L’amore resta – Giuseppe Joshua D’Angelo

Nell’articolo odierno parliamo del libro L’amore resta di Giuseppe Joshua D’Angelo, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autore del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autore e ai quali viene data espressione in modo peculiare.

L’amore resta di Giuseppe Joshua D’Angelo, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è una di quelle raccolte che lasciano in ciascuno di noi un invito a coltivare sentimenti più autentici e a disdegnare un orizzonte unicamente materiale. I versi di Giuseppe Joshua D’Angelo, pur utilizzando una stilistica tipica della poesia novecentesca, sembrano possedere un’ascendenza quasi stilnovistica, celebrando l’amore in una purezza trascendentale, portandolo a un confine tra la filosofia e la teologia.

Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autore: buona lettura!

Quali sono i temi decisivi di questa raccolta poetica?

I temi decisivi sono diversi tra di loro ma tutti comunicanti di un solo desiderio, quello di una ricerca costante di affermazione nei confronti degli altri. Uno dei temi ricorrenti su cui si posa la struttura narrante della poetica è senza dubbio “l’amore”, non inteso come vitale e sprezzante bisogno dell’individuo ma come costante ricerca dell’essere vivo che dipende dall’apprezzamento degli altri nei nostri confronti e ancora non inteso come schema dualistico concentrato su due persone che si amano bensì inteso come costante universale in tutte le scelte dell’uomo. Ci dovrebbe essere amore in tutto quello che si fa, in come trattiamo noi stessi e gli altri, nelle cose che mangiamo e soprattutto smetterla di considerare l’amore come un banale sentimento. Basti pensare che la parola amore è senza genere per comprendere meglio di quale natura così inclusiva e plurale è caratterizzato, e invece viene relegato a una banale pratica occidentale da ricercare come un ossessivo desiderio per non rimanere soli. Ho sempre pensato all’amore come un esperienza da ricercare prima dentro noi stessi e poi laddove riuscissimo a trovare una persona giusta, riversarlo al di fuori. E ancora altri sono i temi di questa raccolta, come la solidarietà nei confronti degli ultimi, o ancora lo sdegno per la politica e il benessere occidentale che riduce gli oggetti a cose più importanti degli umani. Mentre, rincorrono spesso gli affetti più cari che influenzano il carattere e i sentimenti. Insomma ridurre il tema decisivo nell’amore è scontato è del tutto sbagliato. Tenendo conto della società in cui viviamo dove le libertà raggiungono le massime espressioni e forme, dove tutti e tutto è alla portata di un click, dove la digitalizzazione ha sostituito l’umanità, in un epoca in cui si scappa dalla sofferenza e dal dolore altrui siamo diventati incapaci di curare i nostri simili, ci curiamo solo delle nostre misere ferite da modificare per rendere più belle agli occhi degli altri, in tutto questo una sola domanda mi pervade. In tutto questo l’amore resta? Oppure stanca scapperà via insieme a tutte la altre cose che siamo riusciti a perdere senza nemmeno avere il coraggio di dire addio.

Quali esperienze particolarmente significative nella sua vita trovano espressione nei suoi componimenti?

Credo che per scrivere, o fare qualsiasi altra cosa, esprimendo uno stato d’animo, un emozione, un desiderio o un ricordo sia una cosa estremamente naturale e quindi non ci sia bisogno di nulla di così stravolgente come vogliono farci credere gli altri. Siamo ossessionati nel vedere le vite degli altri cosi folli, cosi pompate che perdiamo il senso della nostra esistenza. E quindi spesso non deve accadere qualcosa di incredibilmente emozionante o decisivo per far sì che qualcosa di intimo possa essere espresso. Naturalmente, ci sono delle cose profonde o malinconiche che scuotono dentro di noi delle emozioni che trovano sfogo con la scrittura piuttosto che con la musica o l’arte. Ma credo che le cose più belle possono nascere anche da esperienze futili e leggere e non del tutto significative. Di certo il confronto con gli altri, i desideri, le malinconie, i sogni, le ossessioni sono state per me decisive per raggiungere la composizione di certi versi. Penso che la sensibilità o il dolore, più della felicità e l’ego, riescono a farci comunicare meglio ciò che sentiamo o ciò che desideriamo. La cosa che più mi tocca e vedere negli altri una certa sofferenza, un certo velo di malinconia nei loro occhi questo ha dato un grande contributo per la composizioni di alcuni testi. Insomma, basta leggere anche poche frasi per ritrovare in semplici parole tutto quello che abbiamo dentro.

Cosa vuole comunicare ai lettori?

Proprio niente. O meglio io non scrivo per far piacere o dispiacere agli altri. Ma scrivo più come un bisogno, come se fosse mangiare o lavarmi i denti. Scrivere mi fa stare bene e continuerò a farlo anche senza lettori. Però più che comunicare qualcosa ai lettore o più una speranza, ma è una speranza legata a tutti non solo a me. Vorrei che fossimo giudicati per le cose che facciamo, per quello che scriviamo, per quello che diciamo e non per come siamo. A volte si perde la bellezza di un opera perché la si personifica troppo con l’autore e quello che resta è l’immagine che avevamo ancora prima di conoscere l’opera. Beh questo vorrei comunicare ai lettori, discernere l’opera dall’autore. Altrimenti saranno letti solo e sempre i grandi artisti e per quelli piccoli non ci sarà mai una possibilità di espressione.

Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?

Credo di non avere un unico stile di scrittura, ma differenti. Spesso dipende dal periodo che si sta attraversando perché incide molto sulla composizione letteraria. Però credo di avere uno stile abbastanza semplice dal punto di vista espressivo e abbastanza coerente con il tema principale. Sono molti gli autori del passato che hanno influenzato la mia scrittura molto di più di quelli presenti. Di certo sono legato a autori come Fernando Pessoa, Pablo Neruda, Charles Baudelaire, Nazim Hikmet, Yukio Mishima. Mentre altri autori più recenti sono Fleur Jaeggy, Paulo Coelho, Toshikazu Kawaguchi, Franco Battiato.

Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?

Siccome l’esperienza è ancora in corso non mi sento di dare nessun giudizio visto che credo le cose si valutano alla fine e mai all’inizio o durante. Tutto sommato è stata la mia prima esperienza e quindi non ho altre esperienze da poter confrontare. Si, spero di poter scrivere altri libri.

Ringraziamo l’autore per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. L’amore resta di Giuseppe Joshua D’Angelo, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è una raccolta poetica che merita di essere letta con attenzione, perchè ci rammentano un’esperienza letteraria e umana dell’amore come momento di elevazione del genere umano e compimento dell’esistenza.

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