Benvenuti a questa nuova intervista per il nostro blog. Oggi abbiamo il piacere di fare una chiacchierata con Gaia De Giorgi. Siamo certi che questa intervista vi aiuterà a conoscere meglio questa talentuosa scrittrice e a capire cosa c’è dietro alla sua opera “Cicatrici a forma di quadrifoglio”. Benvenuti, dunque, a questa nuova avventura letteraria!
Chi sono Alba e Angelo?
Alba e Angelo sono due adolescenti che come tutti sono spaventati dal modo che li circonda. Provano le stesse emozioni ma con un atteggiamento opposto: Alba è testarda, impacciata e un po’ dannata; Angelo è deciso, entusiasta e dannato tanto quanto lei.
Quanto conta l’influenza del passato, delle cicatrici, in questo romanzo?
Le cicatrici sono il fulcro di tutto il romanzo, e di tutte le nostre vite. Sono quel dolore nascosto e passato che determinano il nostro rapporto con il mondo, come lo è per i due protagonisti dell’opera. Il passato doloroso da cui Alba e Angelo cercheranno di scappare con tutte le loro forze uscendone stremati, riesce a contaminare anche il presente, lasciando una domanda per tutto lo scorrere dell’opera: contaminerà anche il futuro?
Nel suo romanzo c’è molta introspezione, come ha differenziato i passaggi più intimi e l’animo dei due protagonisti?
E’ attraverso l’introspezione che sono narrati gli avvenimenti del libro, attraverso le associazioni libere di pensiero della protagonista. E’ stato molto intenso per me immedesimarmi nei panni di Alba e vivere una vita così distante dalla mia, ma le emozioni che si provano durante il periodo dell’adolescenza, il primo amore, la prima volta, quel sentimento di inadeguatezza e quella vocina dentro alla testa che ti dice di non essere abbastanza, penso che le provino tutti. Ed è proprio dalla mia esperienza personale che ho potuto attingere per il materiale più intimo e profondo.
Qual è il target di lettori per il suo libro?
Penso che “Cicatrici a forma di quadrifoglio” sia a tutti gli effetti un romanzo adolescenziale, scritto durante la mia adolescenza e dedicato a tutti miei coetanei. è un’opera per adolescenti ma anche per i genitori di questi ultimi che vogliono riuscire a tornare con la testa e con i ricordi a quel periodo passato per cercare di comprendere meglio i loro figli.
Quali sono le sue fonti di ispirazione per la scrittura?
Per scrivere ho sempre trovato ispirazione nella mia quotidianità, nelle cose che mi circondano e nei sentimenti che provo, senza che la scrittura risulti essere un esercizio autobiografico. Al contrario, cerco di regalare alle mie emozioni diversi personaggi e situazioni per rileggerli in una chiave diversa e farli tornare dentro di me. Questo percorso circolare mi aiuta a capirmi e a scrivere in modo autentico.
Concludiamo questa intervista ringraziando Gaia De Giorgi per il suo tempo e per aver condiviso con noi alcuni spunti interessanti sulla sua opera “Cicatrici a forma di quadrifoglio”. Speriamo che i nostri lettori abbiano trovato utile questo scambio di idee e che decideranno di leggere il libro di cui abbiamo parlato oggi.