Nell’articolo odierno parliamo del libro La botola nel casale di Federica Tomasello, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autrice del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autrice e ai quali viene data espressione in modo peculiare.
La botola nel casale di Federica Tomasello, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un romanzo thriller, che tiene il lettore col fiato sospeso dall’inizio alla fine con i protagonisti davvero ben costruiti e dalle complesse relazioni umane e sentimentali. Diletta è una giornalista calabrese, sposata con il vicequestore di Catanzaro, Giuseppe. Conduce una vita serena e impegnata insieme a Giuseppe e al loro figlio Domenico. Ma la tranquillità delle loro esistenze verrà turbata dalla sparizione di Silvia, amica e collega di Diletta. Prima della sua scomparsa, Silvia stava lavorando ad un’inchiesta giornalistica importante e segreta. Da quel momento parte un filo rosso che porterà Diletta e Giuseppe a collaborare, ad aiutarsi e compensarsi non solo per la soluzione del caso, ma anche nella loro quotidianità.
È un caso difficile da tutti i punti di vista, sia investigativo che umano, con tutte le inevitabili conseguenze e implicazioni che la preoccupazione per la sorte di un’amica nonché collega possano comportare. Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autrice: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo romanzo e come vengono trattati?
Il romanzo è un thriller. La storia tratta una tematica tabù, poco raccontata, forse perché è talmente cruda da metabolizzare che non parlarne ci illude possa non esistere o non essere così vicina a noi. Dal mio punto di vista, invece, è sempre opportuno affrontare tematiche scomode, rifuggite, nascoste. Indubbiamente il traffico d’organi infantile è una tematica pesante da trattare. La storia intreccia al suo interno questo tema d’attualità e la scomparsa di una donna: madre, moglie, professionista, grande amica della protagonista; una donna apparentemente perfetta. Nel corso della narrazione, però, il lettore scoprirà che anche le persone definite dalla società “perfette” possono nascondere dei segreti inconfessabili, talmente tanto da portarle in condizioni di pericolo. La protagonista, Diletta, capirà che una persona così vicina a lei, ha nascosto verità importanti costruendo una vita di apparenze e infelicità. Nonostante le menzogne e una profonda delusione verso l’atteggiamento dell’amica scomparsa, Diletta arriverà alla verità.
Quali sono i personaggi fondamentali e come si evolvono durante la storia?
I protagonisti sono Diletta e Giuseppe. Lei è una giornalista, ama profondamente il suo lavoro e la sua famiglia composta dal marito Giuseppe, dirigente della squadra mobile di Catanzaro. La loro è una coppia in cui la passione è fuoco ardente; condividono la vita nel quotidiano e spesso si ritrovano a collaborare anche professionalmente sebbene non sia una procedura consentita. Hanno un bambino, Domenico, che è la loro gioia e che tra marachelle e frasi buffe regalerà grandi sorrisi. Diletta è verace, impulsiva, passionale in ogni cosa che fa, dolce, romantica; Giuseppe è misterioso, affascinante, anch’egli passionale, un uomo dalla bellezza che rapisce, è in grado di mitigare i tratti eccessivamente energici di Diletta. Un altro personaggio al centro della narrazione è Silvia, mamma di Camilla, un’amichetta d’asilo di Domenico; una giornalista, amica di Diletta, che scompare misteriosamente. Attorno a lei si svilupperà il giallo e la sua scomparsa scoprirà un vaso di Pandora fatto di bugie, meschini tradimenti, verità non svelate per proteggere una finta aurea di perbenismo fino ad arrivare al traffico d’organi: bambini meschinamente rapiti dalle famiglie e ridotti a merce.
Quali motivazioni personali l’hanno portata a scrivere un thriller ambientato in Calabria?
Ho ambientato il romanzo in Calabria essenzialmente perché è la mia terra e sono profondamente legata alle mie radici. Quando ho maturato l’idea di approcciarmi alla tematica del traffico d’organi, ho avuto la certezza di volere ambientare anche questo romanzo in Calabria. Ho immaginato che,vista la frequenza degli sbarchi clandestini sulle coste della mia regione, non fosse inverosimile ambientare questa narrazione in Calabria. Nel romanzo saranno anche presenti delle descrizioni della regione, la fauna e la flora che la protagonista descriverà con grande coinvolgimento. La Calabria risalta alle cronache frequentemente per episodi negativi che non possono essere trascurati poiché purtroppo sono la principale problematica di questa terra ma non bisogna trascurare e non valorizzare anche tutti i lati positivi, a partire da quelli paesaggistici, per proseguire con le tradizioni per giungere a quelli culturali. La Calabria è la mia terra, non avrei potuto fare altrimenti.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?
Definirei il mio stile con delle parole chiave: attuale, romantico/sentimentale; giallo. Un mix apparentemente di non facile unione che a me però diverte molto ricreare. L’obiettivo, e spero di esserci riuscita, è quello di regalare al lettore una riflessione sulla tematica di attualità ma in chiave leggera e che riesca anche a strappare qualche sorriso. Avrei potuto trattare il traffico d’organi in chiave più approfondita e dettagliata ma non era quello il mio intento, per gli approfondimenti sul tema ritengo più efficaci trattati svolti da esperti del settore. Il mio obiettivo è portare un tema di cui non si parla in superficie, consentire una riflessione a portata di tutti, poi sarà il lettore a scegliere se approfondire ulteriormente. Ho voluto che il mio romanzo fosse adatto ad ogni fascia di età e potesse essere letto in ogni momento, anche prima di andare a dormire, senza incutere paura. Sono sempre stata una divoratrice di libri. I classici mi hanno formata; il rosa mi ha divertita nei momenti in cui avevo bisogno di leggerezza; il giallo e il thriller mi hanno rapita. Nel corso degli anni ho stilato una personale preferenza di autori che mi hanno sicuramente influenzata e indirizzata in questa avventura: Andrea Camilleri, Maurizio De Giovanni; Alessia Gazzola; John Grisham sono alcuni degli autori che prediligo.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
Fino ad ora la giudicherei positivamente. Ho apprezzato l’approccio sia dal punto di vista umano che professionale. Ho apprezzato la professionalità con cui è stata valutata l’opera, i consigli che mi sono stati rivolti dall’editor che non ha modificato l’essenza del testo ma, anzi, lo ha reso più incisivo e piacevole con degli accorgimenti correttivi che ad un autore con poca esperienza possono sfuggire. Ho trovato ineccepibile il confronto con l’editore e con l’ufficio stampa che hanno saputo ben inquadrare sia l’opera che la sua produzione e promozione. La parte grafica mi ha ulteriormente stupita in positivo con la presentazione di tre diverse opzioni: pertinenti, ricche di significato, in grado di fondersi in un tutt’uno con la narrazione. La capacità di coinvolgere l’autore e di consentire,anche ai neofiti, un inserimento graduale ma formativo nel contesto della pubblicazione ha reso il tutto sicuramente vincente. Al momento mi sto concentrando su questo romanzo che ancora sento vivo dentro di me, in futuro chissà.

Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. La botola nel casale di Federica Tomasello, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione e va segnalato tra i migliori romanzi del momento per il ritmo narrativo incalzante e la scrittura fluida e altamente evocativa.