GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: APOLLO. Nelle ali una speranza – Mariangela Iacovino

Con il nostro post di oggi desideriamo farvi conoscere “APOLLO. Nelle ali una speranza”, il nuovo romanzo di Mariangela Iacovino, al quale siamo particolarmente affezionati. Abbiamo posto qualche domanda alla nostra autrice, così da approfondire insieme il suo percorso di scrittura.

Il protagonista di questa storia è Apollo. Chi è?

Apollo è un capovaccaio, il più piccolo avvoltoio europeo. E’ un animale a rischio d’estinzione nel nostro paese, dove sono rimasti pochissimi esemplari. In Basilicata sopravvivono ancora due coppie nidificanti, una nella valle dell’Agri, dove è ambientato il racconto. Il capovaccaio e’ un migratore: ogni primavera torna in Italia per nidificare per poi ripartire alla volta dell’Africa a fine estate. La particolarità di questo racconto è che Apollo non è un animale frutto della mia immaginazione, ma è realmente esistito e ha vissuto buona parte delle avventure narrate nella storia. Infatti, ogni anno vengono rilasciati in Basilicata dei capovaccai nel tentativo di salvarli dall’estinzione. E Apollo è appunto uno dei protagonisti di un progetto di “restocking” realizzato in Val d’Agri nel 2017. Apollo è nato e cresciuto in Toscana, presso il CERM (Centro Rapaci Minacciati), ed è arrivato a San Martino d’Agri a giugno, insieme ad altri capovaccai. Ha vissuto in in una voliera per circa un mese e poi è stato liberato. All’inizio non sapeva volare e non era abituato a vivere al di fuori dell’ambiente protetto della voliera. Per questo è stato seguito e monitorato costantemente dai volontari, per proteggerlo dai pericoli, e dopo circa 40 giorni è partito per l’Africa. Non sappiamo dove sia oggi ma noi continuiamo ad aspettarlo nella valle.

Apollo incontra tanti amici lungo il suo viaggio, come ha scelto questi personaggi?

La scelta dei personaggi non è stata casuale. Innanzitutto tutti gli animali di cui si parla nel libro vivono nell’area in cui si svolge la storia, quindi è possibile che Apollo li abbia incontrati. In alcuni casi abbiamo la certezza che l’incontro ci sia stato, poiché erano state collocate nell’area diverse fototrappole al fine di monitorare Apollo; i video hanno dimostrato che ha interagito più volte con nibbi e corvi, in genere per contendersi il cibo. Ho voluto inserire proprio quegli animali per raccontare la straordinaria biodiversità di quest’area e per accendere i riflettori su un territorio che deve essere tutelato. Molti degli animali descritti nel racconto, infatti, sono a rischio d’estinzione o già estinti in diverse aree delle penisola. Qui ancora sopravvivono ma se non faremo niente per proteggerli li perderemo per sempre. L’esempio più chiaro è probabilmente quello dell’ululone appenninico, un piccolo rospo, che è inserito nella lista rossa IUCN. Qui in val d’Agri, più precisamente nell’area del monte Raparello, sopravvive una delle popolazioni più numerose d’Italia, ma ogni anno perdiamo siti di riproduzione e di conseguenza esemplari. Se non si farà nulla per invertire questo trend, nel giro di qualche anno l’ululone sparirà completamente da questi territori. Lo stesso discorso vale per la lontra, per i grifoni e per tanti altri animali.

Quanto è importate raccontare le storie di questi animali, talvolta poco conosciuti, per sensibilizzarne la salvaguardia?

Parlare di questi animali è di fondamentale importanza! Il primo passo per tutelarli è conoscerli, sapere dove sono, quanti sono, quali sono le minacce costanti a cui sono sottoposti e poi adoperarsi per la loro sopravvivenza. Può sembrare assurdo, ma sono in tanti a non sapere dell’esistenza di questi animali. E vale anche per le persone che abitano questi territori. Come possiamo adoperarci per la tutela se nemmeno sappiamo della loro presenza? La diffusione di un’ informazione adeguata e corretta è di vitale importanza, anche perché spesso questi animali sono vittime di retaggi culturali ancestrali: vengono attribuite loro caratteristiche sbagliate, sono considerati pericolosi, dannosi e spesso proprio per questo vengono uccisi. Bisogna accendere i riflettori affinché si possano realizzare progetti di conservazione seri e bisogna farlo subito!

A chi è rivolta il suo libro?

Il mio libro è rivolto a tutti. E’ una favola, certo, per cui si potrebbe pensare che sia rivolto soprattutto ai giovanissimi. Ma in realtà non è cosi. Va bene per i bambini sicuramente, ma credo debba essere letto anche dagli adulti, perché il messaggio che vuole diffondere è trasversale. Tutti dobbiamo modificare il nostro comportamento, tutti dobbiamo adoperarci per salvaguardare il pianeta e dobbiamo imparare a convivere con le altre specie viventi. I livelli di lettura sono diversi e sicuramente offre spunti di riflessione validi per tutti. Il grido di aiuto degli animali della valle, il messaggio di speranza portato da Apollo, la percezione dell’uomo come portatore di distruzione e morte, l’idea che ogni singolo animale può essere determinante in termini di salvezza della specie e che tutto ciò che facciamo (o non facciamo) alla natura si ripercuoterà su noi esseri umani sono concetti che devono far riflettere a tutte le età. Devo dire che ho ricevuto diversi feedback da chi ha letto il racconto e mi fa molto piacere che tutti alla fine si siano affezionati ad Apollo e agli amici della valle. E’ un primo passo verso una maggiore consapevolezza.

Le piacerebbe parlarci del CSN, Centro Studi Naturalistici Nyctalus?

Il Csn Nyctalus è un piccola associazione nata nel 2009, da un gruppo di amici appassionati di ambiente. Nel corso degli anni l’associazione ha realizzato tanti piccoli progetti per la salvaguardia ambientale. Abbiamo ripristinato siti di riproduzione per rettili e anfibi, collocato cassette nido per uccelli e pipistrelli, salvato decine e decine di animali. E soprattutto abbiamo cercato di diffondere una cultura ambientale, attraverso convegni, incontri e progetti di educazione ambientale. Siamo profondamente convinti che  una adeguata conoscenza sia fondamentale e grazie alla costante opera dei volontari del CSN si è diffuso un atteggiamento più consapevole che, quasi per magia,  ha favorito una più pacifica convivenza tra uomini e animali. Per fare un esempio: fino a qualche anno fa un pipistrello che entrava in una casa era condannato a morte certa. Oggi non è più cosi: è bastato spiegare come fare, dare giuste informazioni e senza nemmeno rendercene conto abbiamo salvato decine di piccole vite. Lo stesso vale per i serpenti: ne abbiamo recuperati tantissimi in giardini e orti!

Inoltre, monitoriamo costantemente il territorio, al fine di proteggerlo nel migliore dei modi. Abbiamo collaborato e collaboriamo ancora con esperti di diversi settori (ornitologi, erpetologi, chirotterologi, botanici..) per realizzare progetti diversi, sempre nell’ambito della tutela. Questa associazione è nata dalla consapevolezza che questo territorio, come uno scrigno, conserva al suo interno preziosi tesori che devono essere tutelati. E devo dire che nonostante le difficoltà siamo riusciti ad ottenere importanti risultati. Certo, le cose da fare sono ancora tante, ma noi nel nostro piccolo continuiamo a lottare e a impegnarci. Siamo una goccia nel mare, ma la consapevolezza di operare per il bene e la soddisfazione di salvare piccole vite, ci da una grande forza.

Le parole di Mariangela Iacovino ci hanno permesso di approfondire i temi principali del suo libro “APOLLO. Nelle ali una speranza” e di questo siamo particolarmente entusiasti. Speriamo di avervi offerto, con questa intervista, dei buoni consigli per i vostri prossimi acquisti in libreria. Buona lettura e alla prossima intervista.

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