GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: LA MIA POSITANO – FLAVIA DE LUISE

Quando abbiamo incontrato Flavia De Luise siamo rimasti subito affascinati dalle parole con le quali descriveva “LA MIA POSITANO”, la sua opera prima, pubblicata per il Gruppo Albatros. Dalla nostra conversazione sono emersi tanti stimoli interessanti, che desideriamo in questa sede condividere con voi, per mostrarvi aspetti inediti di un’opera che saprà incuriosirvi e affascinarvi.

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Positano è uno dei luoghi più incantevoli del mondo, quanto contano le sue radici e l’amore per la sua terra?

Le radici contano molto, certo, ma innamorarsi di Positano è facile anche per chi non ci è nato. Basta venirci per un poco, per sentirsi in famiglia. Ero ragazza quando mi dicevano: “Siete in uno dei posti più belli del mondo” – e   non ci volevo credere. Ma poi ho capito che era vero.

Nel suo libro parla di “Positanesità”, che cosa intende?

Si intende accoglienza, far sentire l’ospite come a casa sua e non un estraneo. Ma si intende anche un certo carattere, un amor proprio che impedisce all’accoglienza di diventare “servilismo”. Da noi tutti sono importanti nello stesso modo, dal vicino di casa all’attore famoso in visita. E fra compaesani c’è sempre stata grande solidarietà.

In questo romanzo racconta la sua storia familiare ma si sofferma su alcuni personaggi che ha incontrato durante la sua vita, vuole accennare ad uno di questi?

Ricordo con piacere la nostra prima cliente, Trude Zeiss, che a Natale ci faceva avere i dolcetti che fanno in Germania – e noi ricambiavamo con le zeppole napoletane. Lei ai nostri inizi, due ragazze che non avevano familiarità con i soldi, incoraggiava me e mia sorella Luisa ad accettare i pagamenti dalle clienti senza remore. “È il dovuto avete lavorato!”, ci rimproverava. Aveva una storia particolare: durante la guerra, nella Roma occupata, esponendosi con i tedeschi che conosceva riuscì a salvare sia il compagno, di origini ebraiche, che molte altre persone. Fece liberare anche Milaide Riccio, finita in carcere come partigiana, che poi nel dopoguerra venne a Positano e diventò mia affezionata cliente a sua volta. Trude per quello che faceva alla fine era stata anche deportata, ma era riuscita a salvarsi, per fortuna.

Lei è stata per anni la titolare di un noto salone di Coiffeur di Positano, cosa le manca di più del suo lavoro?

La mia fantastica clientela, con la quale ho avuto un’empatia e delle amicizie straordinarie. Alcune di loro mi hanno anche aiutata nei momenti difficili e tutte sono sempre venute da me dimostrando affetto e stima.

Qual è stato il feedback più gratificante che ha ricevuto finora sulla sua Opera?

Quello dei tanti che mi hanno fatto le congratulazioni e si sono goduti la lettura e le immagini del libro, delle volte persino ringraziandomi per aver fatto ricordare a ciascuno la “sua” Positano. E questo mi ha commossa. Ma soprattutto mi ha molto gratificata il nostro sindaco Giuseppe Guida, che ha inserito “La mia Positano” nella Biblioteca Comunale. Ora il mio libro è nella memoria culturale del paese e alla mia età, sapere di lasciare qualcosa alla collettività è molto importante. E bello.

Con queste parole si conclude l’interessante intervento di Flavia De Luise sul suo libro “LA MIA POSITANO”. È stato un piacere per noi ospitarla nel nostro blog e speriamo di rivederci presto, magari per il prossimo libro. Buona lettura e alla prossima intervista.

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