
L’intensità di un dialogo non è direttamente proporzionale alla quantità delle parole. A volte, persino il silenzio può assumere particolari significati. Non siamo più abituati al silenzio e, forse, neppure a un sorriso pieno d’ironia. Ogni storia racchiude in sé il modo più preciso di essere raccontata.
Oggi parliamo de L’incontro, un libro di Omar Battiston pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros Il Filo.
Noi del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autore Omar Battiston per scoprire qualcosa in più sul suo libro e sulla sua passione per la scrittura.
- Quando iniziò la sua esperienza come scrittore? Nasce dalla volontà di condividere la sua storia o è una passione che ha da sempre?
Credo sia d’uopo distinguere tra lo scrivere ed essere scrittore, in quanto scrivo quasi da sempre e lo testimonia la mia prima piccola poesia, risalente a quando frequentavo le scuole elementari e quindi parliamo di una quarantina d’anni addietro, mentre la mia ufficiale entrata nell’universo degli scrittori è avvenuta col mio primo libro dal titolo “Il Volo”, che ha visto la luce una decina di anni fa, nel 2011.Venendo alla seconda parte della sua domanda, in realtà più che scrivere per condividere la mia storia personale – che può interessare come no, non ritenendomi una persona “migliore” delle altre – scrivo con due intenti: il primo quello di intrattenere e cercare di far passare dei messaggi positivi e utili a chi legge ed il secondo per lasciare qualche cosa di concreto a testimonianza del mio passaggio terreno.
- “Ogni storia racchiude in sé il modo più preciso di essere raccontata”, qual è il messaggio che ha voluto trasmettere ai suoi lettori?
Partendo dal presupposto che io ritenga ci siano molti bei libri in circolazione, scritti bene, con delle storie interessanti, siano esse di fantasia o vere, sono però altresì convinto che nella maggior parte dei casi non trasmettano alcun vero messaggio positivo limitandosi a raccontare “qualcosa”. “L’incontro” invece nasce con un obbiettivo radicalmente opposto, ossia proprio quello di far riflettere, soprattutto in termini positivi. Cerca di far passare la luce tra le fessure delle tapparelle, in questo mondo attuale dove pessimismo, rassegnazione, ipocrisia, alibi e via discorrendo sembrano dettare le proprie buie regole. Invece io e il mio interlocutore nel libro, non la pensiamo affatto così e sosteniamo con forza, ma in maniera leggera, discorsiva e piacevole, che la permanenza in Terra dell’essere umano, non possa ridursi a meri egoismi e soddisfacimento di piaceri personali, talvolta tra l’altro esclusivamente materiali. Attenzione però, non si creda che non sia corretto “godersi la vita”, ma solo che la vita stessa debba essere anche altro e soprattutto che il segreto sia la “visione” degli sviluppi quotidiani, perché come si dice: “La bellezza sta negli occhi di chi guarda” …
- C’è un momento particolare che l’ha portata alla stesura del suo libro?
In effetti sì. Mi spiego meglio: dopo l’uscita della prima mia raccolta di poesie citata poc’anzi, qualche mio lettore mi domandò perché non scrivessi un romanzo. Ciò avvenne anche successivamente alla pubblicazione di “Vita”, la seconda raccolta nel 2013. Fu così che mi misi a scrivere un romanzo, che terminai attorno agli inizi del 2016 se non erro. Tuttavia, qualche cosa non mi convinceva e lo lasciai nel cassetto (pur apparentemente finito) con l’intenzione di rivederlo in seguito. Cosa che poi non feci più ed infatti nel 2016 uscii con la terza raccolta di poesie e aforismi dal titolo “Dipinto su tela d’aria”. Ho provato più volte ad iniziare un romanzo, ma ogni volta dopo poche pagine mi fermavo, perché non mi soddisfacevano mai. Finché una notte di circa 3 anni fa mi svegliai quasi di soprassalto ed ebbi la folgorazione e da lì in sostanza nacque “L’incontro”.
- Che cosa significa per lei “credibilità” da offrire ai lettori?
Vi è un modo di dire che amo molto e che secondo me è applicabile ad ogni frangente della vita e recita: “Se vuoi sapere cosa una persona pensa veramente, non ascoltare quello che dice, ma guarda quello che fa”. Ecco, onestamente ed immodestamente, questa è la mia credibilità ed affidabilità. Credo nella mia vita di aver sempre dimostrato coi fatti (e a volte, certo, anche a parole) chi sono, come sono e come agisco. Io sono davvero un libro aperto – e visto l’argomento attuale mi pare che oggi questa definizione calzi a pennello – perché da me sai sempre cosa aspettarti. Insomma, io mi definisco “intellettualmente onesto”, il che non fa di me un novello San Francesco sia chiaro, anzi come si legge anche nel libro, i difetti non mi mancano affatto e di errori ne ho fatti molti e sono certo ne farò, ahimè, ancora tanti. Quello che voglio dire è semplicemente e semplicisticamente, che chiunque mi conosca a sufficienza e non nutra qualche immotivata invidia, sa bene quali difetti e quali pregi io abbia e quale sia il mio modo di “intendere la vita”, anche se talvolta questo mio modo goliardico ed allegro destabilizza qualche mio interlocutore, ma d’altronde in un mio libro, riferendomi a me stesso, scrivo: “Io sono una persona estremamente seria…ma per nulla seriosa”. A buon intenditor, poche parole, no?
- Qual è il suo pubblico ideale? A chi pensa quando scrive?
Anche questa è una domanda interessante ed è un mio problema ed una mia potenzialità al tempo stesso. Perché dico questo? Perché io ho sempre 3 obbiettivi quando scrivo, siano poesie, racconti o post sui social: 1) Lasciare sempre messaggi positivi, ottimisti e propositivi. 2) Scrivere in maniera semplice e fluida, cercando sempre di tradurre in termini semplici anche discorsi complessi. 3) Rivolgermi ed essere compreso da chiunque, sia in termini di cultura personale, di intelligenza, di sesso, di religione e sia in termini di età anagrafica, per esempio. Insomma, a me piace l’idea, ma mi rendo conto sia complicato, se non impossibile, che qualsiasi persona possa prendere in mano un qualsivoglia mio scritto e ritenerlo utile, interessante, comprensibile e piacevole. Devo dire onestamente che finora da questo punto di vista sono molto soddisfatto, perché in questi 10 anni di “scrittura ufficiale e pubblica” ho ricevuto apprezzamenti veramente in maniera trasversale, perfino da giovani e giovanissimi per alcune poesie e questo non era così scontato per me. Venendo a “L’incontro” credo di poter dire senza patemi d’animo, che sarà (e qualche feedback lo ho già) ancor più vero e questo mi fa molto, ma molto piacere, perché in qualsiasi ambito della vita, quando il tuo obbiettivo lo raggiungi, tutto il resto è relativo.
Noi del Gruppo Albatros Il Filo non possiamo fare altro che ringraziare ancora Omar Battiston per averci dedicato del tempo rispondendo alle nostre domande, a lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro L’incontro, e per il futuro.
A te lettore, buona lettura, questa volta hai bisogno solo di questo, non aggiungo altro.
La vostra redattrice.