
Antonio Tabucchi, scrittore, critico e ricercatore dell’anima, di quella parte dell’uomo che più di altre lo definisce, nelle sue incoerenze e contraddizioni.
Dimensione notturna, dunque, che meglio di altre permette questa ricerca, come luogo in cui i personaggi si muovono a tentoni, a disagio, fuori dal tempo e dallo spazio.
Un’analisi complessa e precisa dello stile dell’autore, delle sue opere e dei suoi personaggi, di una quotidianità di oggetti, gesti ed espressioni fuori contesto, che confondono ma contemporaneamente spingono a indagare.
Nata a Civitella del Tronto, Teramo, il 21.01.1945, Elisa Lizzi è laureata in Lettere Classiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Ha insegnato letteratura italiana e latina in un Liceo Scientifico di Padova. Ha coltivato interessi letterari e filosofici, dall’età greca a quella contemporanea.
Ha scritto saggi su Riviste nazionali, come Punto di vista e Lo Scorpione letterario. Presenta libri presso l’Associazione Abruzzese-Veneta con sede a Padova. Ha scritto saggi su Giovanni Giudici, Giorgio Caproni, Paolo Volponi e testi narrativi, non ancora pubblicati. Ha pubblicato due saggi di critica letteraria presso l’Editrice Albatros: La celestialità della terra nell’opera di Anna Maria Ortese, nel 2019; è in fase di pubblicazione anche il romanzo Con la festa nel cuore, segnalato al premio letterario Il giovane Holden.
Oggi parliamo del saggio la dimensione notturna in Antonio Tabucchi di Elisa Lizzi, pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.
Noi del Gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autrice Elisa Lizzi per conoscerla meglio e scoprire qualcosa in più sul suo saggio la dimensione notturna in Antonio Tabucchi.
Riportiamo di seguito l’intervista all’autrice.
Buona lettura!
- Che relazione c’è, secondo lei, tra scrittura e società?
Il rapporto tra scrittura e società è sempre stato reciproco, ma problematico, perché vari fattori si interpongono nel flusso della comunicazione: in ordine di tempo, l’analfabetismo, la mancanza di cultura e di stimoli sociali, la divisione degli stili e generi, i nuovi linguaggi tecnologici e pubblicitari. Il rapporto è biunivoco, perché dalla dimensione sociale nasce la vocazione alla scrittura, come interpretazione dei problemi attuali. La scrittura, infatti, è stimolata sempre dall’attualità, a cui si vuole rispondere con i vari registri del consenso, della proiezione memoriale, del senso critico e dell’utopia, anche quando lo scrittore sceglie un cronotopo fittizio e lontano. Questo rapporto è utile per lo scrittore, che cerca la verità nel “quaderno del mondo”, ma anche per la società, che potrebbe essere modificata e migliorata attraverso la riflessione indotta dalla scrittura. La scrittura, infatti, può suscitare veri rivolgimenti: Dante ha fatto conoscere all’umanità il valore della conversione morale, Lutero, con la traduzione della Bibbia, pose le basi della lingua e della cultura del suo popolo. Oggi i linguaggi tecnologici e pubblicitari, come guide dominanti nella direzione comunicativa, riducono l’impatto con la scrittura riflessiva e valoriale, sacrificata a vantaggio della curiosità immediata ed evasiva.
- Quali sono i tre libri/autori preferiti di quando era bambina e di adesso?
Il mio esercizio di lettura, nel passato adolescenziale, si è limitato ai soli libri scolastici, poi si è intensificato con la professione di insegnante, con il passaggio di molti, come me, dalla società contadina basata su riti e tradizioni, ad un livello professionale basato sul libro come strumento di cultura. Tuttavia, alcuni libri del mio tempo di formazione scolastica sono rimasti esemplari e, come si dice, classici, per l’universalità del loro pensiero. Questi libri ho riletto più volte, ho proposto con entusiasmo agli studenti, ed hanno il primo posto nella mia libreria, perché mi hanno illustrato con chiarezza i problemi fondamentali del destino e della condizione umana, sulla cui meditazione non basta una vita. Alludo a Dante, Leopardi, la Tragedia greca, punti di partenza cui associare tutte le successive letture. Le mie letture, quindi, non sono state e non sono casuali, dettate dalla moda, dalla pubblicità o dai consigli degli amici, ma legate da percorsi tematici e da un’impostazione classica, rintracciabile in ogni epoca, dall’età greca all’età contemporanea.
- Che cosa significa per le “credibilità” da offrire al lettore?
È difficile sviluppare questo tema e definire un parametro di credibilità per uno scrittore nell’atto di selezionare il suo genere letterario e il suo destinatario. Davanti a lui si apre un’utenza variegata, volubile ed opaca, manipolata da altrettanto varie e mobili agenzie comunicative. Lo scrittore cerca sempre fiducia ed ascolto, mirando, come dice Kant, a creare rapporto e a suscitare un giudizio di gusto presso ipotetici fruitori della sua arte, anche quando sembra ritrarsi e buttare l’aureola tanto perseguita, scelta individualistica che si è verificata con l’evento dell’industrializzazione; l’intellettuale, in questo nuovo contesto, come è implicito nel suo statuto, rivela e mette a nudo nodi e problemi ad una società moderna tesa all’apparenza e alla falsificazione, e lo fa con i registri non correnti e cifrati della saggistica, dell’umorismo, della satira, della parabola, dell’allegoria. Alcuni scrittori, oggi in una società dialetticamente complessa, rinunciano ad una visibilità pubblicitaria e commerciale, attendendo tempi e lettori adeguati, altri, addirittura, rinunciano a scrivere, intendendo che i “libri non scritti” siano i soli adeguati a contenere un messaggio interiore e puro, altri si buttano nell’agone sociale e affollano le bancarelle dei premi e convegni, aderendo alle mode correnti, per velocemente apparire e velocemente sparire. Il lettore dovrebbe confidare nella scrittura seria e problematica per immettersi nel percorso di ricerca della verità, ma gli indici di gradimento dicono tutt’altro, perché, nell’attuale società, manca il senso dell’otium, cioè del silenzio e del dialogo interiore.
- Cosa si aspetta dall’incontro con il lettore?
Mi rivolgo ad un lettore ideale, che sappia distinguere tra i tempi del negozio e quelli dell’interiorità; penso che, se il lettore si appassionasse al bene e alla verità, potrebbe trovare soddisfazione nella lettura di testi impegnativi più che in altri facili alla lettura, ma scarsi di risorse; l’impegno offre sempre compensi, sia nell’ambito strettamente personale che in quello sociale e pubblico, perché nutre la mente e la coscienza, rendendole abili a districarsi nella selva dei problemi sociali. Così pensarono già i filosofi antichi, pensiero che poi essi stessi ebbero a sperimentare in una realtà ben diversa. Certamente auspicherei un gradimento presso lettori il più numerosi possibile e, di conseguenza, portare a gradimento gli autori da me interpretati, alcuni dei quali, come Anna Maria Ortese, non hanno visto riconosciuto il loro merito. Comunque, in una società labile e mobile, come la nostra, non si possono fare previsioni, né formulare auspici, non resta che gettare all’aria i propri messaggi, come una bottiglia nell’oceano, e questo, nel mio epicureismo- stoicismo, non mi reca angoscia.
- Ha progetti per il futuro?
Il mio progetto, immediato o lontano, consiste nel continuare il lavoro di interpretazione di autori contemporanei, poeti e narratori; alcuni autori ( Volponi, Caproni, Morante) sono già nella fase conclusiva del mio lavoro e solo bisognosi di qualche revisione. La mia scelta si volge verso autori contemporanei meno noti e studiati, in modo da promuoverne la lettura e facilitarne la comprensione. Questo lavoro mi è utile e congeniale per riflettere su me stessa e ordinare la mia cultura in percorsi sincretistici. Negli ultimi tempi alterno la critica letteraria con la narrativa, una narrativa memorialistica e saggistica, per evocare e sistemare la mia vita singola nella storia.
A noi del Gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Elisa Lizzi per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lei va un grandissimo in bocca al lupo per il suo saggio La dimensione notturna in Antonio Tabucchi e per il futuro.
A te caro lettore ti auguro un buon viaggio alla scoperta di questo saggio e una buona lettura.
Ci sentiamo presto.
La vostra redattrice.