Maurizio Copedè è appassionato di libri, in tutte le sue accezioni. E il libro è stato anche il suo mondo per motivi di lavoro. Dopo una vita passata a studiarlo, a preoccuparsi di come tutelarlo e conservarlo, oggi ci introduce alla storia del libro. Ne esce un racconto che risale alla notte dei tempi, a quando l’uomo ha sentito la necessità di raccontare in qualche modo la sua storia: dalle pitture rupestri della preistoria all’attuale ebook. Tanti gli aneddoti e le curiosità che divertiranno nella lettura della storia di quest’oggetto che ha cambiato e cambia la vita delle persone e dell’umanità.
Ho iniziato a scrivere questo testo pensando di rivolgermi ad un lettore giovane, ritenendo utile fornire ai ragazzi la storia di questo oggetto che chiamiamo libro. Oggetto spesso odiato o ignorato, ma anche amato, seppur sempre più raramente, soprattutto proprio dai giovani. Fonte di studi e di divertimento, ricco di informazioni ma anche di parole inutili, se non addirittura pericolose; messaggero di mutamenti e di pensieri che hanno cambiato più di una vita, se non intere società; artefice di grandi mutamenti della nostra civiltà, ma anche strumento e veicolo di menzogne, invettive e indottrinamenti che hanno distrutto ben più di una vita e condizionato molti.
Oggi parliamo di A raccontar del libro, un saggio di Maurizio Copedè pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros il Filo.
Noi del gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autore Maurizio Copedé per conoscerlo meglio e scoprire qualcosa in più sul suo saggio A raccontar del libro.
Riportiamo di seguito l’intervista. Buona lettura!
- Cosa ha provato nel vedere il suo saggio pubblicato?
Era una pubblicazione che avevo “nel cassetto” da alcuni anni, e che ogni tanto correggevo, aggiungevo e modificavo, e non mi decidevo a concludere. Avevo iniziato la stesura del libro alla mia entrata in pensione, pensando che, libero dagli impegni lavorativi, avrei avuto tutto il tempo e la tranquillità per dedicarmi a questo lavoro. Mi sbagliavo, altri impegni, di natura diversa rispetto al mio lavoro precedente, mi hanno costretto a rimandare e rallentarne la stesura. Rallentamenti dovuti anche perché continuavano ad essere pubblicati testi sulla storia del libro e quindi mi sorgevano perplessità sull’utilità di questo mio lavoro. Infine, ho ritenuto di volerlo pubblicare perché ho ritenuto che questo sia molto diverso da altri testi scritti e, penso, dedicato ad un pubblico più ampio. Ma devo anche aggiungere che sono un po’ pigro e spesso rimandavo questo impegno, anche perché non lo ritenevo un vero impegno.
Quindi quando questo mio racconto, così mi piace definirlo, è stato finalmente pubblicato la mia prima sensazione è stata soprattutto di sollievo. Naturalmente anche la soddisfazione era alta, non posso negarlo, ma questa lo sarà soprattutto quando potrò vedere il risultato di questo mio lavoro: l’apprezzamento dei lettori, che spero non siano pochi.
- Cosa le piacerebbe dire al lettore?
Se è un lettore allora vuol dire che ha letto il mio libro, e quindi gli chiedo se gli è piaciuto e quali sono gli eventuali appunti o critiche che ritiene fare. Se invece è un potenziale lettore di questo libro, vorrei dirgli quanto ho già scritto nella premessa. Che ho cercato di rendere comprensibile ai più la storia e i cambiamenti nel tempo di questo oggetto, di quanto ha influenzato nel costume e nella vita di intere società, cercando di mostrarne tutte le sue componenti e le ragioni per cui queste sono mutate nel tempo, mostrando anche il periodo storico in cui queste modifiche avvenivano. Cambiamenti anche delle società e del pensiero umano spesso causati proprio da questo oggetto, o prendendo questo oggetto come strumento per ottenere o rafforzare questi cambiamenti.
Per rendere più fluida la lettura ho evitato di inserire le note, e questa, so benissimo, è una cosa grave per un testo a carattere storico, e molti me ne faranno colpa, ma ritengo, forse ho sbagliato, che molti lettori che non sono usi a leggere saggi avrebbero trovato troppo “pesante” questo inserimento. Ho cercato di rendere così la lettura più scorrevole. Spero di aver raggiunto lo scopo.
- Com’è stata la sua esperienza editoriale?
La mia esperienza editoriale prima di questo libro è stata esclusivamente dettata dalla mia attività lavorativa, che si rivolgeva alla conservazione e restauro del libro, del documento d’archivio e delle opere d’arte grafica. Pertanto, salvo pochi casi, era diretta verso un ambiente un po’ più ristretto. Inoltre tutti erano testi che mi sono stati richiesti e, aggiungo, avevano tutti tempi da rispettare. Per cui non ho mai avuto il peso e l’incombenza di cercare un editore o una sede dove collocare i miei scritti. Al mio attivo ho una sessantina di pubblicazioni, in gran parte saggi in periodici specializzati o monografie e qualche mio libro. Questa opera è la prima che ho voluto espressamente io, ed anche per questo, come precedentemente indicato, ha avuto una gestazione un po’ lunga, nonché le incombenze che sopra ho accennato. Con Albatros ho lavorato bene per la messa in stampa di questo libro, e ne è uscito, credo, un buon prodotto. Di questo ringrazio il personale della Casa editrice con il quale ho avuto i contatti. Se quest’ultima esperienza può definirsi positiva sarà il tempo ha rivelarlo, o, meglio, saranno i giudizi dei lettori e il loro numero.
- Ha già avuto modo di presentare il suo saggio?
No, purtroppo io sono un po’ restio a prendere iniziative per favorire un qualcosa che è esclusivamente mio. Questo può sembrare assurdo considerando il fatto che ho lavorato per scrivere questo testo e l’ho fatto con l’intento di rivolgermi ad un pubblico ampio. Ma questo lavoro è stato un piacere, che mi permetteva di “parlare” di un oggetto che amo molto, e ciò era anche spinto dal piacere che ho sempre avuto per l’insegnamento, che ho svolto per molti anni, in fondo questo lavoro l’ho considerato come una sorta di lezione, e, tutti gli argomenti qui trattati sono stati oggetto effettivamente di miei insegnamenti. Se fossi o tentassi di essere uno scrittore di professione prenderei certamente un agente, ma non lo sono, anche se, ripeto, ho scritto. Quindi da parte mia non ho intrapreso alcuna iniziativa in proposito, e penso che non ne farò. Aspetto che qualcuno mi inviti o che la casa editrice Albatros realizzi iniziative a tal proposito, e questo effettivamente lo spero. Il libro è uscito ad aprile, spero che la distribuzione nelle librerie sia stata ampia e, se il libro va piacendo, qualche iniziativa forse si presenterà, almeno lo spero.
- Sta già lavorando ad opere future?
No, quando ho terminato di scrivere questo “racconto” ho pensato veramente che questa fosse il mio ultimo atto, anche se un po’ in ritardo, della mia carriera nel mondo del libro e dell’insegnamento. Probabilmente lo sarà, almeno per quanto riguarda il mio cosiddetto “campo lavorativo”, che poi da qualche anno non lo è più. Ma, come si dice, mai dire mai. Forse mi capiterà di scrivere qualcosa relativa al settore del volontariato nell’ambito dei beni culturali, campo nel quale ora mi dedico, più specificatamente nel settore dei beni archeologici. È questo un campo sul quale in questi ultimi anni si dibatte, anche con accese polemiche. Ci sono state direttive ministeriali che ne hanno mortificato il ruolo. Io credo nella partecipazione attiva dei cittadini, anche se, ovviamente, regolata e con precise indicazioni. Su questo ho qualcosa da dire e su ciò sto dedicando una buona parte del mio tempo. Ma qui in coda, confesso in maniera sussurrata, devo anche aggiungere che sto già appuntandomi informazioni, aspetti, osservazioni ed altro che mi piacerebbe aggiungere a quanto scritto in questo libro. Perché lo sto facendo? Non lo so, forse per mantenere ancora viva questa mia passione per il libro e comunicarla ad altri.
A noi del Gruppo Albatros Il Filo non resta che ringraziare ancora una volta l’autore Maurizio Copedè per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo saggio A raccontar del libro e per il futuro.
A te caro lettore questa volta più che mai ti auguro buona lettura e buon viaggio tra le pagine di questo libro che parla di libri e della loro storia.
Noi ci sentiamo presto.
La vostra redattrice.