L’urlo di gioia – Alvaro Valenti

L’Urlo di gioia: commedia tragica, buffa e musicale. Alvaro Valenti, medico, si racconta in questo lungo romanzo che parla di crescita e dell’ineluttabile senso di inappagamento che caratterizza la desolazione dell’uomo contemporaneo. Il lettore è spettatore di vicende fuori dall’ordinario, accadimenti frutto delle scelte spesso azzardate di un ragazzo geniale, dalla personalità complessa, in bilico tra la depressione e il senso di onnipotenza; nulla fa per piacere, non si sforza di apparire, eppure è impossibile non lasciarsi coinvolgere dal suo ambaare in molte tappe intermedie, prima di giungere alla meta finale (ma quale? Esiste davvero una meta in questo travagliato vivere?). Uno psicodramma di pirandelliana memoria che indaga con leggerezza e autorevolezza – basta guardare la corposa bibliografia che l’Autore ha consultato – le fragilità e le ossessioni della mente ma anche il difficile cammino verso il raggiungimento di un equilibrio stabile con se stessi e con gli altri. Il tutto nel contesto dei lati più oscuri e al contempo più affascinanti di due discipline mediche, la Psichiatria e la Medicina Nucleare.

  Oggi parliamo de L’urlo di Gioia, un libro di Alvaro Valenti pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.

Noi del gruppo Albatros il Filo non ci siamo certo fatti scappare la possibilità di intervistare l’autore Alvaro Valenti per conoscerlo meglio ma soprattutto per scoprire i retroscena della sua opera, perché come ben sapete siamo molto curiosi di sapere cosa si nasconde dietro il lungo lavoro di scrittura dei libri.

Vi lasciamo di seguito l’intervista all’autore di L’urlo di gioia.

  • Perché ha scelto questo titolo per il suo libro?

È stata una scelta spontanea, quasi automatica. Il libro racconta di un evento tragico, che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, ma che infine si conclude con un lieto fine. L’urlo serve per esprimere l’intensità degli affetti, ma è di gioia non di dolore. Non è neanche L’Urlo di Munch, cioè non ha a che fare con la pazzia o con i disturbi psichiatrici, altro tema ricorrente del libro. È un urlo che nasce dal finale del libro, quando Alvaro trova la felicità con le sue due donne, e non dalla parte centrale focalizzata sull’episodio psicotico. È un urlo di gioia per una vita felice ritrovata; sarebbe potuto andare tutto molto peggio non fosse stato altro per il caso e per qualcuno che si è preso cura di te.

  • Cosa ha voluto comunicare al lettore con il suo libro?

La vita regala sempre qualche sorpresa quando meno te lo aspetti. Ammalarsi di un disturbo psichiatrico, di cancro o di qualsiasi altra malattia, non è una colpa ma, appunto, non te lo aspetti. E quando ci sei dentro non è scontato venirne fuori o avere una felice convivenza. Il Disturbo Bipolare, la malattia di Alvaro, è croce e delizia della sua vita. Al lettore Alvaro comunica i propri sentimenti nonché le vicissitudini occorse in poco più di un anno legate alla sua malattia che hanno scandito la sua vita come mai niente altro nella speranza di trovare empatia, al contempo offrendola a chiunque si mostri ricettivo. Il lieto fine del libro vuole essere un messaggio di speranza, non bisogna mai perdere la speranza.

  • Cosa l’ha spinta a pubblicare questo libro?

È stato un istinto, non una decisione razionale. Era già passato un anno dall’episodio acuto, o incidente che dir si voglia, mi ero separato, vivevo da solo e riflettevo sul significato della vita, su quello che la vita poteva ancora offrirmi. Ho sempre desiderato scrivere un libro (cito dal libro):

certo di poesie ne aveva composte

alcune più belle, altre più goffe

ma un libro era un’altra cosa

molto più lunga, più difficil la prosa.

E così una sera mi sono trovato dopo cena col mio computer e un bicchier di vino sul tavolo di salotto e in poco tempo l’ho scritto. Nonostante il romanzo l‘avessi scritto sostanzialmente per me, terminatolo il passo successivo della pubblicazione è stato abbastanza naturale. Nella mia professione di medico sono abituato a pubblicare articoli scientifici. La pubblicazione su una rivista o presso una casa editrice riconosce la bontà di un lavoro e ovviamente ne consente la diffusione. Sottoposi il mio romanzo senza molte aspettative e fui molto contento quando mi dissero che era stato accettato.

  • Ha già avuto modo di presentare il suo libro?

No, finora non mi è stata offerta dalla casa editrice nessuna occasione. Non so neanche se voglio farlo. Il mio obiettivo era scrivere il romanzo, e l’ho fatto. Poi l’ho anche pubblicato. Ora c’è la fase del marketing, ma a questa sono meno interessato. Poi e soprattutto c’è il giudizio del mio psichiatra che mi ha consigliato di non pubblicizzare troppo la mia identità e la malattia che mi affligge e come medico devo assolutamente fare in prima persona il bravo paziente.

  • Cosa le piacerebbe dire ai suoi lettori?

A coloro che hanno letto il libro vorrei chiedere se gli è piaciuto. A tutti i restanti milioni della popolazione italiana vorrei dire di leggerlo perché ne vale la pena. (riportando ancora la citazione di Pirandello adottata nella prefazione del libro: Così è (se vi pare)).

Una commedia tragica, buffa e musicale, una commedia che nasconde altro al suo interno che vale la pena di leggere dalla prima all’ultima pagina.

A noi del gruppo Albatros il Filo non resta altro che ringraziare ancora una volta l’autore Alvaro Valenti per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. Siamo felici di averlo accompagnato lungo questo percorso editoriale che ha visto la nascita del suo libro L’urlo di gioia. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro e per il futuro.

A te caro lettore, come di consuetudine ti auguro una buona lettura e un buon viaggio tra le pagine di questa commedia che potrà insegnarti molto, ma soprattutto ti insegnerà che nella vita bisogna sempre aspettarsi di tutto, perché la vita regala sempre qualche sorpresa.

Continua a seguirci perché ci sono sempre tante novità e non vediamo l’ora di parlartene!

Ci sentiamo presto.

La vostra redattrice.

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