GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: In una scatola tengo le mie vite – Marco Barbarotto

Parlare di poesia è approfondire gli aspetti più intimi e personali dell’animo umano: svelarli metterebbe da parte tutto l’incanto, ma suggerirli con parole dense ed evocative permette di creare un legame inscindibile tra le corde interiori del poeta e del lettore. Di questa levità si compone la raccolta poetica “In una scatola tengo le mie vite” e pubblicata per il Gruppo Albatros. Ne abbiamo parlato direttamente con l’autore della silloge Marco Barbarotto.

Qual è il tema principale di questa raccolta?

Questa raccolta è frutto del caso, scrivendo puramente per me, e trovandomi a riordinare fogli sparsi, quaderni ingialliti, alcuni in mobili dismessi in garage. Comincio allora a ricopiarli al computer, mi riallaccio al caso, per impulso invio trenta pensieri ad Albatros senza un filo logico.

Come definirebbe il suo stile di scrittura?

Io scrivo come impulso, a ricordare un mio stato, come disegnare il sogno al risveglio il mio pensiero è già divenuto bugia, io rimango spettatore della favola, non penso allo stile quando scrivo, disegno il mio sogno.

Da dove trae ispirazione per le sue poesie?

Ispirazione, è tutto o semplicemente curiosità una parola rubata a chi passa, un articolo di giornale, i miliardi di pensieri che non possono per natura fermarsi, prenderne uno come dipanarlo dalla matassa.

C’è una poesia in questo libro che la rappresenta maggiormente? Perché?

La poesia che dà il titolo, rappresenta me e il caso, è stata scelta dal mio editor, ma  personalmente non avrei mai scelto quella però, a rileggerla la vedo come la rottura da cui parte la svolta, una tragedia da cui sono rinato.

Quali sono i suoi futuri progetti di scrittura?

Progetti? Scrivo pensieri forse per non doverli ricordare come “un ubriaco canta amore alle persiane”!

Avere l’occasione di sbirciare nell’universo poetico di “In una scatola tengo le mie vite” è stata per noi un’esperienza piacevole e suggestiva, desideriamo quindi ringraziare Marco Barbarotto per il confronto che ci ha concesso e per aver condiviso altri frammenti di sé con il lettore. Grazie anche a voi lettori di essere giunti fin qui: buona lettura e alla prossima intervista.

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