Nell’articolo odierno parliamo del libro Amber, Juniper e il blu della notte di Anna Larizza Brancale, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare.
Amber, Juniper e il blu della notte di Anna Larizza Brancale, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è una storia di un piccolo borgo di non più di duecento abitanti ha l’abitudine, ogni primo lunedì del mese, di salire sui tetti e sotto le stelle, contemplare la splendida pace che dura nella loro valle, da millenni. Seguono imperterriti la loro buona natura anche quando in paese arriva un uomo insensibile e borioso che maltratta il piccolo orfano che si trascina dietro come lacchè. Per onorare la loro natura docile, gli abitanti del borgo trascurano l’orfanello.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo romanzo?
Per molti di noi non è semplice abbandonare la propria indole pacifica e mansueta e mettersi a rivaleggiare con il prepotente di passaggio. È come snaturarsi o sconvolgere le proprie abitudini. È un gesto, comunque, di gran coraggio e sacrificio. Tuttavia, arriva il momento in cui per i buoni, è essenziale uscire dal silenzio e aiutare. Soprattutto quando quel silenzio è già diventato da tempo, indifferenza e tanto dannoso per la vittima, quanto i soprusi del cattivo.
Nella mia storia, un piccolo borgo di non più di duecento abitanti ha l’abitudine, ogni primo lunedì del mese, di salire sui tetti e sotto le stelle, contemplare la splendida pace che dura nella loro valle, da millenni. Seguono imperterriti la loro buona natura anche quando in paese arriva un uomo insensibile e borioso che maltratta il piccolo orfano che si trascina dietro come lacchè. Per onorare la loro natura docile, gli abitanti del borgo trascurano l’orfanello.
Nella storia c’è anche un velato accenno all’inquinamento acustico e luminoso, un tema a me molto caro che tuttavia non ho voluto mettere troppo in vetrina. Gli abitanti del piccolo paese sono soliti spegnere le luci a sera per godersi il cielo, mentre il prepotente della storia prende possesso della loro piazza con quattro enormi fari artificiali. Allo stesso tempo, una sega elettrica, portata dalla grande città, distrugge sia la pace dei sensi che un abete secolare. Non mi dispiacerebbe se il lettore potesse cogliere anche questi accenni.
Quali sono le caratteristiche umane e caratteriali dei personaggi principali e come si evolvono durante gli eventi della storia?
Juniper è il custode del piccolo cimitero. Un uomo sopraffatto da un lutto che lo ha reso silenzioso ormai da quasi quattro anni. La sua pena è diventata la sua sola priorità e lo ha reso ahimè indifferente a tutto ciò che lo circonda. Sua moglie Amber, seppur condivide ugual lutto, è rimasta invece operosa e solerte. Juniper riesce a uscire dalla sua apatia e aiutare sia il paese che il piccolo orfano, solo quando Amber dichiara coraggiosamente di sentirne la mancanza, di sentire la mancanza del vero Juniper, sepolto sotto il dolore.
Anche il resto del paese subisce un simile cambiamento. Laddove all’inizio gli abitanti credono che onorare la pace significhi, rimane in disparte e mantenere un’indole remissiva, alla fine capiscono che così facendo in realtà abbandonano invece il piccolo orfano in balia del suo tutore.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?
Credo che questa mia prima storia sia un po’ difficile da etichettare. Non è una favola per bambini ma non è nemmeno un romanzo per adulti. Probabilmente, per il desiderio di attrarre entrambi i pubblici, ho creato un romanzo scritto con un tono favoloso, a volte magico. Amo molto Charles Dickens e le sue meticolose descrizioni di personaggi e luoghi. Credo che aiutino a stabilire l’atmosfera. Mi è anche assai caro il tema dell’infanzia e del rapporto tra adulti e bambini.
Cosa vuole comunicare ai lettori?
Anche se non è nella nostra natura, a volte è necessario indossare l’armatura e combattere micro e macro-guerre per chi da solo non ce la fa. Il nostro silenzio è terribilmente dannoso. Alle pene della vittima, finisce per aggiungere un grande senso di solitudine.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
L’approccio del Gruppo Albatros è stato ottimo. Ginevra è stata estremamente gentile e precisa.
Sono alle prese con la scrittura di un nuovo romanzo, con uno stile stilistico leggermente diverso, un romanzo per adulti: Ada ha ucciso la madre e non se n’è accorto nessuno. Il piccolo paese crede sia morta perché ormai anziana. Il romanzo affronta il tema della rabbia. Da dove viene e di come lentamente, con gli anni, ha preso possesso di una bambina nata gentile, ma che pian piano arriva, da adulta, a commettere un omicidio. Direi che è la storia di come si diventa cattivi, o meglio, di come ci si ‘guasta’.

Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Amber, Juniper e il blu della notte di Anna Larizza Brancale, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione, perché racconta coi fini mezzi della fantasia fiabesca letteraria valori fondamentali del nostro vivere associato.