Il potere delle parole – Il Gruppo Albatros Il Filo presenta: Elisabetta la guerriera di Sabrina Galiazzo

Nell’articolo odierno parliamo del libro Elisabetta la guerriera di Sabrina Galiazzo, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare.

Elisabetta la guerriera di Sabrina Galiazzo, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un racconto di resistenza e resilienza, di rinascita e di forza, di amore e di determinazione. La storia di Elisabetta, raccontata dalla madre, ci porta a conoscere gli angoli più profondi della tristezza, le sfumature più resistenti della speranza e i piccoli scorci di gioia, che scopriamo capaci di sopravvivere anche alle situazioni più drammatiche e anzi essere proprio lo stimolo necessario per continuare a sorridere e a ricordare.

Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!

Quali sono i temi decisivi di questo romanzo e come vengono trattati?

E’ un racconto biografico, il tema principale è la malattia improvvisa che colpì mia figlia nel novembre 2015, in quel periodo, da una serie di malesseri, apparentemente banali, gli fu diagnosticato un sarcoma raro. Lo staff medico specializzato in questo tipo di tumori, in quel momento drammatico, ci prospettò pochissime possibilità di sopravvivenza rispetto a cure molto difficili da affrontare. Nel libro scrivo poi che in famiglia abbiamo potuto vivere insieme ad Elisabetta ancora 3 anni, purtroppo Elisabetta è morta il 6 novembre 2018. In questa prova difficile (che non auguro a nessuno) in famiglia non ci siamo imbruttiti e abbiamo continuato a dare felicità e dignità alla vita di Elisabetta.

Un altro tema del libro è la solidarietà e l’amicizia di molti che ci sono stati vicino. In tre anni di malattia abbiamo avuto accanto molte persone, ognuna ha aiutato come poteva e sono stati aiuti preziosi a migliorare la nostra vita difficile e dolorosa.

Infine ma non ultimo come importanza, volevo che rimanesse un bel ricordo di Elisabetta.

Quali sono le caratteristiche umane e caratteriali della protagonista e come si evolvono durante gli eventi della storia?

Elisabetta è una protagonista piena di energia, di voglia di vivere, intelligente, bella, agile, spiritosa, fantasiosa e creativa. Elisabetta è descritta nel capitolo “Com’era Elisabetta … prima della malattia”. Elisabetta era proprio bella prima della malattia e anche dopo malgrado la perdita dei capelli e l’estrema magrezza dovuta appunto alla malattia e anche alle cure, malgrado tutto questo era bella.

Era bella perché oltre ad avere un volto gentile, un bel sorriso, dei bellissimi occhi, era come bella dentro; aveva la coerenza di vivere tutta la sua tristezza e rabbia per la malattia che gli impediva di andare a scuola, di frequentare gli amici e di avere una vita normale. Era bella perché dopo questi momenti di sconforto trovava il modo di dare colore alle giornate, si inventava un modo per creare disegni, forme, passioni da coltivare … grande fu la passione di abbellire le unghie e di addestrare il suo cane: Ivy. Elisabetta dopo la malattia continuò ad essere quella di prima anzi forse vennero più accentuati alcuni suoi aspetti ed era più: tenace, propositiva, affettuosa, sensibile e altruista.

Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?

Non saprei, ho letto molto e sicuramente qualche lettura mi ha influenzato più di altre. Dopo la morte di Elisabetta ho iniziato a scrivere un diario, poi ho scritto un racconto di fantasia (quasi per celare il mio dolore dentro una fiaba) e lo inviai ad Albatros il quale mi disse che la fiaba non era un loro prodotto ma una biografia si, così ho pensato alla biografia.

Ripresi in mano il diario, e cercai di sistemare il tutto secondo un ordine temporale e alla fine mi resi conto che sembrava una grande lettera di dimissioni dall’ospedale: era difficile da leggere per chiunque non fosse stato coinvolto direttamente ed emotivamente e non trasmetteva l’essenza delle varie situazioni attraversate.

Così ho ripreso le pagine sparse e le ho ricostruite secondo il mio sentire e n’è venuto fuori uno scritto con una forma che può sembrare epistolare fatto di piccoli capitoli che spesso non seguono un ordine temporale; è come un film che propone dei flashback sul passato, delle riflessioni sul presente e delle speranze per il futuro. Un racconto che va avanti, torna indietro e fa perno sul senso della vita dentro un dramma umano.

Cosa vuole comunicare ai lettori?

In pochissime pagine, tante cose! Che nel dramma ci possono essere momenti molto belli che restano nel cuore. Che la vita va vissuta e deve essere vissuta riconoscendogli valore e dignità in qualsiasi momento e situazione.

Che conta la gentilezza e la solidarietà: in tre anni di malattia abbiamo incontrato molte persone che ci hanno accettato e sostenuto per quello che in quel momento eravamo: disperati e fragili. In primis ci sono le persone (medici, infermieri, ecc.) di onco-ematologia pediatrica, chirurgia pediatrica, Hospis e in generale la pediatria a Padova. Poi abbiamo avuto molti amici che ci hanno dato il loro meglio in vari modi e momenti.

Nel libro scrivo anche di stonature, quindi persone che abbiamo incontrato ma che non hanno avuto un comportamento adeguato alla situazione per vari motivi: poco inclusivo, poco comprensivo o poco educato … Comprendo bene che il mondo non è perfetto, nessuno di noi lo è (e ognuno è nel proprio processo per migliorarsi) così ho scelto di scrivere di questi momenti infelici evitando di essere trascinata dalla rabbia e cercando di lasciare un messaggio di critica/stimolo a migliorarsi.

Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?

Con le persone del Gruppo Albatros con le quali ho avuto modo di scambiare mail, telefonate e incontri mi sono trovata molto bene, mi sembrava di lavorare con colleghi alla pari. Ho potuto vedere la professionalità di ogni persona attraverso il lavoro che man mano era richiesto e attraverso il quale prendeva forma. Infatti per me è stata un’esperienza nuova che mi ha fatto conoscere i vari passaggi che servono per arrivare alla “forma libro”, un prodotto che richiede la cura del testo, immagini, pianificazione della produzione, divulgazione, ecc. Ogni persona incontrata della redazione Albatros mi ha trasmesso professionalità ed ha avuto un approccio collaborativo, aperto al dialogo e allo scambio.

Se ho in progetto di scrivere altri libri al momento? Non lo so, con questo libro avevo una forte spinta di scrivere dovuta al grande dolore attraversato in questa triste situazione di Elisabetta, non mi sono mai pensata come scrittrice. Credo che il valore del mio libro sia sulla testimonianza di una realtà sconosciuta. Per altri progetti di scrittura … vedremo.

Elisabetta “La Guerriera” Pellestrina

Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Elisabetta la guerriera di Sabrina Galiazzo, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione, perché raccontando momenti difficili o drammatici dell’esistenza umana ci invita con coraggio ad affrontarli senza guardare dall’altra parte o sotterrandoli sotto il tappeto dell’indifferenza. Ci racconta dell’amore di una madre, della gioia infinita che la figlia sprigionava intorno a sé della determinazione e della consapevolezza di una bambina che troppo presto si è trovata ad affrontare il problema esistenziale per eccellenza della vita umana. Questo testo testimonia altresì il potere eternizzante della letteratura: grazie alle parole scritte, Elisabetta vivrà in eterno e sarà un modello di esistenza gioiosa, vitale e piena d’amore.

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