Quando abbiamo incontrato Bloodseas siamo rimasti subito affascinati dalle parole con le quali descriveva “Come cenere nel vento” la sua opera prima, pubblicata per Gruppo Albatros Il Filo. Dalla nostra conversazione sono emersi tanti stimoli interessanti, che desideriamo in questa sede condividere con voi, per mostrarvi aspetti inediti di un’opera che saprà incuriosirvi e affascinarvi.
Come nasce questo libro?
“Come cenere nel vento” non è altro che il frutto di un periodo alquanto impervio che Bloodseas, nel marzo del 2020, ha vissuto: un viluppo di pensieri ed emozioni impetuose bramanti di quiete e la quale stessa stasi è stata possibile solo attraverso la scrittura, che Bloodseas, proprio per la mansione purificatoria da essa esercitata, definisce panacea. Di fatti, cosi come quest’erba era in grado di debellare mente e corpo da ogni tipo di infermità fisica e/o psichica, così è stata la stesura del libro per Bloodseas: tutto quell’infausto vagheggiare assumeva man mano la sua forma più distinta, concreta e pertinente trasfigurandosi in aforismi, azioni, nomi e a poco a poco la sua anima si sbrigliava, preconizzando il suo corpo sempre più leggero, svuotato da quei presagi nefasti i quali, in una pacata agonia, la stavano fagocitando. Insomma, è esattamente così che è nata la storia: pensieri defraudati, spirito risanato.
Chi è Hirashima Maeda?
Il protagonista del romanzo: un uomo la quale peculiarità, a differenza di Masako, altro personaggio protagonista, che tende a celare i suoi scheletri nell’armadio sotto maschere di parvenze, di personalità fallacemente lapidarie, è la limpidezza assoluta. Malgrado le sue abitudini intemperanti, quali l’ardore per il gioco d’azzardo e il sesso soverchio, riesce a mantenere immutata e immacolata la sua indole ossequiosa e altruista, allignandosi capace di amare in maniera virulenta e pura perché, ancor prima di lodare il corpo, Hirashima lambisce l’anima di chiunque viene cozzato dalla sporadica fortuna di inerpicare nel suo cammino. Se Bloodseas dovesse descrivere Hirashima, lo farebbe utilizzando l’aforisma “uomo d’altri tempi” o “la mosca bianca in uno sciame di nere.” Questo perché, come esplicitato un palpito fa, Hirashima, in una società ormai sempre più incardinata sugli stereotipi e sborniata dalle apparenze, da tutto ciò che è anodino, egli sa proiettarsi oltre, senza mai lasciarsi arginare o sgomentare da presagi primordiali o da fortuite barriere, ma riuscendo a sfondare possibili brocchieri solo per raggiungere l’essenza della persona e accettarla, amarla nel modo più innocente e veemente possibile, nonostante e con tutte le fantomatiche sbavature, anche quelle più plumbee e atterrenti.
Qual è stato il suo processo di pianificazione della trama di questo libro?
Bloodseas scrive celermente: non ha bisogno di pianificare perché l’ispirazione avviene subitaneamente e ad essa si costeggia la lestezza nella stesura. A contatto con la scrittura, ogni tipo di percezione, aprioristica o desunta, si annulla trasportando la sua mente in quel cosmo da lei maggiormente ambito, lo stesso che le consente di concretizzare tutto ciò che lei incuba: la fantasia. Una volta terminato un capitolo si dedica poi alla sistemazione della sintassi e dell’ortografia perché, da persona cavillosa, non tollera vedere neanche una sottigliezza fuori posto!
Quale personaggio del suo libro ha trovato più difficile da creare?
Può sembrare bislacco da rivelare, ma nessuno: i personaggi di “Come cenere nel vento” sono il risultato di emozioni, pensieri, fantasia, che sin dall’età puerile barda la sua mente e pezzi della sua personalità, tutti conglobati nel loro ordine, tutti figurati al loro posto proprio come un puzzle da comporre. Questo per dire che Bloodseas già aveva pianificato ogni minuzia dall’ inizio alla fine senza mai stramazzare in blocchi o sgomento generale, come spesso può accadere durante la creazione di un racconto.
C’è una scena del suo libro che le è particolarmente cara? Perché?
Nello specifico no, perché ogni pagina possiede encomiabilità: ogni capitolo, ogni scena è cara a Bloodseas perché ognuna di essa riverbera e rinserra un suo pensiero, una sua emozione, un suo stato d’animo, un frammento della sua personalità, una reminiscenza di un periodo ilare o mesto. Ogni capitolo è estimato perché ognuno di essi, dietro uno stile complesso, descrizioni opime, dialoghi suggestivi, scene pittoresche e dalle svolte inaspettate, racchiude la sua anima, quella che ella anela far trasparire e donare attraverso tutti questi elementi appena elencati.
Desideriamo ringraziare Bloodseas per averci svelato alcuni dettagli inediti sul suo percorso di scrittura. Siamo sicuri che “Come cenere nel vento” saprà incuriosirvi proprio come ha fatto con noi. Buona lettura e alla prossima intervista.