Nell’articolo odierno parliamo del libro Cinemasofia per studenti con BES di Gloria Sica, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare.
Cinemasofia per studenti con BES di Gloria Sica, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un saggio appassionato e appassionante sulle possibilità di riuscire a insegnare in modo migliore, coinvolgendo l’apprendente e realizzando quel processo di acquisizione delle conoscenze, dove la dimensione affettiva relazione e l’urgenza pratica dell’attualità non vengono mai dimenticate. Questo vale tanto per apprendenti con BES, quanto per quelli senza. Le immagini – e ancor più le immagini in movimento, come quelle impresse su una pellicola cinematografica – possono veicolare un concetto in modo più veloce ed efficace rispetto al codice linguistico, divenendo strumenti preziosi nella pratica di insegnamento-apprendimento che docenti ed allievi sperimentano ogni giorno. Questo discorso è tanto più vero nel caso in cui ci si trova di fronte a studenti con Bes (Bisogni Educativi Speciali), che molto spesso incontrano difficoltà proprio nel tradurre il messaggio linguistico in immagini concrete. La Filosofia, forse la disciplina che più fa ricorso al pensiero astratto, può in questo contesto servirsi efficacemente della visione di film che, in modo più o meno esplicito, affrontano gli stessi argomenti che pensatori del passato ci hanno trasmesso attraverso le loro opere. L’attività di cooperative learning che segue la proiezione del film offre l’opportunità per gli studenti – che lavorano tutti insieme, compresi quelli con Bes, in piccoli gruppi – di essere i veri protagonisti dell’apprendimento e di scambiare con soggetti alla pari le proprie conoscenze ed emozioni: un metodo che vuole superare la didattica tradizionale per sperimentare approcci nuovi e diversificati, rivelandosi autenticamente inclusivo per tutti.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo saggio? Come funziona la Cinemasofia?
Il saggio si occupa principalmente del modo migliore di utilizzare una strategia didattica già realizzata in classe proficuamente da vari anni anche per favorire il processo di apprendimento degli alunni con bisogni educativi speciali,con particolare riguardo alle problematiche generate dall’autismo e al Cooperative Learning. Il punto di forza di Cinemasofia è quello di sfruttare le enormi potenzialità del Visual Thinking e di poter presentare la disciplina filosofica, spesso ritenuta teorica ed astratta, attraverso concetti immagine e non esclusivamente con concetti idea, come invece avviene in un insegnamento di tipo tradizionale e non individualizzato considerando le esigenze degli studenti con BES.
Che rapporto c’è secondo lei tra conoscenza teoretica astratta e visione cinematografica in generale? Che reciproco rapporto benefico sussiste tra le due modalità per apprendenti con BES?
Il cinema è comunque filosofia e veicola un messaggio che occorre decodificare. La visione di immagini permette agli allievi con BES di capire e comprendere nel modo migliore concetti non altrimenti esprimibili in modo adatto alle loro esigenze. Inoltre il processo motivazionale viene maggiormente attivato dal coinvolgimento emozionale veicolato dal film; gli studenti, soprattutto quelli con BES, non rivestono il ruolo passivo di acromatici, ma partecipano attivamente alla costruzione del loro apprendimento, quel tipo di apprendimento che Ausubel definisce significativo.
Cosa vuole comunicare ai lettori con questa opera? Può raccontare brevemente come si svolge una lezione imperniata sulla Cinemasofia?
Vorrei fornire uno strumento didattico utile e utilizzabile in aula anche in presenza di problemi specifici da affrontare e risolvere. Cinemasofia nasce sul campo, è pratica didattica vissuta e una sola lezione non è sufficiente a spiegarne il completo svolgimento. Comunque la lezione più importante riguarda sicuramente la visione del film e la immediata compilazione della scheda predisposta dall’insegnante, così da poter subito iniziare il debate filosofico sui temi evidenziati dagli stessi studenti. Il Cooperative Learning può essere considerato un valore aggiunto, soprattutto per l’inclusione di studenti con BES all’interno del gruppo classe.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello? Da quale modello di didattica trae ispirazione?
Il mio stile di scrittura è semplice ma naturalmente specifico a causa dei temi didattici trattati. Gli autori che prediligo in questo campo sono Daniel Goleman, David Ausubel, Cesare Cornoldi, molti psicologi da Watson a Bandura a Skinner, ma non ho un modello specifico. Partendo dalla pratica didattica mi viene in mente Dewey e il suo Learning by doing : ecco, Cinemasofia nasce in classe, dal mio quotidiano lavoro di docente di filosofia al liceo e poi cerca di elaborare una teoria didattica di riferimento. Il modello didattico cui si ispira il progetto è l’apprendimento cooperativo unito alle potenzialità del Visual Thinking.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
Questo è il mio quarto libro e potrei considerare l’eventualità di scriverne un quinto, avendo già qualche idea in proposito. La mia esperienza con il Gruppo Albatros Il Filo è stata certamente positiva, stimolante e gratificante ; la ripeterei senz’ altro.

Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. Cinemasofia per studenti con BES di Gloria Sica, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione, perchè racconta esperienze di insegnamento preziose, che attestano la possibilità di realizzare un’educazione inclusiva rivolta veramente a tutti e che permette all’insegnante stesso di tirar fuori in modo eccellente le potenzialità insite in ciascun apprendente.
