
«È un bel po’ che non ti fai vivo», mi aggredì, «ti sei di- menticato di me? Ti ho cercato un sacco di volte!».
«Un sacco?».
«Sono ventidue giorni, li ho contati!».
«Ho avuto da fare. Sono stato ad allenarmi tutti i giorni e, come vedi, il risultato è arrivato, erano quasi due mesi che non vincevo!».
«Vorresti dire che è colpa mia?».
«In un certo senso sì!».
«Vuoi fare la vita da asceta? Non ti piaccio più?».
«Non è questo, ma ho deciso che fino a ottobre inoltrato
non avrò più tempo per te».
«Continuerai, almeno, a seguire Luca e Lucia?».
«Su questo ci puoi giurare, sono molto affezionato a quei
ragazzi!».
Anna era la moglie del presidente della squadra ciclistica, aveva trentanove anni, era ancora una bellissima donna, bionda, alta, occhi azzurri, procace, simpatica, sorridente. Una di quelle donne che ti fanno innamorare a prima vista.
Tutto era cominciato sei anni prima, quando, esordiente quattordicenne, mi ero iscritto alla società ciclistica G.S. Za- netta che era stata fondata in memoria di un campione ciclista morto in guerra. In un freddo sabato pomeriggio di febbraio, mi ero presentato alla sede della società per chiedere di essere accolto in quella squadra. Una pioggerella sottile e tagliente, sospinta da un vento di tramontana, mi sferzava a tratti. Gli alberi, tristi e aggrondati, lasciavano cadere, a ogni sbuffo di vento, una scossa di grosse gocce e di foglie scure: gli ultimi residui che l’inverno aveva lasciato sui rami ormai spogli. Ero tutto bagnato, sebbene avessi la giacca a vento impermeabile. Proprio nell’atrio incrociai Anna che stava uscendo.
«Cerchi qualcuno, bocia?», mi chiese.
«Buongiorno signora, volevo domandare se posso inscri- vermi per correre con questa società».
«Quanti anni hai?».
«Quattordici».
«Dove vai in giro con questo tempo, non vedi come sei
bagnato fradicio?».
«Le gare si fanno anche con la pioggia, mi sto allenando.
La bici l’ho già comprata. Eccola qua!», le risposi con un certo sussiego.
«Perché, tu pensi che la prima cosa che serva per correre sia quella di avere una bicicletta?», mi rispose con un fare quasi canzonatorio. «Sono i polmoni, il cuore e le gambe quelli che contano».
Rimasi un po’ male per questa risposta scoraggiante e cer- cai di reagire:
«Quelli ci sono, anche se non sembra!», risposi un po’ con- trariato.
«Non te la prendere, scherzavo! Va’ al primo piano, là tro- verai mio marito, il presidente della società. Digli che hai parlato con me e fatti dare un asciugamano, non vedi che sei grondante?».
«E di chi devo dire?».
«Anna. Sono la segretaria amministrativa della Società». «Grazie, signora Anna, lei è molto gentile».
… La bici è la grande passione di Alex fin da giovanissimo. Quando Davide Carlesso lo accoglie come un figlio nella squadra ciclistica locale, Alex non può ancora immaginare come cambierà la sua vita. Legato da un rapporto di affetto sincero verso la famiglia di Davide, comincerà crescendo a scoprire i lati nascosti della sua personalità. Prima Anna, la bella moglie di Davide, lo catturerà nelle maglie di un rapporto sessuale sempre più perverso, poi sarà la volta dei due figli, Lucia e Luca, due anime candide che sconvolgeranno con i loro inaspettati comportamenti la vita di Alex, sempre più tormentato dai dubbi e dai sensi di colpa. La vita di Alex è a un certo punto a un bivio: da una parte il ciclismo professionista, dall’altra la carriera sicura di medico. Tra le tante variabili in gioco Alex sceglierà secondo testa e cuore diventando in terra di Francia, e precisamente a Parigi, una persona stimata per le sue qualità e i suoi progetti. Roberto Antonio Crosara, al suo terzo libro, racconta una storia di riscatto, con al centro le pulsioni e le fantasie sessuali, capaci di mettere in crisi l’equilibrio di alcune persone e di far nascere desideri proibiti. Un libro che piacerà molto anche a tutti gli appassionati di ciclismo, un mondo per certi versi a se stante, dove il sacrificio è all’ordine del giorno e solo una passione sconfinata può aiutare ad affrontare le pedalate più difficili.
Oggi parliamo di Antica Fiaschetteria Toscana, un libro di Roberto Antonio Crosara pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros Il Filo.
E noi del Gruppo Albatros Il Filo non potevamo certo farci sfuggire l’occasione di fare qualche domanda all’autore, Roberto Antonio Crosara, per conoscerlo meglio e scoprire qualcosa in più su Antica Fiaschetteria Toscana.
- Com’è nata la sua passione per la scrittura?
A dire il vero, fin da giovane avrei sempre voluto scrivere qualche romanzo. Le idee non mi mancavano, ma la vita mi ha portato altrove. È stata la fatalità: l’incidente che mi ha obbligato all’inerzia mi ha spinto a scrivere, probabilmente il momento non sarebbe mai arrivato.
- Che emozione ha provato dopo aver pubblicato il suo primo libro?
È stato molto emozionante vedere concretizzato in un libro il frutto di un lungo lavoro. Poi, passato il primo momento, mi sono reso conto che solo se ci saranno delle vendite importanti, l’emozione sarà duratura.
- C’è un momento in particolare che l’ha portata alla stesura del suo libro?
Amo andare in bicicletta. È stato in occasione di una brutta caduta che mi ha immobilizzato per oltre due mesi, che ho deciso, si fa per dire, di prendere in mano la penna. In un primo momento è stato un passatempo, poi mi sono affezionato.
- Cosa si aspetta dall’incontro con il lettore?
Sono un carattere timido e non so se avrei la forza di rispondere alle domande che mi potrebbero venir fatte circa la genesi dei miei scritti. Ci vorrebbe la fortuna di riuscire a vendere per darmi questa forza. Per il momento mi sento in uno stato di inferiorità.
- Perché ha scelto questo titolo “Antica fiaschetteria toscana” per il suo libro?
Riguardo il titolo. A Venezia esisteva veramente una trattoria con quel nome, che io ho frequentato molte volte con amici di lavoro e non. C’è in questo un po’ di nostalgia di quei tempi.
Noi del gruppo Albatros il Filo ci teniamo a ringraziare ancora una volta Roberto Antonio Crosara, a lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro e per il futuro.
A te lettore, buona passeggiata, anzi…buona pedalata! Ci sentiamo presto.
La vostra redattrice.