
“Preconscius” non è una parola magica né si identifica pienamente con il termine psicoanalitico “preconscio”, ovvero «ciò che sfugge alla coscienza attuale senza essere inconscio», né con il termine “inconscio collettivo” usato dai poeti. Allora di cosa si tratta? Cos’è questo insieme di sensazioni, pensieri, esperienze e saperi che pervade e permane nella sfera dell’umano? Come spiegare un concetto così complesso? Sono queste le domande che spingono il protagonista del racconto, uno psichiatra, psicoanalista e musicoterapeuta, a iniziare a scrivere servendosi di libere associazioni e riflessioni collettive, dal Gollum de Il Signore degli Anelli ai Na’vi di Avatar, dai grandi poeti e pensatori della Storia ai più popolari cantanti italiani. Il “Preconscius” così si sostanzia in una umano-sfera che avvolge e protegge da sempre l’umanità, ma anch’essa ha bisogno di protezione dall’inquinamento della sordità e della negazione; ciò è possibile solo comprendendo che il fine ultimo di ogni persona è semplicemente dare ad essa il proprio contributo, perché ogni pensiero umano non va mai del tutto perso e farà parte di quell’enorme potenziale di saggezza alimentato dall’energia delle migliori intuizioni delle persone, raccolte geneticamente ed epigeneticamente nel corso dei secoli.
Giudo Buffoli è l’autore di Preconscius nato a Cles e vissuto a Merano, dopo il liceo classico si laurea in Medicina all’Università di Padova e si specializza in Neuropsichiatria Infantile presso l’ateneo di Pisa. Membro associato della Società Psicoanalitica Italiana, Psicoterapeuta e Musicoterapeuta, è stato dirigente del Servizio Psichiatrico di Este-Montagnana; già professore a contratto di Psicopatologia, Neuropsichiatria infantile e Neuropsicologia nelle Università di Padova e Venezia, ha pubblicato numerosi articoli scientifici ed è stato co-autore di libri di psicanalisi e musicoterapia. Polistrumentista, i suoi maggiori interessi sono la musica, l’equitazione e la montagna.
Guido Buffoli ci dà la possibilità, attraverso il suo libro “Preconscius”, pubblicato con la nostra casa editrice, Gruppo Albatros Il Filo, di scavare affondo e cercare il significato più nascosto di questo termine che sembra così complesso.
Noi, del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di porre a Guido Buffoli alcune domande per conoscerlo meglio e soprattutto scoprire cosa si nasconde dietro il suo libro.
- Lei si riconosce nel protagonista del suo racconto Preconscius?
In buona parte sì, mi riconosco nel protagonista, ma c’è comunque una distinzione fra il personaggio ed il narratore in un continuo intreccio di proiezioni reciproche con lo scopo di lasciare aperto il dubbio di chi parla di chi o a nome di chi.
- Come mai ha deciso di iniziare a scrivere? C’è un momento particolare della sua vita che l’ha portata alla stesura del suo libro?
Come ho scritto nel mio libro, oltre a vari articoli e pubblicazioni scientifiche, ci sono stati diversi momenti in cui come il personaggio di Preconscius, anche io ho iniziato a scrivere diversi saggi, lasciati poi in sospeso. Circa tre anni fa, data l’età ho ritenuto che fosse importante raccogliere quelle che sono le mie considerazioni più reali sull’esistere umano, ed in particolare sul senso da dare al mio esistere, per condividerlo con i miei famigliari e con quello che io chiamo l’umanosfera.
- Cosa le piacerebbe dire ai suoi lettori?
Il messaggio che vorrei dare ai miei lettori, è che quello che io chiamo Preconscius e l’umanosfera, sono entità reali, non astratte, cui si può attingere per superare le depressioni che più volte fanno dubitare un po’ tutti del proprio io, mentre chi scopre che molte delle nostre cose non vanno perdute e continuano a circondarci può superare la solitudine, fruendo e contribuendo all’umanosfera, concentrato da sempre delle migliori intuizioni umane, che ci circonda e protegge dagli influssi più primitivi e distruttivi.
- Ha già qualche piano per il futuro?
Sì, il mio piano per il futuro è quello di continuare a scrivere, senza alcuna pretesa di pontificare o di insegnare, per lasciare altri dei semi che possano germogliare e continuare a testimoniare la preziosità della saggezza umana nascosta anche nei più piccoli pensieri a cui tutti possiamo attingere per far convivere lo ying e lo yang.
- Qual è il suo pubblico ideale? A chi pensa quando scrive?
Quando scrivo mi rivolgo a tutti senza alcun tipo di distinzione, tutti pensiamo continuamente e siamo più o meno poco consapevoli della piena attività mentale e dei suoi funzionamenti, mente e corpo sono un’unità anche se noi tendiamo a considerarli distinti, riconoscere e dare spazio alle associazioni libere ci consente di dare ascolto stereo ad entrambi. Senza misconoscere il valore del saper scrivere bene, invito tutti a mettere per iscritto i loro pensieri, ce ne sono troppi che vanno persi anche se non del tutto. Sarebbe bello girare per un mercatino dove fermarsi a leggere biglietti e scritti di ogni tipo con libertà di fare delle aggiunte.
Guido Buffoli con Preconscius ci offre quindi parte del suo sapere e lo fa senza pretesa, con la consapevolezza che si debba sempre lasciare i semi nel nostro percorso e offrire loro la possibilità di germogliare attraverso il sapere. Lui ce li ha offerti, sta a noi essere in grado di raccoglierli e utilizzarli nel migliore dei modi.
Si rivolge a noi lettori spesso ignari della piena attività mentale e dei funzionamenti della stessa, dandoci anche un consiglio molto importante, quello di scrivere così da sigillare su un pezzo di carta un pensiero che rischia di andare perduto per sempre e perché no?! Condividendolo anche con gli altri cercando di soddisfare così la nostra sete di conoscenza.
Noi del Gruppo Albatros il Filo ringraziamo Guido Buffoli per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande oltre che per essersi affidato a noi in questo percorso editoriale che ha avuto come frutto la nascita del suo “Preconcius”.
Facciamo a lui un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro e per il futuro! Questa volta, a te lettore, ti auguriamo di continuare a leggere, magari iniziare a scrivere ma di non smettere mai di imparare, lasciando sul tuo percorso i semi che diventeranno pian piano il frutto del tuo sapere e della tua saggezza.
Quindi buona lettura, ci sentiamo presto!
La vostra redattrice