GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: IL POZZO DELLE ANIME DI ARDELIO LOPPI

Oggi parliamo del libro Il pozzo delle anime di Ardelio Loppi pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.

Il pozzo delle anime è una storia ambientata in Tuscia sud orientale nell’ultimo decennio del secolo scorso e racconta la storia di cinque tombaroli che si imbattono in un inquietante segreto sepolto ormai da anni. All’interno di questo romanzo troviamo presente e passato, storia fantascienza, letteratura, un mix perfetto per incantare i lettori e tenerli aggrappati dalla prima all’ultima pagina.

Noi del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di poter intervistare Ardelio Loppi per conoscerlo meglio e scoprire qualcosa in più sul suo libro Il pozzo delle anime.

Riportiamo di seguito l’intervista all’autore, buona lettura!

  • IN CHE MOMENTO E COME HA AVUTO L’IDEA DI SCRIVERE QUESTO LIBRO?

Sono un giornalista, mi occupo prevalentemente di cultura. Fu passeggiando in una straordinaria zona archeologica della Tuscia Viterbese, negli anni ’90, che d’improvviso avvertii l’incontenibile desiderio di “fissare” su carta ciò che i miei occhi vedevano. All’inizio voleva essere solo un tributo a quel paesaggio mozzafiato, miracolosamente ancora intatto, del turbolento passato geologico di questa terra. In quella zona i contrafforti del Monte Cimino declinano nella piana alluvionale del Tevere, dando vita ad un paesaggio molto simile a quello di certi vecchi film americani. Profonde gole spaccano il pianoro superiore come ferite mai rimarginate di sconvolgimenti tettonici ed eruzioni di portata inimmaginabile. Enormi massi monolitici e minacciosi pinnacoli di quarzite, simili a guglie aliene che catturano lo spirito come al cospetto dell’opera di una divinità impazzita, svettano un po’ ovunque in un caos primordiale di sapore iperboreo. Il tutto soffocato da una folta macchia mediterranea ammantata da rovi di dimensioni che nulla hanno da invidiare a quelli di una giungla tropicale. Non mi sarei stupito più di tanto, insomma, se da quell’intrigo fosse sbucato d’improvviso un gorilla di montagna! Inizialmente volevo quindi descrivere soprattutto questo, per un articolo, ma poi è arrivato tutto il resto.

  • COSA SI ASPETTA DALL’INCONTRO CON IL LETTORE?

Sono soprattutto un divulgatore, un saggista, quindi anche se l’intelaiatura è quella di un romanzo, mi sono sbizzarrito ad infilarci dentro tanta storia. Il tutto attraverso la narrazione del protagonista, uno dei cinque tombaroli che si imbattono nell’inquietante segreto tumulato da millenni nella pancia di una montagna di peperino. Un “lavoretto di normale amministrazione” li porta al contrario ad una scoperta dalle implicazioni sconvolgenti per l’intero genere umano.

  • CHE MESSAGGIO HA VOLUTO LASCIARE CON IL SUO LIBRO?

Il pozzo delle anime ci accompagna in un affascinante viaggio senza tempo, immergendoci nella mente di chi, credendosi ad un passo dalla ricchezza, non esita ad immolare a questo effimero anelito tutta la sua umanità. Non bisogna mai pensare di conoscere davvero bene qualcuno se prima non si è condivisa un’esperienza cruciale.

  • A QUALE TRA I SUOI LIBRI È PIU’ LEGATO E PERCHE’?

A tutti naturalmente, c’è sempre tanto lavoro in ognuno di essi. Ma come ripeto essendo un saggista propendo per “Il sorriso di Giulia 2.0”, ancora inedito, non solo perché recentemente onorato del primo posto al premio letterario “Farnia d’oro”, sezione saggistica appunto, ma anche perché legato allo splendido borgo medievale in cui vivo, Vasanello in provincia di Viterbo. L’argomento cardine è un affresco della fine del XV secolo, una Madonna con Bambino Benedicente incastonata nell’edicola esterna della chiesa della Madonna delle Grazie. In questo saggio ne accosto la realizzazione al giovanissimo Raffaello Sanzio, individuando nel volto della Vergine quello di una delle donne più potenti e desiderate del primo Rinascimento: Giulia Farnese.

  • STA LAVORANDO AD ALTRE OPERE?

Ho appena terminato un altro saggio: “Il Lago Vadimóne si trovava a Vasanello”. Un’altra chicca legata al paese in cui vivo, che, devo dire, possiede un patrimonio storico-artistico a dir poco sorprendente. Sull’ubicazione di questo lago, dove in epoca romana si combatterono due cruente battaglie, delle quali la seconda determinò addirittura il definitivo tracollo della civiltà etrusca, si discute da secoli e sono scorsi fiumi d’inchiostro. Il bello è che, ad oggi, a Vasanello non esiste alcun lago, ad oggi… poiché fino alla fine XV secolo c’era eccome, ce lo dice la geologia e come se non bastasse il non trascurabile dettaglio che una vasta conca nei pressi dell’abitato si chiama guarda un po’ Poggio del Lago. Insomma, in questo saggio, vagliando tutti gli autori classici che ne hanno parlato – Polibio, Tito Livio, Seneca, Plinio il Giovane, Dione Cassio, eccetera – e quelli moderni – Biondo, Maffei, Alberti, Sigonio, eccetera -, delle leggende e molti significativi indizi, credo proprio di riuscire a dimostrare quanto affermato nel titolo. Il motivo di questa ricerca ventennale? Semplice, ad oggi il Vadimóne è erroneamente collocato nel territorio di Orte, cittadina poco distante, ma, attenzione: si tratta di un errore scientemente provocato e ho trovato il colpevole.

A noi del gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Ardelio Loppi per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro Il pozzo delle anime e per il futuro. Siamo felici di averlo accompagnato lungo il suo percorso editoriale che ha visto la nascita del suo libro Il Pozzo delle anime.

A te caro lettore, auguro una buona lettura e un buon viaggio tra le pagine di questo libro, un libro che cattura totalmente il lettore, trasportandolo alla ricerca di un segreto tumulato da millenni.

Buona lettura, noi ci sentiamo presto.

La vostra redattrice

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