Aver avuto la possibilità di lavorare con Alda Merini si è rivelata, per tutti noi, un’esperienza straordinaria che ci ha arricchito sia dal punto di vista professionale che umano. Alda, per noi, non è stata soltanto una delle più grandi poetesse del nostro tempo, ma un fascio di luce inesauribile che ha illuminato per un lungo tratto di strada il nostro cammino editoriale.
In redazione, tutti ricordiamo i nostri primi viaggi in treno da Roma a Milano, in cui leggevamo e commentavamo le pagine dei suoi libri, trascinati dall’emozione di poterla incontrare nuovamente. Così raggiungevamo il suo appartamento sui navigli ancora avvolti nell’eco dei suoi versi, consapevoli che da lì a poco ci saremmo trovati di fronte alla storia, al presente e al futuro della poesia italiana. Perché Alda Merini era, ed è, indubbiamente tutto questo.
Col tempo, poi, quei “primi viaggi” si tramutarono in una collaborazione sempre più intensa e coinvolgente, che la portò a ricoprire la carica di Presidentessa Onoraria del nostro Gruppo e a pubblicare con le nostre edizioni la sua ultima raccolta di poetica, intitolata Le madri non cercano il paradiso, di cui riportiamo alcuni versi:
"Perché contrariamente
a quanti mi chiedono del mio dolore
io sono stata una donna felice
come tu sei.
I miei giovani figli
sono state esplosioni celesti."
Proprio da Le madri non cercano il paradiso sono stati tratti i versi letti da Paolo Bonolis nel corso di un’edizione del Festival di Sanremo.
Si è trattato di un avvenimento unico nel suo genere, che ha permesso alla poesia, genere letterario solitamente considerato di nicchia, di raggiungere il vastissimo pubblico del Festival.
Tutto questo, ovviamente, grazie al genio e alla sensibilità artistica di Alda Merini.
