Con il nostro post di oggi desideriamo farvi conoscere “Bella Ciao. Riso, libertà e futuro”, il nuovo libro di Carlo Sessa al quale siamo particolarmente affezionati. Abbiamo posto qualche domanda al nostro autore, così da approfondire insieme il suo percorso di scrittura.
Qual è il tema centrale dalla sua Opera? Cosa l’ha spinta a sceglierlo?
Tema centrale della mia opera è la nascita della canzone Bella ciao. Come raccontato nella prefazione del libro la scelta è stata casuale, inaspettata e anche a distanza di chilometri dall’Italia, durante una vacanza a Berlino, mentre visitavo una mostra di artisti contemporanei in un museo della capitale tedesca. L’ho scelto perché volevo saperne di più, avevo domande che cercavano una risposta, e quelle che trovavo – quasi da subito, già la sera stessa cercando in rete con il mio pc nella casa presa in affitto per la vacanza – non erano esaustive. Ero tornato a Milano con un pallino nella testa, darmi delle risposte esaudienti. Inizialmente l’idea era quella di un piccolo testo, non più di venti pagine da utilizzare come accompagnamento a un’opera d’arte, un’installazione, magari con il coinvolgimento di alcuni amici e compagni del liceo artistico o dell’Accademia di Belle Arti. Non avrei mai pensato che più leggevo e più volevo conoscere, e più conoscevo più volevo scrivere delle storie su questi fatti e personaggi. C’è un proverbio rom che dice Se non vuoi vedere a che serve una stella? Io continuavo a vedere e volevo scrivere, scrivere e non fermarmi a solo venti pagine.
Come si è preparato per scrivere questo libro, qual è stato il suo processo di ricerca?
I primi passi sono stati abbastanza semplici, come il cercare su internet “storia di…” o “nascita di…”, ma le risposte erano affazzonate, incomplete secondo me, perché mi riportavano nomi, luoghi e personaggi senza andare a spiegarne ulteriormente la storia. Così da quegli spunti iniziali ho cercato di approfondire sui libri le vicissitudini e le loro concatenazioni. Leggere, scartare, confrontare e prendere appunti di tutto ciò che trovavo utile o interessante. Questo è stato un lavoro giornaliero, durato quasi un anno e mezzo. Tutti i giorni chiuso all’interno delle biblioteche a sfogliare per ore libri, articoli o periodici pubblicati in un arco di tempo che andava dalla fine all’inizio del ‘900. Cercare testimonianze in interviste o documentari, ascoltare e appuntarne le canzoni, una frase, un proverbio. Quando ormai pensavo di avere tra le mani abbastanza materiale, ho cercato di raggruppare in sezioni tutti gli appunti, per avere modo di poter selezionare e andare a costruire i vari capitoli intersecandoli tra loro, come in un ricamo. Capitava anche tra le mani, tra le mie letture che trovassi qualcosa di interessante e allora lo aggiungevo, dandomi ad un certo punto un limite, uno stop, per far sì che tutta questa ricerca potesse prendere vita.
Possiamo definire la sua Opera una commistione di saggistica, narrativa e forse anche poesia?
Sì, direi di sì, anche se io l’ho sempre percepita come un saggio, una ricerca, una tesi, forse ci può essere un pizzico di narrativa e poesia nel leggere le storie dei personaggi che vengono presentati nel libro. Il focus centrale del racconto è la canzone Bella ciao, ma a farne da contorno sono soprattutto le storie delle donne e il ruolo che hanno avuto nel succedersi degli eventi passati. È già difficile non provare empatia quando si legge di un personaggio immaginario in un romanzo figuriamoci con una testimonianza reale. E la narrativa e la poesia fanno questo, suscitano emozioni. Quindi all’idea asettica e seriosa del saggio, ci può stare anche una parte più fluida e malleabile della prosa letteraria o poetica. Poi naturalmente anche il fruitore finale, il lettore, avrà modo di incasellare nella sua personale celletta la categoria alla quale l’opera secondo lui appartiene.
Qual è il target di lettori per il suo libro?
Direi un target alto per quanto riguarda l’età, direi per ragazzi dalle superiori in su, almeno questo è quello che ho riscontrato non solo io, ma anche alcuni miei colleghi che lo hanno letto. Poi certo, si possono calibrare gli argomenti all’interno del libro in rapporto al fruitore finale, nel mio caso ai ragazzi di terza media, semplificando concetti e storie affinché siano di facile comprensione e acquisizione nel loro bagaglio personale. Se invece dobbiamo riferirci a un target sociale e culturale, direi che è un libro per tutti coloro che vogliono conoscere qualcosa di più. Quando iniziai questo viaggio alla scoperta di Bella ciao, la mia intenzione non è mai stata quella di una presa di posizione verso uno schieramento o l’altro, (è implicito che non si può scindere il fatto che si arrivi a parlare di Fascismo e Resistenza), ma volevo solo capire come, quando e perché era nata. Questo mi ha portato a leggere e confrontare tanti temi e storie. Ci sono stati amici da sempre di destra che lo hanno acquistato, letto e fatto i complimenti, quindi direi che è un libro per tutti coloro che vogliono scoprire qualcosa di più sulla storia di una canzone e del suo passato, di chi ne ha tessuto le trame inconsapevolmente e anonimamente, legata sì oggi a un’idea di politica, ma che poi, nella realtà dei fatti non è proprio così.
Quali sono i suoi futuri progetti di scrittura?
Ad oggi non ho dei concreti e futuri progetti di scrittura, mi piacerebbe come con Bella ciao che ci fosse qualcosa che mi incuriosisse e mi spingesse a capire e cercare di più. Ci sono domande che mi pongo, ma per adesso restano lì. Mi piace fare ricerche, leggere, confrontare, confermare o confutare, ma anche scrivere un romanzo, lasciare spazio all’immaginazione di creare storie, personaggi, luoghi, emozioni è una delle tante strade che mi piacerebbe intraprendere. Nella mia testa prendono vita scene, protagonisti, dialoghi, ma per ora restano lì in sordina, una fantasia. Forse è più facile quest’ultimo, se penso a tutti i giorni e le ore necessarie e trascorse per recuperare le informazioni per la stesura di Bella ciao. Riso, libertà e futuro, oggi non ne avrei più la possibilità, e anche se lo trovassi (il tempo), le tempistiche si andrebbero a prolungare e di tanto. Scrivere un saggio ha bisogno di tempo, e tra gli impegni scolastici, il disegnare e progetti vari prioritari e non, questo è sempre poco. Per adesso preferisco leggere romanzi, mondi scritti da qualcun altro e perdermi, immedesimarmi, sognare o anche arrabbiarmi verso certi personaggi, però non voglio accantonare la scrittura, il spronarmi a raccontare ancora qualcosa mi giunge dalla frase che mi è stata rivolta dalla mamma di un amico di vecchia data e assidua lettrice, quando incontrata per caso sotto il campanile della chiesa parrocchiale dopo i quotidiani convenevoli, si è rivolta a me dicendomi: “Ho letto il tuo libro, bello. Scrivi ancora, scrivine altri”.
Carlo Sessa è stato un ottimo interlocutore e desideriamo ringraziarlo per il suo intervento. Vi invitiamo ancora una volta a leggere “Bella Ciao. Riso, libertà e futuro” e vi aspettiamo, come di consueto, per la prossima intervista. Buona lettura.