Extra Chorum – Fabio Bortolotti

In questo saggio dai toni accesi, il dott. Bortolotti presenta un’analisi accurata e molto profonda dei molteplici aspetti del sistema politico e sociale italiano che non funzionano e che dovrebbero essere sventrati e ricostruiti a partire dalla base. A rafforzare sempre di più questo malfunzionamento del Belpaese, intervengono la poca chiarezza di chi invece dovrebbe parlare a più persone possibili, la presenza costante di intrighi e di compromessi disdicevoli, e soprattutto il fatto che gli “onorevoli signori della politica” non sono accomunati da ideali condivisi e da senso di responsabilità. In un panorama che appare ed è disastroso, si intravede tuttavia una possibilità di miglioramento nella famiglia e soprattutto nella scuola, di ogni ordine e grado, sulla quale si devono investire risorse ed energie per tener alto il livello culturale, educativo e formativo.

Oggi parliamo di Extra Chorum un saggio di Fabio Bortolotti pubblicato con la nostra casa editrice Gruppo Albatros Il Filo.

Noi del gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di intervistare Fabio Bortolotti per scoprire qualcosa in più su di lui e sul suo saggio Extra Chorum.

Riportiamo di seguito l’intervista, buona lettura!

  • Quando ha avuto l’idea di scrivere questo saggio?

L’idea mi è sorta istintivamente notando regresso e criticità politiche di vario ordine, abnormi e insostenibili situazioni, inconciliabili con qualsiasi buona regola di publica gestio, ma verosimilmente di comodo agli onorevoli signori della politica che, per i loro giochi di potere, non hanno certo nessun interesse a cambiare. L’odierno decadimento politico e morale, tra l’altro, è motivo e causa di una crescente disaffezione dei cittadini dai partiti politici, dalle istituzioni e dalla stessa democrazia. Conferma inoltre l’opinione comune che detti onorevoli signori difettano di vere idealità, di valori, di senso di responsabilità, diversamente non si spiega come abbiano potuto creare un sistema politico in aperto contrasto con le più elementari regole di una matura ed evoluta democrazia, basate sulla correttezza, sullo spirito di servizio e sull’alternanza politica. La carenza di senso di responsabilità e il crollo delle qualità morali e politiche in detti onorevoli signori ha causato un deterioramento del sistema e ha fatto venir meno la fiducia di un’alta percentuale di cittadini, sintomo premonitore di un vero e proprio vulnus della democrazia.

  • Com’è stata la sua esperienza editoriale?

Sono autore di numerosi saggi di etica e ogni volta che affronto e sviluppo un argomento provo forti emozioni che mi inquietano profondamente costatando il divario tra idealità e realtà quotidiana. I miei saggi non sono trattati di etica ma un approccio all’etica, di indole spiccatamente pratico-conoscitivo, un tentativo di appressamento senza alcuna pretesa teoretica, i cui contenuti possono tuttavia offrire un valido contributo informativo e suscitare motivi di interesse su alcuni fenomeni della natura umana e sulle ragioni di taluni squilibri sociali e politici. L’intento precipuo è quello di sottolineare con forza il ruolo e l’importanza dell’etica nella società moderna che, oltre a risentire di una forte crisi di valori sociali ed istituzionali, è incalzata dalla globalizzazione e dal consequenziale allargamento degli orizzonti culturali e sociali. La famiglia e la scuola, quali ambienti privilegiati per l’apprendimento dei valori e degli atteggiamenti etico – educativi, alla base della convivenza, ahinoi, non hanno saputo dare risposte adeguate ai bisogni formativi, alla salvaguardia dei valori morali ed alle mutate esigenze della società moderna.

  • Cosa le piacerebbe dire ai suoi lettori?

Oggi, appare difficilissimo, per non dire impossibile, seguire l’insieme delle numerosissime regole giuridiche,etiche e di costume esistenti, così come sembra arduo fare una classificazione di cosa è giusto e non giusto, di cosa è etico e non etico. Nonostante tutto ciò, nei limiti che accorda a ciascuno di noi la natura umana, mi piace far conoscere ai lettori che, per il bene comune, ognuno dovrebbe sforzarsi di seguire i canoni regolatori universali dell’agire umano: rispetto dei valori, dei diritti e dei principi relativi alla vita umana; rispetto del diritto naturale, della natura e delle sue leggi; rispetto delle leggi, nel presupposto che sono poste per il bene di tutti; rispetto degli obblighi giuridici e morali nei rapporti umani e sociali. Per assicurare una ideale convivenza è poi necessario che ognuno: si impegni a fare sempre ciò che è giusto e non ciò che conviene; eviti di agire attraverso le furbizie, le scorciatoie, i mezzucci, perché arrecano danno a se prima ancora che agli altri; si astenga da sopraffazioni e violenze verso chicchessia; usi atteggiamenti di benevolenza e comprensione; si astenga dall’arrecare umiliazione, insulto, offesa morale, a chiunque; viva secondo i principi di bontà e percettibilità, dimostrando sempre buone intenzioni e buona fede; viva in pace con tutti e, soprattutto, in pace con la propria coscienza; dia prova di serietà di vita e autenticità di comportamenti.

  • Cosa significa per lei “credibilità” da offrire ai lettori?

Le regole dell’agire trovano fondamento in massima parte nell’etica, la quale ha come oggetto l’attività umana e come base fondamentale i valori morali, che presiedono il comportamento dell’uomo e, in stretto rapporto con la ragione, aiutano a sviluppare il senso di giusto e di sbagliato, l’idea del bene e del male. Si qualifica come etica soggettiva quella relativa al soggetto e come etica oggettiva quella relativa alle istituzioni e ai valori comuni. Dato che le singole persone e i raggruppamenti di persone possono decidere liberamente i loro comportamenti e le loro azioni, si avrà rispettivamente un’etica personale e un’etica di gruppo. Gli antropologi ritengono che entrambe poggino su valori e principiuniversali, inscritti nella natura, valori e principi che suffragano il primato dell’etica nei confronti di ogni potenzialità connaturata nella natura medesima. È oggi unanimemente riconosciuto che i principietici costituiscono un bene immateriale indispensabile che, in una visione idealistica della vita, sono conditio sine qua non per creare e conservare i migliori rapporti umani e sociali. In una prospettiva di progresso morale e materiale, le pubbliche istituzioni, gli onorevoli signori della politica, il mondo degli affari, i singoli cittadini, non possono prescindere dall’etica giacché la stessa costituisce la componente fondamentale di tutti i rapporti, siano essi pubblici o privati. Penso che uno scrittore in primis, come anche i singoli ed a fortiori detti onorevoli signori, siano attendibili e godano di credibilità solo nella misura in cui agiscano in quest’ottica e con questo spirito.

  • Che messaggio ha voluto lanciare con il suo saggio

L’accorato messaggio che intendo lanciare con questo saggio è diretto agli onorevoli signori della politica per far capire che devono maturare una forte cultura istituzionale, un alto senso di responsabilità e una ferma volontà di moralizzare la vita pubblica, presupposti indispensabili per il superamento delle odierne alchimie politiche, oniriche ideologie e demagogie di bassa lega. I grandi temi politici, ho scritto nel saggio, richiedono scelte meditate e ponderate, per effettuare le quali serve una buona preparazione, esperienza e capacità. I grandi temi politici in questione riguardano: le riforme istituzionali; la sanità pubblica; lo sviluppo; la giustizia; la legalità e la moralità; la disoccupazione; la criminalità organizzata e diffusa; la sicurezza; la qualità della vita; i servizi pubblici in generale. In ogni campo si nota un generale decadimento e la responsabilità politica, sociale e morale, non può che ricadere sugli onorevoli signori della politica. In breve, hanno creato un sistema politico ingessato di chiara matrice collettivista e si sono dimostrati incapaci di promuovere qualsiasi seria riforma che vada a scapito delle loro confortevoli poltrone. Sono sufficienti alcuni dati di fatto per dimostrarlo: hanno turpemente cagionato un debito pubblico di enormi proporzioni (è il più elevato dei Paesi UE); hanno turpemente calpestato la sovranità popolare, surrogandola con la sovranità partitica; hanno gestito la res publica prescindendo dal bene comune; si sono turpemente attribuiti indennità, privilegi, prebende da capogiro, oltre ai più elevati trattamenti pensionistici dell’orbe terrestre. È ora e tempo che tutti gli strati della società sappiano dire basta a questi (dis) onorevoli signori della politica che, con la pessima gestione della res publica, hanno perso la stima e la fiducia della maggioranza dei cittadini, come dimostra l’inquietante allontanamento dalle urne di una grande parte di elettori.

A noi del gruppo Albatros Il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Fabio Bortolotti per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo saggio Extra Chorum e per il futuro.

A te caro lettore buona lettura.

Ci sentiamo molto presto.

La vostra redattrice

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