I mondi della scrittura – Il Gruppo Albatros Il Filo presenta: Vi voglio bene ma #stateacasalostesso di Francesca Sibilla

Nell’articolo odierno parliamo del libro Vi voglio bene ma #stateacasalostesso di Francesca Sibilla, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare.

Vi voglio bene ma #stateacasalostesso di Francesca Sibilla, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un vero e proprio diario di una quarantena: un’esperienza significativa e rivoluzionaria, sebbene tragica, come quella del lockdown viene qui espressa in modo consapevole e attento, sensibile e perspicace verso i cambiamenti umani e sociali che tutti noi abbiamo sperimentato.

Pur avendo la struttura e la leggerezza, nel senso della virtù letteraria descritta da Italo Calvino in Lezioni americane,Vi voglio bene ma #stateacasalostesso affronta problemi profondi e di vitale importanza per le nostre vite, rispondendo in modo non banale alle sfide che tutti noi ci siamo trovati a dover affrontare.

Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!

Quali sono i temi decisivi di questo diario personale?

Questo libro, sviluppatosi da subito come diario personale, nasce dall’esigenza di razionalizzare in qualche modo l’assurdità della condizione che in principio solo l’Italia e poi l’intero mondo hanno dovuto sperimentare per far fronte all’emergenza sanitaria. Questo percorso, se vogliamo forzato, di introspezione, mi ha portata ad uscire, almeno, idealmente e con l’immaginazione, al di fuori delle mie mura domestiche e raccontare cosa stava succedendo là fuori in maniera a volte analitica, altre più critica, collegando eventi e ricorrenze del momento a mie avventure e ricordi di esperienze passate all’estero ma non solo. Traendo spunto dalle notizie quotidiane ascoltate alla radio ho ripercorso momenti felici e meno felici della mia vita narrandoli senza troppi ricami, parlando molto di attualità nonché di tematiche a me care, espressione di mie scelte e stili di vita. Si spazia, pertanto, dalla semplice narrazione quotidiana di come trascorrevo le giornate a temi focali di attualità per evadere rievocando i “talleres di igiene personale” che realizzavo sulle Ande in Ecuador, a conferma della ricorrente importanza di certe abitudini.

Quali esperienze particolarmente significative nella sua vita trovano espressione nel suo testo?

Non trascurabile sicuramente è il suono delle sirene dei camioncini della protezione civile che ti intimavano di restare in casa e a non uscire se non per motivi di necessità ed urgenza. Ma tra le situazioni di particolare rilievo il configurarsi di uno scenario geopolitico diverso da quello ormai consolidatosi a livello internazionale di relazioni e mutuo soccorso, ha fatto sicuramente presagire la possibilità di assistere a cambiamenti relazionali strategici non indifferenti espressi nel libro con “ingenuo” sarcasmo; o ancora tematiche legate alla difesa dei nostri diritti fondamentali che trovano soddisfacente spiegazione nella nostra Costituzione. Le tematiche affrontate, come già riportato, sbocciano anche in ricordi indelebili di esperienze rigeneranti trascorse in India, Africa e America Latina durante i miei viaggi di lavoro all’estero.

Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?

Il mio stile è sicuramente molto semplice e diretto ma credo, e spero, anche chiaro! Utilizzo molto l’ironia non solo per descrivermi o rappresentare alcuni episodi esilaranti della mia vita, ma per sdrammatizzare spesso il sapore amaro di insuccessi e sofferenze che ho vissuto in primo piano.

Se devo essere sincera non c’è uno scrittore in particolare a cui mi ispiro, essendo il mio stile di scrittura e vocabolario piuttosto rappresentativo del mio modo di essere nella realtà, ma sicuramente l’utilizzo del sarcasmo, anche laddove non ci sia niente di propriamente divertente, lo devo all’autore John Niven che con “Le solite sospette” e “A volte ritorno” mi ha permesso di pensare alle vicissitudini della vita in maniera più leggera e spiritosa.

Cosa vuole comunicare ai lettori con il suo testo?

Che non ci sono verità assolute così come non ci sono comportamenti totalmente disallineati. Ognuno deve cercare di vivere bene, rispettandosi e portando rispetto verso tutti, persone, animali, piante. Siamo venuti su questa terra probabilmente per imparare a convivere con tutto ciò che disponiamo, se lo distruggiamo, relazioni incluse, non ci restano molte alternative alla solitudine e ad una vita senza più valori sani in cui credere. Bisogna iniziare a pensare diversamente, ognuno con la propria testa. A volte basterebbe avere il coraggio di uscire dai soliti schemi che i social impongono ora ed apprezzarsi di più per come e quello che si è, per darsi la possibilità di raggiungere ognuno la propria felicità e come ho scritto nel mio libro, non semplicemente per vivere, ma per vivere più semplicemente.

Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?

Con il Gruppo Albatros il Filo ho avuto la possibilità di pubblicare il mio primo libro “Vi voglio bene lo stesso”. Si trattava della mia primissima opera e scoprire e percorrere assieme all’equipe editoriale i diversi step che mi hanno portato poi alla sua pubblicazione è stata un’esperienza emozionante e gratificante sicuramente grazie alla disponibilità e professionalità di chi ha lavorato con me per la buona riuscita del tutto. Dopo la pubblicazione dell’opera sono stata seguita costantemente non solo per la promozione del libro ma anche per la partecipazione e fiere, eventi, interviste e registrazioni che mi hanno garantito tanta soddisfazione e successo (ho vinto anche alcuni premi letterari..!). Per quanto riguarda la seconda opera credo siamo ancora gli inizi; il libro è uscito a febbraio 2021 ma a causa del lockdown non mi è stato possibile presentarlo e tanto meno partecipare ad eventi promozionali. Per lavoro mi collegavo di norma a tre riunioni on line al giorno, fare anche una presentazione significava per me perdere la magia del contatto diretto con il pubblico e l’emozione del momento. Confido pro futuro in maggiori e concrete possibilità in tal senso.

Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Vi voglio bene ma #stateacasalostesso di Francesca Sibilla, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione e ci permette di diventare consapevoli con le parole, e dunque avere davvero esperienza, di quello che abbiamo vissuto nei difficili mesi di lockdown e i cambiamenti che da esso sono derivati.

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