Sai anche quello che non ricordi – Enrica Azara

Anna, Marta, Claudia e Simona sono amiche da sempre, legate da un rapporto fraterno e che pare indissolubile.
Una sera si danno appuntamento per andare al cinema, ma Anna non si presenta: nessun problema, nessuna preoccupazione, avrà sicuramente avuto qualche impegno coi suoi due figli. Il giorno dopo le sconvolge la notizia della sua scomparsa: Anna è morta travolta sulle strisce pedonali. Sulle prime sembrerebbe un incidente, ma diversi testimoni affermano che l’automobile abbia accelerato invece di rallentare, inoltre pare che Anna non fosse sola: una donna, in stato confusionale, è stata vista allontanarsi da quella che è, a tutti gli effetti, una scena del crimine. Marta e Simona, sotto shock, rinsaldano ancora di più la loro amicizia e il loro legame, anche per dare una mano al marito di Anna e ai due bambini; mentre Claudia le allontana, ma non smette di seguirle e spiarle di nascosto. Come se non bastasse, Marta inizia a fare terribili incubi in cui Anna le chiede di aiutarla e ricordare.
Starà proprio a Marta scoprire la verità o forse, la verità, l’ha sempre saputa.

Enrica Azara, nata nel 1966 ad Arzachena in provincia di Sassari dove risiede. Sposata con Giovanni, ha tre figli, Maria Luisa, Ilaria e Paolo, e nonna di Sofia e Viola. Diplomata nel 1985 al “Liceo Scientifico Lorenzo Mossa” di Arzachena. Ha frequentato la facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Sassari.

Oggi parliamo di Sai anche quello che non ricordi, un libro di Enrica Azara pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.

Noi del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di poter intervistare Enrica Azara per conoscerla meglio e conoscere qualcosa in più sul suo libro Sai quello che non ricordi.

Riportiamo di seguito l’intervista all’autrice, buona lettura!

  • C’E’ UN MOMENTO IN PARTICOLARE CHE L’HA PORTATA ALLA STESURA DEL SUO LIBRO?

Ho sempre avuto l’idea di scrivere un libro, ma ogni volta desistevo perché non avevo una storia. Invece nel dicembre del 2019 ho sentito di essere pronta, ho allestito la postazione ottimale per me e ho osservato il foglio bianco. In un attimo si sono presentate Anna, Marta, Claudia e Simona. In quel momento avevo anche la storia e nel giro di pochi giorni sapevo già cosa fosse accaduto e quale sarebbe stato l’epilogo. Ecco, in un momento in cui, per motivi di famiglia, mi sono traferita in una città diversa dalla mia, trovandomi con molto tempo libero a disposizione, ho iniziato la stesura del mio libro. Senza nessun altro motivo particolare, solo con la serenità di quel momento, sono riuscita ad avverare ed anche ad avviare il mio grande desiderio. Sono sempre stata una lettrice e ho sempre provato una grande curiosità per il mondo letterario, che ti porta a vivere avventure e situazioni che difficilmente la vita reale ti consente, o che magari nella realtà allontani per poco coraggio o pudore. A quel punto ho pensato che la mia storia potesse interessare i lettori che sarebbero stati coinvolti come lo sono stata io mentre scrivevo.  

  • CHE EMOZIONE SI PROVA AD AVER SCRITTO UN LIBRO?

Le emozioni che ho provato nello scrivere un libro sono tantissime, è il mio primo libro, e lo sento legato a me in un modo strano. Il pensiero che per la prima volta i lettori mi leggeranno mi riempie di curiosità, di orgoglio, perché no, e di paura anche. È chiaro che non raccoglierà il consenso di tutti, ci mancherebbe altro, ma di qualcuno forse si, e in ogni caso mi piacerebbe confrontarmi con chiunque ne avesse voglia. Il punto di vista degli altri può anche essere utile o per lo meno essere una cartina al tornasole, fermo restando che l’ispirazione che mi ha portato a questo scritto mi emozione comunque. Essere riuscita a concretizzare una storia mi appaga del tempo che ho impiegato per scriverla; quando ho fatto leggere la storia a chi ho chiesto consiglio, la cosa che più di tutte mi interessava sapere era se ci fosse banalità nel racconto, e sentire che no, non c’era, mi ha portata a emozionarmi sempre più. 

  • COSA LE HA INSEGNATO QUESTA STORIA?

Questa storia può insegnare tante cose diverse, prima di tutto il fulcro del racconto è l’amicizia che viene vissuta da ciascuno di noi in maniera diversa. Mentre scrivevo pensavo al fatto che ciascuno valuta secondo i suoi parametri, dove io do dieci tu dai cinque e viceversa pur vivendo la stessa storia e dandole comunque molta importanza. Un altro insegnamento è stato anche il fatto che il nostro subconscio lavora sempre e in continuazione. La questione dei sogni rispecchia un po’ il mio modo di essere, nel libro dico “non oso neanche nei sogni”, questo mi rispecchia abbastanza, mentre il resto del racconto è fantasia. Un altro punto al quale tengo è la questione scuola, che ho vissuto da studente, da mamma di studenti e da mancata insegnante. Forse l’ho sempre saputo, ma ora avendolo messo per iscritto so che la fiducia tra insegnante e alunno è fondamentale per ottenere buoni risultati per entrambi.

  • COSA LE PIACEREBBE DIRE AI SUOI LETTORI?

Da lettrice dico ai miei lettori di leggere sempre e comunque, un romanzo, classico o contemporaneo, una raccolta di poesie, ma anche un fumetto. La lettura ci dà una marcia in più rispetto a chi non legge, aumentiamo le nostre conoscenze ma viviamo anche storie che altri hanno scritto per noi. Viviamo avventure nelle quali ci immedesimiamo. Da scrittrice, anzi da colei che ha scritto un libro, dico ai miei lettori di apprezzare l’impegno e magari trovare qualcosa di buono in questo lavoro. Spero possa essere accattivante e coinvolgente, tanto quanto lo è stato per me. Spero che le mie protagoniste entrino nei loro cuori, che siano apprezzate o magari disapprovate, ma solo per la posizione che assumono rispetto alla storia. Spero che anche gli altri protagonisti siano apprezzati perché strettamente legati alle vicende delle ragazze. Mi piacerebbe dire ai miei lettori che questo libro è per tutti loro, che ognuno può trovare un qualcosa di interessante e ognuno di loro può immedesimarsi nelle figure che sono realistiche ma non descritte se non dal punto di vista caratteriale. Ho lasciato volutamente alla fantasia del lettore la possibilità di immaginarle come meglio crede, ma per favore non siate troppo severi con loro. 

  • HA PROGETTI PER IL FUTURO?

Questo è il mio primo lavoro, perciò, lo sto vivendo in modo assoluto, beandomi di tutti i traguardi che piano piano sto raggiungendo e gustandoli con grande piacere, ultimo questa intervista alla quale sto lavorando in questo momento. In cent’anni non avrei mai pensato che mi sarebbe successa una cosa di questo tipo. Nel futuro mi piacerebbe scrivere ancora, anche se può essere considerata presunzione, vorrei scrivere ancora perché una storia, ancora non completamente sviluppata, in mente l’ho già. Cercherò di promuovere in ogni modo “Sai anche quello che non ricordi”, e quindi seguire tutti i consigli che mi vengono dati e partecipare il più possibile alle manifestazioni che la casa editrice mi indicherà.  In questa situazione nuova non ho molti mezzi per muovermi in autonomia e quindi mi affido a chi è preparto in questo campo. In questo periodo storico, tra l’altro, non ci si può muovere in autonomia, non si possono e non si devono creare situazione che possano provocare il perdurare della pandemia che ci ha colpiti. Perciò i progetti sarebbero tanti, ma il buon senso li fa rimandare a tempi migliori, anche le presentazioni letterarie nella zona turistica nella quale vivo sono rinviate.      

A noi del Gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Enrica Azara per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lei va un grandissimo in bocca al lupo per Sai anche quello che non ricordi e per il futuro.

A te caro lettore, auguro una buona lettura, perditi tra le pagine di questo racconto e vivi le avventure di Anna, Marta, Claudia e Simona.

Se ti va facci sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto, a noi e ai nostri autori fa molto piacere.

Ci sentiamo molto presto, con altre novità.

Buona lettura.

La vostra redattrice.

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