Benvenuti a questa nuova intervista per il nostro blog. Oggi abbiamo il piacere di fare una chiacchierata con Gaia Zanini. Siamo certi che questa intervista vi aiuterà a conoscere meglio questa talentuosa scrittrice e a capire cosa c’è dietro alla sua ultima Opera “Tradurre il mondo in cielo”. Pronti, dunque, per questa nuova avventura letteraria!
Qual è il tema centrale dalla tua Opera? Cosa ti ha spinto a sceglierlo?
“L’importante nella vita non è fare qualcosa, ma nascere e lasciarsi amare”: questa frase di Chiara Corbella, per me illuminante, rappresenta il tema centrale della mia Opera. L’importante è solo questo, lasciarsi amare, ma talvolta è proprio la cosa più difficile, perché siamo tutti intimamente tormentati dalla convinzione di non meritare amore. Questa convinzione viene dalla voce dell’ego, una struttura di pensiero fondamentalmente contraria alla vita, che parte da qui: il suo lavoro costante e sotterraneo è quello di farci credere di essere “sbagliati”, “colpevoli” di qualcosa di indefinito tale per cui non meritiamo di essere amati, non meritiamo la vita. E quanta sofferenza nasce da questo, quante battaglie, quanti errori! L’Opera analizza le particolari dinamiche di azione e di difesa dell’ego, le molte maniere in cui esso imprigiona la vita; ma soprattutto si cerca di intravvedere la via d’uscita a tutto ciò, che è la via dello Spirito Santo.
Ho scelto questo tema perché descrive in modo sintetico e chiarissimo le motivazioni di “come va il mondo”, fuori e dentro di me, dandomi una chiave di trasformazione che ho desiderato profondamente condividere.
A Course In Miracles-ACIM. Che cos’è Un corso in miracoli?
Questo è il libro che ha in buona parte aperto per me la comprensione di questi concetti: si tratta di un testo assai importante nel panorama delle opere di spiritualità che hanno segnato la seconda metà del ‘900. È un channeling, appartiene cioè a un tipo di letteratura tipica di quell’epoca, nella quale l’autore si fa da tramite, da canale appunto, per un’entità spirituale che comunica col mondo in questo modo. ACIM è un libro di parecchie centinaia di pagine, ma soprattutto di grande complessità filosofica e letteraria. Nella mia Opera ho tentato di estrapolare e sintetizzare solo alcuni dei concetti presentati in ACIM, quelli che più sono stati illuminanti per me, alla luce di tutta la mia esperienza di vita fino a ora.
C’è un nesso tra perdono e libertà?
Diciamo che non c’è libertà senza perdono. Ognuno di noi ha dentro di sé uno o più nodi legati a un evento, una persona, una realtà vissuta presente o passata, nodi che rimangono nell’anima come vero impedimento alla libertà. Il problema è che proprio quel dolore da cui questi nodi sono sorti rivendica una giustizia che in qualche modo ci allontana dalla vera libertà.
Tuttavia non è il dolore vissuto ciò che ci imprigiona maggiormente, ma il giudizio, come una gabbia interpretativa nella quale incastriamo prima di tutto noi stessi, spesso senza nemmeno saperlo, e poi tutto il mondo, gli altri, gli eventi, ogni cosa, continuamente. Giudizio è sinonimo di rifiuto, di condanna. Nella mia Opera, su ispirazione di ACIM, si presenta il perdono proprio come la chiave di trasformazione del giudizio e quindi di libertà.
Quanto è importante la spiritualità per raggiungere un benessere psicologico?
Il “benessere” è un “essere nel bene”, e il bene non può non avere una tonalità spirituale. La parola stessa lo dice. La visione della vita umana non può prescindere, a mio avviso, né da uno sguardo psicologico, né da uno sguardo spirituale, né pratico, in un certo senso, né corporeo ed ecologico e comunitario, se vuole sperare di vedere la complessità umana con un minimo di attinenza alla realtà.
Troppo spesso le ermeneutiche contemporanee della vita si concentrano unicamente su parametri psicologici, perdendo di vista completamente la realtà più profonda, essenziale, vera e ultima dell’essere umano, che è quella spirituale, senza mezzi termini. Tutti lo sappiamo, anche chi si professa ateo, anche chi non si riconosce in una fede specifica, anche chi rifiuta ogni visione metafisica. Eppure è così, la realtà umana è comprensibile ultimamente solo in termini spirituali, perciò se la persona vuole tentare di far fiorire in pieno la propria vita e renderla un’opera d’arte, non può non percorrere una via spirituale autentica. È questa, in fondo, che comprende tutte le altre.
Se potessi descrivere il tuo libro con tre aggettivi, quali sarebbero e perché?
Ambizioso, perché in poche pagine tenta di spiegare molto, davvero molto della vita.
Liberante, perché avendo gli strumenti per comprendere le dinamiche che ci incastrano, possiamo anche trovare una libertà nuova da esse e sperimentarla ogni giorno nel quotidiano.
Complesso, come forse ogni opera sintetica: i passaggi che si attraversano sono molti, tutti strettamente implicati uno con l’altro, tutti riferentisi a una terminologia specifica. L’Opera richiede pazienza, concentrazione, fiducia per arrivare fino in fondo. Ma sono certa che ne valga la pena.
Grazie Gaia per averci dedicato del tempo, è stato un piacere parlare con te e conoscere meglio il tuo libro. Speriamo che i nostri lettori possano avere l’opportunità di scoprirlo e di apprezzarlo come noi abbiamo fatto. Buona fortuna per il tuo futuro lavoro e speriamo di vedere presto altre tue pubblicazioni!