
100 poesie di Lido Gedda è una di quelle raccolte poetiche che si possono definire del quotidiano, ovvero un insieme di poesie che appaiono istantanee, ispirate da elementi particolari, persone, animali, situazioni, oggetti e momenti della vita di tutti i giorni che colpiscono l’occhio del poeta, afferrano la sua attenzione e vengono poi da questi filtrati per essere riconsegnati a chi li legge sotto forma di poesia. Pur se questa ispirazione è immediata e fulminea, come è realmente una vera ispirazione, essa non si traduce, tuttavia, in una poesia non meditata sia nel contenuto che nella forma. Non siamo, cioè, di fronte a una forma di improvvisazione, a uno scrivere immediato (nel senso di non mediato), anche se certamente si coglie il lampo creativo di Gedda. La mediazione c’è eccome ed essa si apprezza molto bene nello stile dei componimenti che evidenzia un utilizzo sapiente sia della metrica che della rima, spesso alternata ma anche baciata. Ad arricchire la poesia, talvolta, appaiono anche efficaci assonanze che riescono a conferire una forte musicalità a tutti i componimenti gran parte dei quali composti da due strofe. Tutto ciò, quindi, è un segno di una attenzione e di una maturazione stilistica che nel laboratorio poetico di Gedda ha trovato un efficace compromesso tra la rigidità dell’ordine della metrica, delle regole poetiche che si è dato l’autore, e la improvvisa anarchia dell’ispirazione, dell’estro inteso soprattutto come capacità di cogliere l’elemento veloce e volatile della vita quotidiana, di fermarlo. Quasi come un maestro di fotografia, Gedda cattura con il suo obiettivo poetico un attimo della vita che lo colpisce e lo sviluppa nei suoi versi. Alcuni esempi esprimono più chiaramente questo utilizzo della stilistica e del contenuto di Gedda:
Corre veloce fra pendii e piani, la lepre inseguita dal latrar dei cani. Sfora le poste di cacciatori attenti, per la pace gioiosa dei benpensanti.
Intanto dall’intorno dell’antica cascina, oggi non ci sarà odor di selvaggina. Per cacciatori e cani è l’ora del ritorno: a domani. Domani è un altro giorno.
In questo caso vi è il riferimento alla caccia e alla sua filosofia antica che richiama l’ancestrale rapporto tra uomo e natura. I versi in rima baciata servono, poi, a conferire non solo maggiore musicalità ma anche un ritmo. La caccia, in questo caso, che si conclude con un nulla di fatto, dunque con l’assenza della preda, è come un giorno che si potrebbe apparentemente considerare vuoto. Qui, però, non troviamo una delusione, anzi è come se l’obiettivo non fosse la preda ma la caccia stessa, l’inseguimento costante inteso come fine, non come mezzo. Il verso finale «domani è un altro giorno», celebre citazione cinematografica, esprime un qual- cosa di speranzoso, un continuo nuovo inizio.
Si può fare un altro esempio, in questo caso con un componimento in rime alternate: a11
Notte che ci avvolgi nel tuo oscuro manto, padrona del riposo o di licenziosi affanni, letto d’amore o alcova di sfrenato incanto, volgi pallide stelle su chi è sedato dagli anni.
Difendi quel che c’è di più ambìto nella vita: il sogno, la fantasticheria, il rimpianto, la pace. Ogni vivente si batte con travaglio e gran fatica, quando il giorno spara in faccia la propria luce.
Ancora una volta si riconosce nel giorno l’inizio della perpetua avventura umana che trova la sua dimensione introspettiva nel riposo della notte, vista come momento di pace e riflessione. Il divenire è quindi un tema costante che il poeta riesce a immobilizzare coi suoi versi riuscendo a condividere con i lettori le proprie emozioni e sensazioni.
Oggi parliamo della raccolta poetica 100 poesie di Lido Gedda pubblicata con la nostra casa editrice gruppo Albatros il Filo.
Noi del Gruppo Abatros il Filo abbiamo avuto il piacere di poter intervistare Lido Gedda per conoscerlo meglio e scoprire qualcosa in più sulla sua raccolta 100 poesie.
Riportiamo di seguito l’intervista all’autore, buona lettura!
- QUANDO NACQUE A SUA PASSIONE PER LA SCRITTURA
In giovanissima età nei componimenti scolastici ho scoperto di essere in grado di scrivere di getto in unica stesura, quindi direttamente in sola copia, dimezzando i tempi rispetto ai compagni.
- QUAL E’ L’ASPETTO POSITIVO E QUELLO NEGATIVO DI ESSERE UNO SCRITTORE?
L’aspetto positivo è la possibilità di scaricare tutto ciò che fluttua nella mente fissandolo nella scrittura che resta l’unico strumento che resta per sempre nel tempo. L’aspetto negativo è la penuria di lettori, soprattutto per quei libri che si pongono a confronto delle idee.
- HA ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?
Da sempre scrivo di getto ogni qual volta mi trovo un pensiero preformato degno di essere trasfigurato sulla carta.
- QUALE TRA I SUOI LIBRI E’ QUELLO A CUI E’ PIU’ AFFEZIONATO E PERCHE’?
Ho scritto una dozzina di libri come professore universitario. Fra questi il libro dei miei patimenti è stata una biografia sull ‘ “Enrico IV” di Pirandello. Gioia e tormento insieme, esaltazione per le scoperte, depressione per il tiepido accoglimento da parte della comunità scientifica Come narratore ne ho scritti quattro e sono tutti figli miei, è naturale che l’ultimo sia più coccolato perché ha bisogno di crescere.
- COM’E’ STATA LA SUA ESPERIENZA EDITORIALE?
Buona per quanto il problema della distribuzione sia ancora presente.
A noi del gruppo Albatros il filo non resta che ringraziare ancora una volta Lidio Gedda per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per la sua raccolta 100 poesie e per il futuro. Siamo felici di averlo accompagnato lungo questo percorso editoriale.
A te caro lettore auguro una buona lettura, ti auguro di perderti tra questi versi, sognare, riflettere ed emozionarti, proprio come le poesie sanno fare.
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La vostra redattrice.