GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Spiritualia et Realia – Fabio Bortolotti

Con il nostro post di oggi desideriamo farvi conoscere “Spiritualia et Realia”, il nuovo libro di Fabio Bortolotti al quale siamo particolarmente affezionati. Abbiamo posto qualche domanda al nostro autore, così da approfondire insieme il suo percorso di scrittura.

Qual è il tema centrale dalla sua Opera? Cosa l’ha spinta a sceglierlo?

Molte persone, dal dopoguerra a questa parte, manifestano sempre più indifferenza verso le secolari basi etiche e morali, allettate da una visione distorta della vita si accostano vieppiù al progressismo dilagante. Questo cambio di rotta e di cultura contrasta con l’anelito umano ed è motivo di perdita dei beni dello spirito e dei valori veri del vivere civile. Il tema centrale del mio saggio “Spiritualia et Realia” è diretto ad evidenziare le manipolazioni dell’ordine naturale e della natura umana per finalità empie ed illusorie del pensiero laicista, che considera le naturali connotazioni e qualità umane un retaggio del passato. Mutare le naturali connotazioni umane, non riconoscere i bisogni primari dell’animo umano, alterarli o non rispettarli, vuol dire sopprimere i tratti distintivi dell’essere umano, rinnegare l’interiorità, perdere ogni contatto con la spiritualità. Questi sono i motivi di fondo che mi hanno spinto ad approfondire le varie tematiche affrontate nel testo, specificamente le relazioni tra: animo umano e interiorità; spiritualità e scienza; spiritualità e politica, etc. Ho sempre avvertito un grande interesse per dette tematiche, per i contrapposti aspetti di ciò che attiene alla corporeità e al trascendente, eluderli o staccarsi da questi significa rinnegare le peculiarità proprie della natura umana.

Come ha scelto gli argomenti trattati nel libro?

Prima di affrontare un tema, una materia, un argomento, in preordine all’approntamento di un saggio, leggo opere e testi di vari autori, di diverse formazioni culturali, sia per accrescere i miei orizzonti e le mie conoscenze sia anche per formare e consolidare le mie opinioni. Dopo questa preliminare esplorazione cerco gli argomenti più pertinenti e che più di altri si prestano per mettere a fuoco il mio pensiero creativo, senza mai scostarmi da quelli che sono i principi propri della natura umana e dell’ordine naturale. In genere, non esito a contestare devianze di pensiero, confutare tesi o opinioni eterodosse, che si discostino dai secolari valori umani e morali. Nei limiti del possibile, affronto i vari argomenti partendo degli indirizzi e dagli insegnamenti della classicità greca e latina, per far capire che, nonostante il progresso e la civiltà, a distanza di secoli, permangono: durezza d’animo, iniquità, cattiverie umane, perfidie e perversità. La scelta degli argomenti di ogni saggio li scelgo alla luce dei citati presupposti.

Come si è preparato per scrivere questo libro, qual è stato il suo processo di ricerca? 

Come anticipato più sopra, prima di apprestare un saggio, leggo opere e testi di vari autori e di diverse formazioni culturali. Una volta formata e consolidata la mia idea generale su un dato argomento, prendo le mosse dagli indirizzi e dagli insegnamenti della classicità greca e latina: cinque millenni di storia e di cultura hanno molto da insegnare a tutti, al destrorso come al sinistrorso pensiero moderno. Il mio processo di ricerca prende il via da questi presupposti, in ogni valutazione e riflessione successiva non perdo mai di mira i valori umani e morali, oggi abbandonati non solo dagli onorevoli signori dell’Emiciclo ma anche da molti cittadini. Le classicità greca e latina insegnano che senza basi valoriali e morali l’umanità è destinata ineluttabilmente a regredire. I primi a dare il buon esempio di comportamenti morali e secondo etica dovrebbero essere gli onorevoli signori dell’Emiciclo ed a seguire gli intellettuali, i magistrati, i pubblici dipendenti, i giornalisti, gli imprenditori. In una moderna società civile, oltre a solide basi valoriali e morali, tutti devono impegnarsi a fondo per rispettare i dettati costituzionali, le leggi e le regole basilari, costituenti vera garanzia di progresso e civiltà. Le scuole di pensiero di ogni epoca hanno sempre ritenuto che la convivenza civile e l’infinita serie di rapporti umani richiede un corpo di leggi e un’organizzazione secondo principi che si traducono in regole e norme. Nel vigente sistema, in primo luogo, devono trovare concreta e fattiva applicazione due articoli fondamentali della Costituzione:

  • 54, secondo cui tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. Le funzioni pubbliche vanno adempiute con disciplina ed onore
  • 97, secondo cui va assicurato il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.

Tanto più i dettati costituzionali sono osservati dai componenti la società civile, quanto più lo Stato è forte e quanto più ampia è la grandezza e la potenza del medesimo. In via di fatto, l’osservanza dei dettati in questione, quando si riscontra, si compie «all’italiana», salvando la forma e ignorando per lo più la sostanza. Va detto poi che la manifesta e reiterata violazione dei citati fondamentali doveri – fedeltà, disciplina ed onore – e dei basilari principi – buon andamento e l’imparzialità – è priva di sanzioni, fatto questo che provoca sconcerto generale. Nel mio saggio, laddove descrivo la realtà italiana, sottolineo con forza il rispetto della Costituzione. Cerco di far capire in tutti i modi che stiamo vivendo una situazione in cui è poco conosciuta la severità ed è invece molto diffuso il permissivismo, così come sono molto diffuse forme comportamentali di slealtà, di malafede e di scarsa moralità pubblica e privata. Di questo passo non si può certo sperare in un futuro migliore.

Qual è il target di lettori per il suo libro?

Ritengo che questo mio saggio, come del resto i precedenti, sia di interesse per quei lettori che non hanno ceduto la testa e la coscienza al partito e siano costretti a ragionare esclusivamente con quella di quest’ultimo. In genere, i lettori che hanno un’idea soggettiva dei valori, raramente avvertono sensi di colpa o di rammarico, non hanno consapevolezza di compiere azioni eticamente e moralmente riprovevoli, perché la coscienza rimorde solo chi ce l’ha, non chi l’ha tolta di mezzo. A questo riguardo, si richiama l’alto pensiero di Mohandas Karamchand Gandhi (comunemente noto col nome di Mahatma – grande anima, 1869-1948):

«chi non controlla i propri sensi è come chi naviga su un vascello senza timone, destinato a infrangersi in mille pezzi non appena incontrerà il primo scoglio».

In genere, chi non controlla i propri sensi è perché vive l’onestà, la moralità e l’etica in modo del tutto soggettivo, rinnega la retta interiorità e spiritualità, si lascia sopraffare non solo dall’irrazionalità e dall’insensatezza ma anche da passione politica, dall’emotività, dall’impulsività. Ritengo che i lettori di questa estrazione non possano apprezzare i miei saggi.

Lei ha scritto e pubblicato molti libri, quale consiglio darebbe ad un aspirante scrittore?

Non è facile dare consigli ad «aspiranti scrittori», sia perché in genere sono tutti influenzati, chi più e chi meno, da una propria cultura, esperienza di vita e formazione, ma poi anche da un orientamento politico di destrorso o sinistroso pensiero. Lo scrittore ideale è quello che sa estraniarsi da questi influssi e insidiosi tentacoli, si propone di essere oggettivo, imparziale, equilibrato, non cede per nessun motivo a pressioni esterne di sorta. Tuttavia, azzardo un suggerimento generale, che mi sembra scontato per ogni aspirante scrittore, quello di leggere molto e formarsi una buona cultura di base prima di addentrarsi in qualsiasi genere di scrittura.

Parlare con Fabio Bortolotti è stato piacevole e stimolante. Siamo sicuri che anche voi lettori troverete tanti interessanti spunti tra le pagine di “Spiritualia et Realia”. Buona lettura e alla prossima intervista.

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