
«La bellissima raccolta di componimenti di Rosario Capaldo, già pregevolmente introdotta da Andrea L. Alberti, è il diario di una lontananza, di una partenza senza ritorno, ma anche – e soprattutto – di una bellissima scoperta di sé. È il manifesto, intenso e toccante, di un’evoluzione e soprattutto della scelta consapevole di non abbandonarsi all’odio, all’amarezza, a quelle ciniche consapevolezze che sembrano confortare l’animo ma che in realtà lo affondano in un abisso di dolore, che può solo che sedimentarsi sempre più e indurire, irrimediabilmente, la parte migliore di noi.»
Rosario Capaldo nasce a Nocera Inferiore nel 1979 e da più di vent’anni vive a Brescia. Da sempre appassionato d’arte, si è messo alla prova in tanti campi: fotografia, teatro, pittura ma soprattutto scrittura. Tutte le esperienze della vita, sia personali o che lo hanno toccato da vicino, sono sempre state messe in gioco come ingredienti fondamentali per la costruzione dei suoi scritti: vivere per avere qualcosa da raccontare, scrivere per avere qualcosa da lasciare.
Oggi parliamo della raccolta di poesie dal titolo Fino al Cielo di Rosario Capaldo, pubblicata con la nostra casa editrice Gruppo Albatros Il Filo.
Quando si parla di poesie la curiosità cresce a dismisura, è sempre bello scoprire i retroscena, qual è la fonte d’ispirazione per la stesura delle poesie, da dove arriva l’idea. Per questo motivo noi del gruppo Albatros il Filo non ci siamo fatti scappare la possibilità di poter intervistare Rosario Capaldo per parlare della sua passione per la scrittura e conoscere qualcosa in più sulla sua raccolta Fino al Cielo.
Riportiamo di seguito l’intervista.
- Qual è la fonte d’ispirazione per la stesura delle sue poesie?
Tutto dentro e attorno a me è fonte di ispirazione, è il fine ultimo che mi spinge a metterlo in versi. Ogni mia poesia è un’istantanea di un’emozione, che proprio come una foto cerca di conservare il suo ricordo il più a lungo possibile nel tempo.
- Quando iniziò la sua esperienza come scrittore? Nacque dalla volontà di condividere la sua storia o è una passione che ha da sempre?
Il sogno di fare lo scrittore ha attecchito in me quando avevo 12 anni. Non dalla volontà di condividere la mia storia, tutt’altro, ma dal bisogno di vivere altre vite, crearle, inventarne di nuove ogni volta. Attingo da esperienze personali o vissute in seconda persona, ma quando scrivo rielaboro tutto con cura, studio e faccio molte ricerche, anche se tutti i miei scritti si fondano particolarmente su evoluzioni di singoli soggetti e la loro psicologia, amo raccontare quello che le persone non dicono o non fanno, mi soffermo sempre su quello che pensano, quello provano. Di personale c’è solo il mio processo di interiorizzazione dei personaggi.
- Qual è il suo pubblico ideale? A chi pensa quando scrive?
Quando scrivo penso solo ed esclusivamente al personaggio. Esiste solo lui. Alcuni di loro li ho covati nel cuore per anni e nel momento della stesura il mio corpo, le mie mani, il mio tempo, la mia casa, tutto, tutto è per lui. È un momento magico, lo sto togliendo dall’oblio, sta diventando reale e non m’importa chi lo leggerà, ne basta anche solo uno, ciò che conta è che esista al di fuori di me.
- Se potesse scegliere tre libri da consigliare quali sarebbero? E perché?
Il romanzo che più mi ha segnato e di cui non solo ho consigliato la lettura ma ne ho regalato decine di copie purché venga letto è UN UOMO di ORIANA FALLACI.
Dovrebbero farlo studiare a scuola per la ricchezza dei contenuti sociali di una storia così recente. Io lo amo e lo consiglio per la grandezza del messaggio d’amore e dell’abnegazione nel perseguire i propri ideali.
Il secondo, ma non è una classifica, è VERONICA DECIDE DI MORIRE di PAULO COELHO. Perché? Per imparare a vivere liberamente anche dalle proprie follie, per vivere e scoprire sé stessi fino in fondo.
E per chiudere consiglio LA FINE DI TUTTO di CHRIS IMPEY. Un saggio che racconta l’evoluzione e la fine di ogni cosa, dal singolo individuo all’universo intero. Passa dalla biologia all’antropologia, dalla chimica all’astronomia, approfondendo argomenti di vari indirizzi di studio ma con il fine ultimo di ricordarci quanto siamo piccoli, unici e preziosi.
- Sta già lavorando ad opere future?
Sono un cantiere sempre aperto, da 30 anni oramai vivo in funzione di questo. Ad agosto uscirà sempre con il gruppo Albatros IL MIO VIAGGIO ARCANO e ho già pronto un inedito. Il materiale c’è. Due da rieditare e altri due chiusi nel cuore che aspettano il momento giusto per uscire. E poesie su poesie che si accumulano per una prossima futura raccolta. Da portare più su stavolta, non solo “fino al cielo”, oltre.
Noi del Gruppo Albatros Il Filo non possiamo che ringraziare ancora una volta Rosario Capaldo per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per la sua raccolta Fino al cielo e per il futuro. Affinché tutti i suoi appunti chiusi nei cassetti diventino libri e nuove storie da raccontare, pronte ad essere divorate e a far compagnia ai nostri lettori. Siamo felici di aver fatto parte del suo percorso editoriale che ha visto la nascita di Fino al cielo.
A te lettore, buon viaggio, un viaggio ne ha bisogno, fai tesoro di ogni singolo componimento, ci sentiamo molto presto, pronti per una nuova lettura, per una nuova scoperta.
La vostra redattrice.