GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Yggdrasill – Salvatore Gioia

Quando abbiamo incontrato Salvatore Gioia siamo rimasti subito affascinati dalle parole con le quali descriveva “Yggdrasill”, la sua opera prima pubblicata per il Gruppo Albatros. Dalla nostra conversazione sono emersi tanti stimoli interessanti, che desideriamo in questa sede condividere con voi, per mostrarvi aspetti inediti di un’opera che saprà incuriosirvi e affascinarvi.

Cosa significa “Yggdrasill”?

Nella mitologia norrena è l’albero cosmico che sorregge il mondo e l’intero universo. Contestualizzato al romanzo Yggdrasill rappresenta l’incontro tra il cristianesimo e la cultura precristiana; è la colonna portante che regge la terra, ci pone domande e interrogativi su dove il nostro isolamento interiore ci ha condotto. Yggdrasill rappresenta la luce, la speranza di un mondo migliore ponendo il tema dell’uguaglianza di tutti i popoli. Esso rappresenta l’intero ciclo vitale e la posizione che noi dovremmo occupare all’interno di esso.

C’è un’influenza esoterica nella sua narrazione?

L’esoterismo è sicuramente uno dei pilastri di questa storia ma non è l’unico; così come i rami dell’albero cosmico, questi pilastri si intrecciano tra loro dando vita all’incontro tra il nostro “Io” primordiale (ciò che eravamo prima dell’avvento del cristianesimo, ebraismo ecc.) e quello dei tempi nostri. E tra i rami spaziano, crescono e si evolvono i personaggi, intensificano il loro legame diventando un tutt’uno con la materia e lo spirito dell’ “Uno”.

Come descriverebbe Luca, il nostro protagonista? Possiamo in qualche modo scindere la sua personalità in Luca prima di Cambridge, e Luca dopo?

Luca inconsciamente ha un profondo legame con tutto ciò che è spirito, è la chiave di un mondo invisibile ai nostri occhi ma nonostante ciò è la persona che meno si è evoluta, o meglio è il personaggio che meno si è sforzato al cambiamento nonostante le vicissitudini facciano pensare al contrario.  Sia chiaro che non è per sminuire tutto ciò che ha fatto, solo che Luca era già così come lo vediamo all’inizio della storia. In realtà è tutto il mondo intorno a lui che si evolve radicalmente. Basti osservare le azioni dei due genitori disperati alla ricerca dei loro figli scomparsi; Hector sarà la chiave per la resurrezione interiore per se e suo figlio,  senza il quale non sarebbe potuto reggere il potere dei sei, mentre  Mauro servirà da collante tra tutti i membri, avendo compreso in prima persona l’immensa diversità e bellezza che lo circonda. Le evoluzioni che a mio parere destano scalpore sono quelle dei due professori i quali traghettano i lettori nella trama; riallacciandomi alla domanda precedente diventano i veri traghettatori dall’ “IO” primordiale all’ “IO” avanzato.

C’è un personaggio del suo libro che vorrebbe essere nella vita reale? Perché?

Non c’è un personaggio preciso che vorrei essere, in alcuni aspetti posso rispecchiarmi in un personaggio che mi sta molto a cuore, il detective Harold May, lui inizialmente è governato dal suo ego, ha bisogno costantemente di sentirsi vincitore con la logica materialistica e le sue deduzioni, probabilmente per nascondere la sua insicurezza. Seana lo aiuta per liberarsi dal peso delle proprie oppressioni mostrandogli un nuovo modo di vedere le cose del mondo.

Qual è il suo consiglio per gli aspiranti scrittori?

Beh quello che posso consigliare è non arrendersi mai alle difficoltà, ci saranno momenti di sconforto, mille dubbi sul proprio modo di raccontare una storia e timori sul fatto che possa piacere o meno. Ma la realtà è che noi scriviamo perché è la nostra anima che ne ha bisogno, vogliamo creare ponti e strade che collegano i sogni dei lettori ai nostri.

Ringraziamo Salvatore Gioia per averci concesso questa intervista, è stato davvero un piacere scoprire di più sul suo libro “Yggdrasill” e sulla sua esperienza come autore. Buona lettura e non dimenticate di lasciare il vostro commento qui sotto!

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