Nell’articolo odierno parliamo del libro Il crepaccio. Storia di un’ingiustizia di Rossella Abortivi, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare. Il crepaccio. Storia di un’ingiustizia di Rossella Abortivi, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un appassionato e appassionante racconto storico che mostra che ogni esperienza è un insegnamento. Può anche accadere, però, che alcune circostanze si rivelino avverse per chi ha il desiderio di cambiare le cose in meglio per la società e per il bene di tutti. Sofia, la protagonista, ha vissuto un’esperienza che la segnerà per sempre: alla continua ricerca della verità e dei mezzi per concretizzare i suoi ideali filosofici e politici, durante un periodo oscuro per l’Italia, tra attentati, Brigate Rosse e associazioni che ottenebrano la quiete del Paese, per un banale equivoco, sarà scambiata per una terrorista.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo racconto storico biografico?
Si parla dell’epoca storica del terrorismo, anni ’70 e degli anni di piombo, anni ’80. Quando le teorie e i gruppi estremisti fanno ricorso alla violenza. La politica non offre risposte adeguate. La giustizia e le istituzioni sono imperfette. La strategia della tensione rende i civili sue vittime. In carcere finiscono persone innocenti, data la spietata ricerca di fiancheggiatori dei “terroristi”. Dagli schieramenti ideologici estremisti delle Brigate Rosse nascono adesioni di militanti di vari gruppi che, catturati, dentro il carcere monopolizzano i detenuti costringendoli ad azioni violente.
Quali esperienze particolarmente significative a livello politico e artistico (personali e non) vuole ricordare in questo testo?
L’esperienza umiliante per l’ingiustizia subita e il senso di impotenza per l’ingiusta carcerazione della protagonista. Viene accusata di terrorismo e per di più in carcere subisce il sequestro in quanto non terrorista, continuamente minacciata di morte da parte delle terroriste detenute. Vedere usare il sapere come arma per vincere e non come strumento di verità. Vedere il comportamento sleale di chi detiene il potere nelle istituzioni. Vedere la mancanza di fondamenti nelle proposte politiche. Vedere agire i giovani in nome di un’idea che schiaccia le persone e le mette a morte. La situazione creatasi produce in lei il crollo della fiducia nelle istituzioni, nelle ideologie, nella politica dei partiti e anche nell’umanità. Questo strappo doloroso le produce un’apertura mistica, una svolta che le permetterà poi di mantenere concreti i suoi interessi a favore delle persone.
Cosa vuole comunicare ai lettori?
Vorrei sottolineare come, in situazioni estreme occorra fare appello a tutte le nostre forze e solo così si può trovare il modo di uscirne, a testa alta. Quando tutto è perduto, allora occorre trovare dentro di noi la forza di reagire e combattere per la Giustizia. Convinti di agire per il bene. Le conseguenze dovute ad esperienze deflagranti, ci portano ad una sofferenza che finché resta muta non serve a nulla. Io stessa ho subito l’amnesia dopo i fatti, che è durata per anni e si è dissolta con l’aiuto della psicanalisi. Poter condividere questo impatto può allargare gli orizzonti e renderci più forti. Amerei una riflessione comune su questi temi, della politica e partecipazione, allora e oggi. Vorrei fosse utile per riaprire un dibattito, perchè credo ancora nella cultura.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? In che cosa si differenzia la sua indagine da lavori analoghi sullo stesso periodo storico?
La mia scrittura è lineare, descrittiva e riflessiva. Vi sono ricostruzioni della vita giovanile che accomunano gli italiani degli anni ’60. La mia indagine spazia poi su circostanze autobiografiche inserite nel contesto storico degli anni di piombo in Italia.
Mi piacerebbe farne un film.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
L’esperienza con il Gruppo Albatros Il Filo è stata buona. Mi sono state offerte opportunità concrete, scambi gestiti con precisione e puntualità dai diversi interlocutori. Un buon feed back si è esternato nei vari passaggi dell’edizione. Anche l’intervista televisiva è stata una bella esperienza, con conduttori molto professionali. Ora io non solo progetto, ma continuo a scrivere. Poesie e romanzi. Albatros mi rivedrà!

Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Il crepaccio. Storia di un’ingiustizia di Rossella Abortivi, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un racconto storico che aiuta a capire retrospettivamente anni cruciali della nostra storia, spesso troppo frettolosamente e grossolanamente definiti come “anni di piombo”. Questo testo apre alla ricerca storica scevra da pregiudizi e predispone alla comprensione empatica del senso di lottare per la giustizia, quando tutto sembra perduto.