
Oggi presentiamo il libro All’ombra dell’oleandro rosa di Elena Ungari, pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.
Noi del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autrice Elena Ungari per conoscerla meglio e scoprire qualcosa in più sul suo libro All’ombra dell’oleandro rosa.
Riportiamo di seguito l’intervista all’autrice, buona lettura!
- Quando nacque la sua passione per la scrittura?
Potrei dire che la mia passione è nata con me…. Al di là di ogni affermazione paradossale, il desiderio di scrivere è diventato forte ai tempi del liceo, quando tenevo il mio diario personale e quando sognavo di diventare una giornalista brava ed apprezzata. Al termine dell’Università, infatti, ho iniziato a collaborare con il quotidiano locale Il Giornale di Brescia: è stata questa un’esperienza estremamente positiva e molto stimolante perché mi ha messo in contatto con diverse realtà e persone. Ho svolto questa attività contemporaneamente alla mia professione universitaria; in questo caso ho affiancato alla didattica anche la ricerca e la scrittura di articoli accademici. Poi ho affrontato la stesura della tesi di PhD, dalla quale ho tratto un libro di critica letteraria. Contemporaneamente ha cominciato a farsi largo in me la passione per la narrativa italiana, alla quale ho dato sfogo con il mio primo libro All’ombra dell’oleandro rosa. Il libro mi ha dato grandi soddisfazioni ed ho così deciso di continuare.
- C’è un momento particolare che l’ha portata alla stesura di questo libro?
Effettivamente è così. Stavo trascorrendo l’ennesima vacanza in terra di Sicilia, specificamente a Taormina. Anche questa cittadina era per me, una meta ormai ordinaria. Ricordo che un giorno, mentre mi trovavo a guardare il paesaggio dal belvedere della piscina dell’hotel, rimasi colpita dalla costa frastagliata che si estendeva verso Catania. Riguardai l’Etna, dove ero salita anni prima. Infine, guardai la vegetazione rigogliosa accanto a me ed infine il mare di un blu intenso, che si allontanava per perdersi incontro all’azzurro del cielo. Rapita da scorci mozzafiato, affascinata dalla varietà cromatica e respirando profumi mai odorati prima, mi venne un’idea: tanta bellezza non poteva essere dimenticata; certo i miei occhi li avrebbero registrati, ma era necessario registrarli in modo particolare, ovvero metterli per iscritto. Ispirata anche dalla presenza di turisti inglesi a Taormina, presi una decisione: avrei scritto un libro, con protagonista proprio una ragazza inglese, una giovane pittrice di buone promesse, ma giunta ad un momento di stallo nella sua carriera. Per ritrovare l’ispirazione e ritornare a dipingere, in una sorta di gran tour del XXI secolo la ragazza si trasferisce in Sicilia, Taormina appunto, meta già in passato di artisti, nella speranza di ritrovare la gioia di dipingere.
- Cosa le piacerebbe dire ai suoi lettori?
La prima reazione che mi sorge spontanea è quella di leggere il libro; questo suggerimento, tuttavia, non è dettato da un sentimento di superbia, ma dal desiderio di invogliare i lettori alla scoperta. E questa scoperta si pone su più livelli: c’è la scoperta della Sicilia, una terra antica e bella, ricca di fascino sia a livello naturale, sia a livello storico. Da una parte c’è una natura rigogliosissima e che si presenta come una tavolozza di colori; dall’altra parte c’è una storia millenaria con la sua arte, le sue leggende e la sua antichissima civiltà. C’è poi la possibilità di conoscere il popolo siciliano, attraverso due principali personaggi, che ben incarnano, secondo me, il carattere degli isolani. Si scopre poi il connubio fra le civiltà, quella del Sud, e quella del Nord e questo connubio non è uno scontro, ma una piacevole armonia e scambio di esperienze. Più importante di tutto, a mio avviso, è possibile la scoperta di una ispirazione artistica, persa e poi ritrovata, ovvero delle proprie potenzialità e dei propri talenti. Tale ispirazione artistica altro non è se non una metafora della ricerca di sé e del sé, dei propri sentimenti più intimi e più profondi, e la scoperta della possibilità per ogni uomo e per ogni donna di condividere i propri sentimenti con gli altri.
- Come sono state le sue esperienze editoriali?
Al mio attivo, ho poche esperienze editoriali; quindi posso dire anch’io, come la protagonista, che sono alla ricerca della mia ispirazione artistica, specificamente letteraria. I miei primi scritti sono stati di carattere accademico; ho scritto articoli per diverse riviste letterarie e già queste si sono rivelate estremamente positive. Poi, il grande balzo è giunto con la pubblicazione di un mio libro di critica letteraria sulla letteratura postcoloniale australiana da parte di un Casa editrice svizzera, esperta nel settore. Il libro è stato tratto dalla mia tesi di PhD, e non nascondo che, quando ho preso in mano il mio libro, mi sono commossa. Avevo speso otto anni di studio intenso per lo studio della letteratura australiana e per la stesura della tesi ed altri cinque anni per la realizzazione del libro, anche a causa di spiacevoli vicende familiari e per problemi di salute. Al termine di questi lavori, ho deciso di dedicarmi alla narrativa italiana, ed il mio primo passo è stato appunto All’ombra dell’oleandro rosa. Anche questo ha comportato tanta riflessione tanta ricerca, mi ha richiesto due anni di lavoro, ma alla fine ce l’ho fatta. Anche questo libro mi ha suscitato forti emozioni e, come nel caso del libro di critica letteraria, quando ho preso in mano il libro, ho pianto per la gioia. Per concludere, posso dire che tutte le mie (poche) esperienze editoriali mi hanno stimolato a leggere e ad informarmi su soggetti a me non noti; quindi sono state delle vere e proprie sfide; sfide che sono state più che soddisfacenti e che mi hanno portato tanta ricchezza interiore. Il libro è una creazione; significa realizzare qualcosa che prima non c’era. In fondo, per quanto io abbia avuto modo di sperimentare scrivere un libro è come mettere al mondo un figlio.
- Ha progetti per il futuro?
Più volte ho pensato al mio futuro personale e professionale. Ho tanti progetti, alcuni dei quali forse un po’ troppo ambiziosi, ma nei quali credo fermamente Continuare a scrivere è senz’altro uno di questi: dopo All’ombra dell’oleandro rosa, ho scritto un secondo libro, Il sole beffardo. L’ho completato ed ora è in fase di revisione: mi auguro che anche questo possa essere pubblicato perchè per me sarebbe una grande gioia. Ed ho iniziato un terzo libro, sul quale mi sono arenata perché necessito di informazioni e nozioni che non ho e per le quali devo ricorrere ad esperti del settore. Al contempo, ho già un’idea per un quarto libro che non so quando potrò realizzare. La mente, come traspare da quanto ho scritto, è sempre in movimento ed il mio motto è che non esistono lockdown per il pensiero e la riflessione. La possibilità di pensare e di riflettere sulle cose e sul mondo è una grande ricchezza.Inoltre, vorrei viaggiare: fortunatamente, ho avuto modo di visitare molto in passato, poi una grave malattia che mi ha colpito nel 2016, ha limitato i miei spostamenti. Ma ho intenzione di riprendere perché la conoscenza del mondo può essere una fonte inesauribile di conoscenza.
A noi del gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Elena Ungari per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lei va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro All’ombra dell’oleandro rosa e per il futuro.
A te caro autore auguro un buon viaggio tra le pagine di questa interessantissima storia, buona lettura, ci sentiamo presto!
La vostra redattrice.