
Similmente alla prima raccolta di testi in prosa e versi scritti negli anni del liceo, edita nel 2019 con il titolo LIBER, questo piccolo volume è un libro non canonicamente libro, poiché costruito rompendo ogni genere di intelaiatura tipica dei generi letterari. Nel suo essere un misto fra prosa e poesia, nella sua natura molteplice di raccolta e raggruppamento di forme poetiche e generi testuali differenti, ERATO, così come il suo predecessore, assume la forma di una summa, di un censimento ultimo, di un’analisi interna di un ragazzo che ha fatto dello studio della letteratura, ed essa non sola, e del riutilizzo della stessa all’interno delle sue opere, l’unico fattore movente della sua produzione. In una sequenza di rimandi ai classici della letteratura, attraversando le ere e ripercorrendo le opere che hanno più segnato il suo pensiero, l’autore vaglia le sue conoscenze, le medesime che fondano il libro stesso, e tira le somme del suo percorso di formazione liceale. ERATO non è dunque solo una raccolta di vari testi, ma è soprattutto il resoconto, il diario di bordo attraverso cui è possibile leggere un percorso di maturazione ed evoluzione che ha il suo principio nel precedente LIBER e che, per il momento, ha ancora molto tempo prima di volgere alla sua conclusione.
Domenico Petrucci è un giovane scrittore abruzzese nato a Teramo nel 2001, appassionato di videogiochi, film, letteratura classica e italiana, romanzi fantasy, fantascientifici e di formazione. È autore del saggio La Mitologia, suo libro d’esordio, scritto all’età di quindici anni e pubblicato nel dicembre 2017; del romanzo fantasy The Infernal Relics – La città di Dite, scritto nel 2017 e pubblicato nell’ottobre 2018; della raccolta prosimetrica LIBER, contenente scritti dei primi anni di liceo ed edita nel 2019. Vince nell’agosto 2019 il premio “Giuseppe Gebbia” per l’attenzione rivolta nel suo percorso di studio alla classicità e nell’aprile 2020 ottiene il Diploma d’onore al Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica – “Pegasus Literary Awards” per il valore letterario dell’opera LIBER. Vive a Campli (TE) e studia lettere presso l’Università degli Studi dell’Aquila.
Oggi parliamo di Erato un libro di Domenico Petrucci pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.
Noi del gruppo Albatros Il Filo abbiamo avuto il piacere di poter fare quattro chiacchiere, seppur virtuali con Domenico Petrucci, per conoscerlo meglio e scoprire qualcosa in più sul suo libro Erato.
Riportiamo di seguito l’intervista all’autore. Buona lettura!
- QUANDO NACQUE LA SUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?
La mia passione per la scrittura nasce come diretta conseguenza del mio essere un accanito lettore. Ho iniziato a leggere romanzi e volumi “impegnativi”, non appartenenti cioè a quel filone generalmente identificato come “letteratura per ragazzi”, ad undici anni e nel tempo libero, al di fuori cioè dello studio e del lavoro, leggo anche tre libri a settimana. Quando avevo quattordici anni però mi resi conto che leggere le opere d’altri non mi bastava più, volevo scrivere le mie storie, le mie poesie, rendere su carta le mie idee e svilupparle nel tentativo di creare qualcosa di bello. Come molti, ho iniziato scrivendo fan-fiction, rivisitando storie appartenenti ad altri e immaginandone degli ipotetici sequel, poi mi sono dedicato alla stesura di opere inedite ed originali, fino ad arrivare al mio primo romanzo, La Città di Dite, edito nel 2018. Con l’avanzare nel percorso di studi ho maturato anche una grande passione per la letteratura classica e italiana e questo ha influenzato di molto soprattutto il mio modo di fare poesia, che ora si fonda sul classicismo e sull’uso delle forme metriche tipiche della tradizione italiana, come il sonetto o l’ode.
- QUANDO HA AVUTO L’IDEA DI SCRIVERE QUESTO LIBRO?
“Erato”, così come il suo “predecessore”, ovvero “Liber”, edito nel 2019, è il risultato non tanto di un’idea quanto di un percorso. Oltre a dedicarmi alla stesura di opere organiche e a sé stanti, come appunto il romanzo “La Città di Dite”, soprattutto negli anni di liceo mi sono spesso lanciato nella realizzazione di piccoli scritti scollegati tra loro: qualche novella, delle favole, poesie di vario genere, testi argomentativi, arringhe sul modello delle orazioni ciceroniane, canti in ottave sull’esempio dei grandi poemi cavallereschi ed altro ancora. Queste piccole produzioni, non sufficienti a formare un volume adatto alla pubblicazione se prese singolarmente, sono il risultato del mio percorso di formazione liceale, in quanto frutto dell’incontro con gli autori, i poeti e i novellisti della tradizione letteraria italiana e latina. Ciò che ho fatto con “Erato”, così come con “Liber”, è stato raccogliere tutti questi scritti, organizzarli in maniera organica e poi dare loro una parvenza di continuità. I testi e le poesie sono infatti posti nell’ordine in cui sono stati scritti e permettono di ricostruire la cronologia stessa dei miei studi e degli autori approfonditi negli anni di liceo.
- COSA SI ASPETTA DALL’INCONTRO CON IL LETTORE?
Da quanto mi è stato detto da coloro che hanno già letto “Erato” e il resto della mia produzione, la prima percezione approcciando i miei testi sembra essere un senso di déjà-vu: nei miei testi riecheggiano quegli anni di studi attraverso cui sono passati tutti coloro che hanno ricevuto una formazione e questo spesso risveglia in chi legge i ricordi di quella formazione. In molti mi hanno confessato che tramite i miei testi ho suscitato in loro il desiderio di riaprire i libri di scuola per scoprire di nuovo i grandi della nostra tradizione letteraria. Credo che questo sia esattamente ciò che desideravo dall’incontro con i lettori, anche se mi compiaccio molto di più del loro evidenziare la novità che tento di portare in questi volumi: pur essendo intrisi di classicismo e di rimandi alla letteratura italiana, i miei testi tentano sempre di trovare la loro strada, di essere a loro modo originali e non composizioni realizzate sulla base di un modello da imitare. Sono, d’altronde, il frutto di un autore diverso che vive in un mondo differente da quello degli autori a cui si ispira e che quindi cerca la sua via, il suo modo di fare poesia e di rendere su carta le sue idee.
- COM’E’ STATA LA SUA ESPERIENZA EDITORIALE?
La mia personale esperienza editoriale è stata generalmente buona, sia con il mio attuale editore che con il precedente, anche se non ho potuto non notare quanto il mondo dell’editoria odierna sia ben diversa da quell’idea, quasi idilliaca, di un sistema in cui le opere da pubblicare vengono attentamente valutate e in cui si cerca di far sì che l’autore possa essere apprezzato da un pubblico più ampio possibile. Al contrario, la sensazione generale è che oggi si pubblichi veramente di tutto e lo si faccia con il solo fine di un tornaconto economico e per chi, come me, è appassionato di grande letteratura, pur non avendo, sia ben chiaro, la pretesa di star facendo egli stesso della grande letteratura, tutto questo lascia un po’ l’amaro in bocca. In ambito accademico, ora che il mio percorso di studio mi ha portato nelle aule universitarie, spesso si discute di questo problema, che si rende evidente quando si raggiungono picchi di pubblicazioni incredibili, come i 75000 volumi circa del 2018, in un paese, quale il nostro, in cui si legge sempre meno. Tuttavia, immagino che se non fosse per questo sistema, nemmeno io avrei mai potuto pensare di pubblicare qualcosa.
- HA PROGETTI PER IL FUTURO?
Per il futuro ho numerosi progetti: in ambito accademico conto di riuscire a portare a termine con successo il mio percorso di studi, mentre in ambito editoriale posso dire senza incertezze di avere tanta carne al fuoco. Il terribile momento storico di cui siamo tutti protagonisti e che ci ha costretti fra le mura domestiche per diversi mesi mi ha offerto la possibilità di riflettere e lavorare moltissimo, per cui ho già pronti e corretti tre romanzi. Uno di questi è pensato per un pubblico appassionato di fantascienza e per accaniti lettori, come me, delle opere di H. P. Lovecraft, mentre gli altri due sono rivolti ad un pubblico più generalizzato ed affrontano tematiche attuali e di grande valore civile, primo fra tutti l’omofobia, non mancando però di toccare corde altrettanto sensibili come la famiglia, il rapporto tra genitori e figli, la disabilità, l’identità personale e le problematiche che intaccano la psiche. Sto anche lavorando ad un’opera didascalica, ad un nuovo prosimetro sul modello proprio di “Erato” e “Liber” e ad un romanzo storico, ambientato nel 1965, che affronta il tema dell’immigrazione, con particolare riferimento all’emigrazione italiana verso l’estero. Tutto sta ora agli editori.
A noi del gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Domenico Petrucci per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per Erato e per il futuro.
A te caro lettore auguro una buona lettura e un buon viaggio tra le pagine di Erato.
Se ti va lascia un commento e facci sapere cosa ne pensi di questo libro!
Ci sentiamo presto!
La vostra redattrice.