I mondi della scrittura – Il Gruppo Albatros Il Filo presenta: La costruzione di un uomo di Domenico Campelli

Nell’articolo odierno parliamo del libro La costruzione di un uomo di Domenico Campelli, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autore del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autore, Domenico Campelli, e ai quali viene data espressione in modo peculiare nel suo testo La costruzione di un uomo, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo.

Ecco l’intervista con l’autore: buona lettura!

Quali sono i temi decisivi di questo racconto e come vengono trattati?

I temi decisivi di questo racconto sono la fondamentale solidità della famiglia di appartenenza dei due protagonisti della storia, e la validità della cultura contadina che viene tramandata in tutta la sua autenticità e profondità.

La trattazione degli stessi parte dalla celebrazione del ruolo della donna in questo contesto familiare, descrivendo anche gli ambienti in cui tutto prende inizio, per poi seguire la crescita e l’evoluzione, all’interno di questa condizione culturale, del rapporto speciale fra il nipote (che soffre la lontananza del padre per motivi di lavoro) e lo zio.

Quest’analisi permette di comprendere come quella filosofia di vita influenzasse l’esistenza delle persone, dettando le regole del modo di intendere il rapporto con gli altri e con la natura, lasciando spazio, in questo, anche alle propensioni pedagogiche individuali dello zio (il gioco dell’osservazione delle nuvole, creduto un passatempo e che invece si rivela un modo per dedicare qualche attimo a se stessi, attimo che, se dato per scontato e trascorso con indifferenza, non tornerà più. E di attimi che non tornano più, nel nostro recente passato martoriato dal Covid, ne abbiamo potuti riscontrare moltissimi).

Quali sono le caratteristiche umane e caratteriali del protagonista e come si “costruisce” durante gli eventi della storia?

È un ragazzo semplice, cresciuto in un ambiente semplice, ma con una curiosità di base che lo rende attento a ciò che gli accade intorno. Forse al momento non comprende fino in fondo ogni insegnamento, ogni considerazione, ogni spiegazione, ma tutto ciò non cadrà nel vuoto, anzi sarà assorbito, metabolizzato e messo in pratica, anche inconsciamente, perché quando si assimila un concetto o un modo di operare, questo finisce per far parte di te anche se tu non ti sei accorto bene di come questo sia potuto accadere.

L’episodio raccontato riguarda solo un giorno di lavoro, ma in esso vengono riassunti tanti momenti del vissuto trascorso, per arrivare infine al punto di svolta: il riconoscimento altrui delle proprie qualità e, di contro, la presa di coscienza personale delle proprie capacità e del proprio valore.

“La costruzione di un uomo” è fatta di tanti tasselli che vengono apposti nel cammino di crescita dell’individuo e che, se sorretti da fondamenta solide, riescono a reggere gli scossoni inflitti ogni tanto dal vivere quotidiano.

Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?

Definire il proprio stile di scrittura potrebbe sembrare presuntuoso e autocelebrativo, quindi lascio volentieri il compito a chi avrà la ventura di leggere il libro.

Posso solo dire che il mio proposito è quello di rendere la lettura del testo facile e scorrevole, con l’intenzione di incuriosire il lettore riguardo al prosieguo della storia, cercando di descrivere bene l’ambientazione del contesto in cui tutto si svolge e delineare accuratamente il profilo dei personaggi, anche se, in questo caso, la scelta di spersonalizzare il racconto è stata fatta perché ho voluto porre in primo piano il fatto saliente citato nella narrazione, sottolineando la sua enorme importanza da un punto di vista educativo.

Per quanto riguarda gli autori dai quali sono stato influenzato, ritengo che l’elenco possa essere veramente lungo: Verne, Salgari, Melville, Stevenson, Twain, Hemingway e Salinger, mentre tra gli autori contemporanei, negli ultimi anni mi hanno impressionato favorevolmente Zafon e Falcones.

Per quanto riguarda gli italiani: a parte i poeti classici come Leopardi, Pascoli, Carducci, al fianco di Ungaretti e Montale, direi Pavese, Silone, Pratolini, anche se un posto d’onore lo riserverei a Guareschi e, sopra a tutti, Attilio Bertolucci.

Tra gli autori contemporanei, mi piace Mauro Corona.

Cosa vuole comunicare ai lettori?

Emozioni, nel senso più ampio e generale del termine; le stesse che provo io quando leggo una storia avvincente, presentata in un testo scritto bene, con l’uso attento e ricercato (ricercato, non sofisticato) delle parole, che fa apprezzare ancora di più le potenzialità espressive della nostra magnifica lingua e il lavoro accurato che c’è dietro alla scrittura e alla pubblicazione di un libro.

Nel caso specifico di questo racconto, è come se avessi voluto riportare in vita un mondo che non c’è più, ricordandone però l’immenso valore e, soprattutto, le capacità educative possedute da persone semplici, dal livello culturale elementare ma che avevano dalla loro l’enorme solidità dei principi che volevano tramandare.

Tutto questo, però, cercando di non cadere nel tranello della facile retorica: un po’ di nostalgia (soprattutto per chi non c’è più) ci sta, il rimpianto no.

Bisogna saper accettare il tempo che passa e i cambiamenti che questo porta con sé, cercando di apprezzarne i pregi e neutralizzarne i difetti.

Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?

L’esperienza editoriale col Gruppo Albatros Il Filo è stata, fino ad ora, ma sono certo che lo sarà anche nel prossimo futuro, entusiasmante.

Già il fatto che il mio testo sia stato giudicato degno di una pubblicazione, è stata una cosa sorprendente e molto gratificante, ma ciò che mi ha più colpito è stata la puntualità nella successione degli eventi preordinati, dalla correzione del primo elaborato, alla progettazione della copertina, alla pubblicazione della locandina, alla registrazione delle interviste e altro ancora.

A ogni domanda è stata data una risposta, anche in un periodo difficile com’è stato il 2020 e di questo devo ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno curato questa edizione.

Per quanto riguarda il futuro, avevo già pensato di scrivere altre storie che ho nel cassetto, ma la sorpresa più bella è venuta da chi ha letto questo libro e che mi ha fortemente chiesto di continuare su questa strada. Speriamo che questo si possa avverare: mi farebbe veramente piacere.

Ringraziamo l’autore per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. La costruzione di un uomo di Domenico Campelli, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un libro di domande esistenziali e di stimolo al pensiero, di cui tutti noi abbiamo grande bisogno.

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