Nell’articolo odierno parliamo del libro Nebbia di Chantal Guzzetti, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare. Nebbia di Chantal Guzzetti, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un thriller avvincente, dove diversi piani psicologici ed etici sono in ballo nella lotta che la protagonista deve intraprendere per risolvere i misteri che attanagliano la sua vita. Alice, infatti, vive sola e ormai da tempo è tormentata dagli incubi, incubi terribili che si ripetono continuamente, talmente spaventosi da lasciarla atterrita al risveglio e talmente vividi da sembrare reali… Le giornate della ragazza ormai sono una lotta continua contro la sua mente, uno sforzo immane per non cadere a pezzi. Che stia impazzendo lentamente? E se, invece, questi fossero più che semplici sogni? Se riguardassero la perdita di memoria della giovane e la scomparsa dei suoi genitori? Forse è arrivato il momento che Alice torni in quel paesino di montagna che continua a rivedere ogni volta che si addormenta. Potrebbe essere l’unico modo per scoprire la verità.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo romanzo?
Prima di tutto, questo thriller gira intorno all’omicidio dei coniugi Walter e Antonietta Galli e alla figlia Alice, ovvero colei che trova il cadavere della madre semi sepolta e si ritrova prima a perdere la memoria a causa di un misterioso incidente nel bosco, e in un secondo momento sospettata come possibile assassina dall’ispettore incaricato del caso. Credo però che uno dei temi principali sia, paradossalmente, la rinascita, grazie al personaggio dell’ispettore Claudio De Simone che, da Milano, è costretto a trasferirsi in Piemonte e a confrontarsi con persone chiuse, ma sopratutto a rivedere le sue abitudini. Poi, con un piccolo paesino di montagna come sfondo, l’indagine, ormai affossata dalla mancanza di prove, deve farsi largo tra le indiscrezioni degli abitanti. La nebbia, non ultima, è il tema che caratterizza tutta la scena, come la confusione, e si accosta ai personaggi di questa storia sin dall’inizio.
Quali sono le caratteristiche umane e caratteriali della protagonista e come si evolvono durante gli eventi della storia?
Credo di poter affermare che i protagonisti di questa storia sono due. La prima a fare comparsa sulla scena è Alice. La ragazza, sconvolta dalla perdita della memoria, è un tipo solitario che all’inizio non possiamo definire chiaramente a causa della sua confusione, questa nebbia mentale causata dalla botta in testa e conseguente perdita di memoria. Alice sembra non voler delineare se stessa, o forse non ci riesce poiché non riesce a ricordare. Il processo di evoluzione della ragazza tra le pagine della storia va di pari passo con i suoi sogni che le mostrano scene che poi, di volta in volta, scoprirà essere legati alla realtà. Il personaggio che compare nei primi capitoli, e che deciderà di comportarsi da protagonista, è l’ispettore Claudio De Simone, ed è nel suo carattere che vedremo la vera evoluzione e il vero cambiamento. L’uomo, che arriva da Milano, dal principio è chiuso e non è abituato alle confidenze, tuttavia si trova costretto ad entrare in sintonia con gli abitanti del posto e, grazie a Giulia, proprietaria della locanda del posto, riesce a immergersi nella vita di montagna e navigare tra le chiacchiere. Quello che questo personaggio deciderà di fare, alla fine del libro, segnerà il suo vero cambiamento e l’inizio di una nuova esperienza.
Cosa vuole comunicare ai lettori con questa opera?
Quello che, fin dal titolo, cerco di dimostrare è come l’ambientazione, il paesaggio e le condizioni ambientali possono influire non solo sull’umore, cosa ampiamente provata, ma come i colori coi quali dipingiamo un romanzo siano fondamentali per la comunicazione tra autore e lettore. Se è vero che la fantasia del lettore è sacra e ha la precedenza, l’autore fornisce il mezzo e chi legge si tuffa tra le pagine; è vero anche che è importantissimo, almeno per me, far immergere chi legge nella giusta ambientazione. Vorrei che il lettore potesse toccare con mano, sentirsi parte dell’opera e, perché no, appassionarsi ai paesaggi di cui parlo e che descrivo. La mia sfida è mostrare loro ciò che io vedo. Non voglio dire a nessuno cosa deve provare, se ama la natura, la lettura e la vita, leggendo il mio libro; mi piacerebbe che chi compra Nebbia si senta nel libro e corra con Alice, annusi il sottobosco e veda la nebbia attorno.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?
Ho uno stile decisamente descrittivo e non credo di essere quel tipo di autrice che sa colpire con il lato empatico dei personaggi. Come dicevo prima, sono istintivamente attratta dagli ambienti che mi circondano ed è da lì che io parto dal costruire una storia. Non inizio pensando a cosa debba accadere e poi colloco il fatto al luogo. Io mi faccio influenzare dalla natura, da una struttura se ne visito una, perché mi piace descrivere come la vedo e vi costruisco intorno la storia. Mi piace che i personaggi si fondano con l’ambiente che li circonda e che questo serva a caratterizzarli. Croveo era un luogo perfetto per gettare nebbia tra i boschi e quindi la confusione nella testa dei personaggi, per come la vedo io. Se mi siedo sulla riva del mare, ad esempio, immagino di descrivere le onde che mi bagnano i piedi e poi credo di potervi dipingere colori che esprimano sensazioni e magari anche un racconto. Se ho un modello di autore descrittivo per me è stato il primo autore che mi ha appassionata: Stephen King; ma la passione per il giallo è arrivata con Poirot e Agatha Christie, A.C. Doyle e passa per tanti autori, finendo con la mia passione attuale per lo stile narrativo di Joel Diker, che stimo molto.
Progetta di scrivere altri libri?
Certo! A pochi mesi dall’uscita di Nebbia, l’entusiasmo che i lettori hanno mostrato per l’opera mi hanno galvanizzata al punto di scrivere un altro capitolo della storia dell’ispettore Claudio De Simone e ho in sul fuoco persino un altro libro, sempre legato agli altri. Quello che mi sprona a continuare è il calore delle persone che mi seguono e mi chiedono un seguito, anche se non sono migliaia, ma sono tantissimo per un’autrice emergente, sono il carburante che mi sta spingendo non solo a scrivere ancora, ma a migliorare. Sono al mio primo libro, so che non è perfetto e non sono il tipo che si accontenta. Il lettore va rispettato perché comprando la tua opera ti sta dando fiducia, e io voglio dare il meglio, libro dopo libro. Spero di riuscirci.

Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Nebbia di Chantal Guzzetti, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un thriller ben scritto e articolato, dove i misteri della vita quotidiana trovano riscontro in un’area apparentemente insondabile come quella onirica inconscia, che però resta la parte decisiva per far luce sui veri moventi della nostra vita, siano essi desideri, passioni o ricordi rimossi.
Ti ringrazio molto per questo bellissimo articolo e per le domande, mi sono piaciute molto. Chantal
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