Nell’articolo odierno parliamo del libro Il mio faro, il mio approdo, la mia partenza di Franca Valente, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare.
Il mio faro, il mio approdo, la mia partenza di Franca Valente, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, racconta in modo fine e attento a ogni dettaglio psicologico e comportamentale di Anna e Diego, una coppia da sempre affiatatissima: profondamente innamorati l’uno dell’altro da oltre trent’anni, hanno fatto delle loro diversità il proprio punto di forza. Eppure, da qualche mese, Diego è scostante, lontano, rientra dal lavoro a notte fonda, e alle domande di Anna risponde in maniera evasiva. Anna si convince che abbia un’amante e tutte le sue paure la fanno cadere tra le braccia di un altro uomo, Leonardo, che la fa sentire bella e desiderata. Quando, una sera, Diego li scopre, la manda via di casa: chissà perché, però, non sembra furioso ma sollevato. La verità è che la ama, ancora e nonostante il tradimento, e farebbe di tutto per tenerla al sicuro. Ma da chi? Da cosa? Cosa sta succedendo nella vita di Diego di tanto terribile? Da quali pericoli deve proteggerla? Il doppio punto di vista dei due protagonisti ci racconta sì, una storia d’amore, ma anche una vicenda di intrighi internazionali.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo romanzo?
Le relazioni interpersonali dal punto di vista di una over 50 nelle varie sfere affettive: Genitori, mariti, mogli, amici. Ho cercato di sviscerare alcuni aspetti di come ci si può comportare in determinate situazioni quali: Un’amica che cerca di intraprendere un rapporto con un tuo ex. (anche se ex, si tollera che vada con chiunque, ma non con la tua migliore amica, dalla quale ti aspetti un rispetto). Un tradimento perpetuato da uno dei due coniugi sospetto o conclamato (come la forza dell’amore riesca a superare tutto). Il rapporto conflittuale con una mamma (di come una mamma è sempre pronta a prendersi cura di un figlio/a a qualsiasi età, a sostenerlo e aiutarlo/a). La trama è solo un contorno. Ciò a cui punto veramente è lavorare sui rapporti umani. Per scrivere questo romanzo mi sono confrontata spesso con mio marito per capire il punto di vista degli uomini. Il mio target sono le donne, scrivo alle donne parlando soprattutto di donne, ma cercando di essere obiettiva. Non voglio trascurare il punto di vista del mondo maschile che amo e rispetto.
Quali sono le caratteristiche umane e caratteriali dei personaggi principali e come si evolvono durante gli eventi della storia?
Ettore è un uomo equilibrato, ma allo stesso tempo simpatico e giocherellone nella sfera privata. Innamorato di Anna alla quale non è disposto a rinunciare, anche se in questo specifico contesto, con la morte nel cuore, preferisce allontanarla senza accettare né spiegazioni né scuse, di fronte al palesarsi di un tradimento, piuttosto che rischiare di metterla in pericolo. Anna è la tipica donna che di fronte ai cambiamenti fisici dovuti all’età sta rischiando di perdere le certezze di una vita, cedendo alle lusinghe di un uomo più giovane solo per non avere interpretato correttamente l’incostanza di Diego. Sospetta che il marito la stia tradendo, imputandone la causa al suo aumento di peso. Il fatto che lei non si accetti, la induce a pensare che anche per Diego sia così. Carlotta non vuole parlare delle sue lacune affettive con Giacomo, nemmeno con la sua migliore amica. Si racconta che le sue scappatelle con altri uomini siano episodi senza importanza, privi di fondamenta e che non possano influenzare il suo rapporto con il marito, finché non inizierà a frequentare Leonardo. Arriverà così il giorno in cui si vedrà costretta a confrontarsi onestamente con Giacomo. Il commissario Cardone, uomo tutto d’un pezzo riuscirà a seguire questo intrigo e a risolverlo senza mettere in pericolo la vita di Ettore e Diego, ma soprattutto delle famiglie di entrambi. Spesso verrà fuori la sua parte umana combinata a quella professionale.
Cosa vuole comunicare ai lettori con questa opera?
Voglio parlare alle donne che non sono più ragazzine, mi piacerebbe dialogare con loro, dare uno spunto di lettura leggera, ma appassionata allo stesso tempo, vorrei parlare di loro, di noi, ragazze cresciute. Personalmente quando cerco una lettura poco impegnativa, per rilassarmi, cerco nelle trame qualcosa che mi attragga, dove in qualche modo posso riconoscermi. La maggior parte della narrativa in commercio, è rivolta agli under 50. Da qualche anno a questa parte non mi appassionano più, quindi vado oltre. Il mio intento è quello di catturare l’attenzione di un pubblico più adulto, quello della seconda giovinezza, quello della maturità, quello che come me vuole sentirsi vivo, sognare, immedesimarsi nei personaggi e confrontarsi con loro. Pur non essendo una biografia, in questa opera c’è tanto di me. Alcuni tratti sono ispirati a cose che mi sono successe, alla mia personalità e al mio modo di vedere la vita, o di come avrei voluto viverla. La stabilità di Anna e Diego, un matrimonio duraturo, un amore inossidabile. La capacità di superare le avversità. Mettere l’amore che provano reciprocamente, sempre al primo posto, pensare in ogni circostanza uno all’altro anche nel sospetto di un tradimento. Essere incapaci anche solo di pensare di mettere la parola fine al loro rapporto. Il confronto maturo di Anna con la mamma, una donna autonoma e indipendente, come avrei tanto desiderato che fosse la mia. La forza di Anna di perdonare un’amica che viene meno a quel patto di fedeltà e devozione che se pure non scritto non si può ignorare. Ecco quello che voglio comunicare sono i sentimenti, le emozioni, le debolezze e anche la forza di alcune donne.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?
Non ho un modello a cui mi sono ispirata. Spero di crearne uno mio se ne sarò capace. Comunque i miei gusti letterari nel corso degli anni sono variati da Ken Follet a Wilbur Smith, Roberto Gervaso, Veronica Pivetti, Stephen King, Patricia Cornwell. Negli anni 80 ho letto diverse biografie dei personaggi di spicco della II Guerra mondiale, sia tedeschi che italiani. Poi non mi hanno più appassionato. Insomma sono volubile. Leggo quello che mi va a seconda dei miei stati d’animo.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
Avendo pubblicato due libri in parallelo, devo riconoscere che il Gruppo Albatros ha dimostrato un buon livello di professionalità. Non mi sono mai sentita abbandonata, ma soprattutto ho visto la celerità con cui il testo è stato distribuito. Le persone con cui ho lavorato si sono dimostrate tutte capaci e cordiali. Se i risultati saranno soddisfacenti per entrambi, conto di farvi pervenire un altro manoscritto che dovrei terminare in autunno, e pubblicare, se vorrete, dalla Vostra Casa Editrice.
Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Il mio faro, il mio approdo, la mia partenza di Franca Valente, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un romanzo psicologico e sociologico allo stesso tempo, perchè affronta momenti esistenziali che ogni coppia si trova ad affrontare secondo gradi diversi di intensità. Una tale fenomenologia della relazione familiare, o come quella che si instaura tra due amanti, apre la strada a conoscere comportamenti e moventi che troviamo spesso anche in noi stessi.