due storie ha un significato di trasformazione e di profonda crescita. Percorrendo la via del Tao e osservando il simbolo dello yin-yang, possiamo intuire che la vita non è altro che una danza tra oscurità e luce, maschile e femminile, azione e non azione. Ovvero un ritorno a noi stessi. “Le metamorfosi delle esperienze” sono un percorso al femminile, di ritorno a me stessa. E qui mi collego al terzo aggettivo che ho scelto: femminile. Perché le mie protagoniste sono principalmente donne, che devono superare i vari ostacoli che si presentano loro, non con lo scontro, ma con l’armonia, integrando gli opposti, ovvero attraverso l’accoglienza. Questo aspetto si vede molto bene nella fiaba de “Le tre sorelle”.  Femminile perché è un percorso al femminile, per ritrovare e conoscere il proprio femminile, presente sia nell’uomo che nella donna.

Qual è il target di lettori per il suo libro?

Il target dei miei lettori è principalmente adulto. Mi rivolgo a quei lettori, tra i vent’anni in su, che amano le storie che li fanno emozionare e soprattutto che lasci loro qualcosa. Mi rivolgo anche a quei lettori che hanno poco tempo da dedicare alla lettura, ma desiderano farlo, senza cimentarsi in qualcosa di troppo impegnativo.

Ringraziamo Erika Montanari per averci dedicato il suo tempo e per averci fornito interessanti spunti di riflessione sulla sua opera “Le metamorfosi delle esperienze”. Speriamo che il suo libro possa riscuotere il successo che merita!

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