Nell’articolo odierno parliamo del libro Cicatrici di Davide Salvatori, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autore del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autore e ai quali viene data espressione in modo peculiare.
Cicatrici di Davide Salvatori, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è una raccolta di poesie che ci concentra sul grande tema filosofico, letterario e antropologico del tempo. Quest’ultimo, infatti, assieme allo spazio, costituisce uno dei grandi misteri attorno ai quali per millenni si sono interrogati e continueranno a farlo filosofi, scienziati e teologi. Le poesie qui raccolte, pur non pretendendo di rispondere a grandi domande universali, certamente sono da esse influenzate, in particolare per quel che riguarda i segni che il tempo lascia in ciascuno di noi.
Cicatrici di Davide Salvatori è, pertanto, una raccolta alla quale non si può rimanere indifferenti e che riesce a lasciare il proprio segno.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autore: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questa raccolta di poesie?
La raccolta comprende le poesie scritte dall’inizio del mio viaggio all’interno dell’universo poetico, quindi dai diciannove anni appena compiuti fino ai ventiquattro anni.
Cinque anni di vita che comprendono ansie, bellezze, timori, incertezze e tutto ciò che comporta l’adolescenza, il post-adolescenza ed il definitivo passaggio all’età adulta. Sensazioni ed esperienze che, nonostante varino (drasticamente o meno) di persona in persona, credo chiunque possa adattare in qualche modo al proprio vissuto e rispecchiarsi anche solo in un momento o in un’immagine.
Essendo dunque considerazioni strettamente personali, non sono esenti da pensieri e riflessioni su ciò che mi circonda e mi ha circondato, tanto meno da sfoghi o accuse nei confronti di determinate sfaccettature della nostra società.
Importante e centrale, infine, è il tema del tempo e del ricordo, legato alla nostalgia per un’infanzia felice e che è apparsa troppo breve.
Quali eventi sono stati particolarmente significativi nella sua vita e in che modo si riversano nelle sue poesie?
La mia vita, specialmente nel periodo nel quale sono state scritte queste poesie, è stata costellata di eventi che per me non sono stati solo significativi, ma fondamentali: hanno determinato parecchi aspetti del mio essere, sono stati spartiacque tra l’unico esempio di vita che pensavo di dover seguire e la persona che sono diventato poi, grazie a scelte rischiose, ma necessarie. Scelte politiche e di cuore, sempre legate a persone speciali. Scelte che hanno inevitabilmente causato – è la loro natura – conseguenze, a volte del tutto inaspettate.
Senza dilungarmi troppo in quella che sarebbe una poco interessante biografia di un ragazzo come ce ne sono tanti, ciò che ritroverete di questi ed altri eventi capitatomi sono confidenze in versi, come se la pagina bianca fosse un buon amico.
Ma, in realtà, per me la poesia ha sempre assunto un ruolo liberatorio. Per questo il mio augurio è che i lettori, anziché leggere di esperienze di vita a loro poco familiari, possano immedesimarsi nel come le ho metabolizzate, possano tentare di rivedere se stessi in ciò che ho provato.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?
Descriverei il mio stile di scrittura come spontaneo e piuttosto personale. Mi capita spesso di scrivere di getto e voler mantenere l’impostazione originale, nonostante questo metodo sia un po’ distante dalla concezione classica della “poesia”. Altre volte, invece, dopo aver elaborato il concetto subentra la ricerca lessicale, della rima e della sonorità.
Il mio autore preferito, dal quale ricevo ispirazione sia nella letteratura che nella poetica, è Jorge Luis Borges; mentre le vere protagoniste di questo libro, che ne costituiscono la spina dorsale, sono le influenze musicali: dal cantautorato italiano ed estero a gruppi ed artisti esponenti di una sottocultura musicale e sociale sconosciuta ai più. Canzoni e dischi che mi hanno accompagnato e segnato nel profondo, tanto da diventare protagonisti di molti miei componimenti, che qualcuno mi ha detto assomiglino molto a testi di canzoni per la cadenza e la ripetizioni di certi versi in stile ritornello.
Cosa vorrebbe comunicare ai suoi lettori?
Ciò che mi piacerebbe succedesse ai lettori tramite la lettura di Cicatrici è quello che hanno saputo provocare in me certe canzoni o certi libri. Mi sono talmente rispecchiato in certi testi da sentirmi meno solo, come se quel qualcuno mi dicesse: “amico, non sei l’unico a sentirti così”.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
La mia esperienza con la casa editrice è stata positiva e produttiva. Le diverse persone con cui mi sono relazionato di volta in volta e che hanno lavorato al libro sono state gentili e disponibili dall’inizio alla fine della pubblicazione e continuano a seguirmi anche nelle fasi successive. Peccato non essersi potuti conoscere di persona, il tutto avrebbe acquisito un sapore differenti, ma sul lavoro svolto nulla da eccepire.
Continuo a scrivere tanto e avrei già qualche idea per il futuro, vedremo se si realizzerà concretamente. L’importante per ora è sapere che, quando ne ho bisogno, la poesia c’è.
Ringraziamo l’autore per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Cicatrici di Davide Salvatori, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione: è una testimonianza del valore di solidarietà e comunione tra gli esseri umani che il linguaggio poetico sa garantire, ogni volta che tratta di problemi esistenziali condivisi.