
L’Africa nel cuore racchiude molte cose: la vita di Suor Elvira a Berberati, le storie dei bambini e dei ragazzi da lei salvati e di quegli adolescenti che, purtroppo, non ce l’hanno fatta. Racconta le giornate delle famiglie Kizito, i progetti realizzati, le profonde delusioni ma anche le tante speranze per il futuro. È una finestra sul Paese dove la guerra e la morte sono all’ordine del giorno ma dove esiste un universo di sentimenti, di umanità, di attività, di voglia di crescere, di migliorare e, soprattutto, di restare in Africa, nel proprio Paese. “Uccisioni continuano e aumentano il clima di violenza che c’è. Sofferenza che si aggiunge a sofferenza, ingiustizia che si aggiunge a ingiustizia. Speranze che vengono deluse. Aumenta la disperazione. La popolazione, i giovani non vedono una luce ma in tutto questo caos non bisogna arrendersi. Noi, nonostante la situazione in cui versa la Repubblica Centrafricana, non ci arrendiamo. Contiamo sui giovani, sui ragazzi, ci impegniamo a fondo ogni giorno, credendo nei piccoli passi, nella formazione e in un cambiamento di mentalità è possibile”.
Oggi parliamo di L’Africa nel cuore, un libro di Antonella Salvatore pubblicato con la nostra casa editrice gruppo Albatros il Filo.
Per noi del gruppo Albatros il Filo è sempre un piacere poter conoscere la storia che si nasconde dietro i libri che pubblichiamo, come nasce la passione per la scrittura dei nostri autori, cosa li spinge a condividere le loro storie con i lettori o meglio ancora cosa vorrebbero dire ai lettori attraverso i loro libri e quale messaggio vorrebbero lasciare,
Ma queste sono solamente alcune delle domande che ci vengono in mente quando ci troviamo davanti alla possibilità di intervistare i nostri autori.
Oggi abbiamo quindi avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere, seppur virtuali con Antonella Salvatore per conoscerla meglio e scoprire qualcosa in più sul suo libro L’Africa nel cuore.
Riportiamo di seguito l’intervista all’autrice. Buona lettura!
- QUANDO NACQUE LA SUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?
Ho iniziato a scrivere i primi brevi racconti alle scuole superiori dopo qualche tentativo alle medie inferiori. Tra le letture dei classici della Letteratura come Goethe, Jane Austen, Guy de Maupassant e, negli anni successivi, anche autori italiani come Sciascia, mi sono cimentata con le prime storie molto brevi. Sono anche una grande appassionata di gialli. Erano dei racconti anche un po’ sentimentali sempre a lieto fine. Poi ho smesso preferendo la lettura. Forse non mi sentivo ancora pronta per scrivere. Durante gli anni degli studi universitari a Campobasso, nella facoltà di Economia dell’Università degli Studi del Molise, ho riprovato e, dopo aver cercato più volte di presentarmi in qualche redazione giornalistica, ho trovato il coraggio di recarmi alla redazione de “Il Tempo” di Termoli dove ho iniziato i primi brevi articoli di cronaca ma anche cultura. I primi anni sono stati piuttosto difficili ma ho proseguito lungo la strada intrapresa con sempre maggiore impegno tra esami universitari e l’impegno al giornale. La collaborazione con Il Tempo è proseguita per 15 anni tra sacrifici ma anche soddisfazioni.
- COSA L’HA SPINTA A CONDIVIDERE LA SUA STORIA CON I LETTORI?
Il desiderio di raccontare cosa stesse accadendo in un Paese che in pochi conoscono l’esistenza. La stragrande maggioranza della gente ne ignora l’esistenza. Si parla spesso di Kenya, Ciad, Nigeria, Congo e, soprattutto, di Nord Africa legato al fenomeno dell’emigrazione verso l’Italia e l’Europa ma delle storie di giovani che, al contrario, lottano e sfidano la morte per restare a vivere nel proprio Paese, mai. La Repubblica Centrafricana è poco conosciuta in Italia, una sorta di luogo fantasma. Di fatto, invece, esiste così come esistono le storie dei bambini-soldato salvati da una missionaria: Suor Elvira Tutolo, una mia concittadina. Lei riesce ad assicurare loro un futuro in Africa grazie alla solidarietà dei tanti amici in Italia. Sono temi attuali e importanti. Ogni giorno ascoltiamo le storie di chi parte, va via dall’Africa per molti motivi. Forse, è giunto il momento di conoscere anche le vicende di chi, al contrario, resta in Africa tra difficoltà enormi nonostante guerriglie, saccheggi, morte e distruzione. È questa gioventù che merita attenzione.
- COSA SI ASPETTA DALL’INCONTRO CON IL LETTORE?
L’incontro con il lettore è per me un momento privilegiato: curiosità, attenzione, comprensione si fondono insieme.
- COSA LE PIACEREBBE DIRE AI SUOI LETTORI?
Di leggere il libro con la mente e con il cuore. Le storie dei ragazzi della Repubblica Centrafricana ci insegnano molto, soprattutto il coraggio di andare avanti e superare gli ostacoli della vita, di non arrendersi davanti agli errori, di credere in sé stessi fino in fondo.
- HA PROGETTI PER IL FUTURO?
Si, sicuramente continuare a scrivere.
Ci sono luoghi che restano nel cuore e difficilmente vanno via, persone, colori, profumi, tutto ciò che riporta la mente a quel luogo che verrà per sempre custodito gelosamente, e per Suor Evira questo luogo è l’Africa, i suoi colori, i suoi abitanti, i bambini ai quali è stata negata l’infanzia, violentati e sfruttati nella loro innocenza. L’Africa nel cuore racconta la vita di Suor Elvira in Africa, le giornate delle famiglie Kititzo, i progetti realizzati, le delusioni che lasciano ferite indelebili nel cuore ma anche le speranze nel futuro, una vera e propria finestra sull’Africa. È un racconto, una storia d’amore, la voglia di raccontare e di aiutare, di riscattare il mondo e cambiarlo perché solo il gesto di ogni singolo uomo è in grado di cambiare le cose.
A noi del gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Antonella Salvatore per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lei va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro L’Africa nel cuore e per il futuro. Per noi è stato un piacere poterla accompagnare lungo questo percorso editoriale che ha visto la pubblicazione del suo libro. Con l’augurio che ci sia presto un altro libro sugli scaffali delle librerie ad allietare le giornate a qualche altro lettore.
A te caro lettore auguro un buon viaggio tra i territori dell’Africa che potrai scoprire pagina dopo pagina, ma soprattutto di auguro di riflettere. Apri la tua mente.
Buona lettura, a presto.
La vostra redattrice.