Bentrovati cari amici del Blog, oggi ci immergeremo in Per sempre, Opera nella quale Maria Pia Sabatini ci conduce nel cuore delle separazioni, con uno sguardo lucido e profondo, capace di cogliere il dolore, il disorientamento, ma anche la possibilità di rinascita che ogni distacco porta con sé. Attraverso uno stile intenso e sincero, l’autrice – avvocato esperto in diritto di famiglia, da anni impegnata nella tutela delle persone nei momenti più fragili della loro esistenza – ci racconta la fine di un amore senza giudizio, ma con empatia, restituendo dignità e voce a chi attraversa un cambiamento doloroso. Le abbiamo rivolto qualche domanda per approfondire il senso di questo libro e il legame tra la sua professione e la sua scrittura.
Nel suo libro “Per sempre” si avverte un dolore autentico, ma anche un forte senso di consapevolezza: da dove nasce questo racconto e cosa ha voluto affidare alle parole?
La materia che tratto è delicata. Ascolto storie tristi, dolorose, che trascinano con sé lacrime, urla e terribili silenzi. Scrivo per lavoro, ma poi nasce l’esigenza di dare sfogo alla parte emozionale che mi rimane dentro. Ho voluto dare forma a tutte quelle parole e a quegli sguardi, narrando una storia con i dettagli di tante altre, tutte realmente accadute e registrate nella mia mente. Tutte le persone che incontro nella mia professione sono da sole con i loro dolori e le loro fragilità che raccolgo e cerco di contenere entrando nelle loro vite, offrendo loro ascolto e sostegno per guidarle in un percorso impervio, sicuramente difficile ma risolvibile. Ho cercato di comunicare la speranza di ricominciare perché tutto può finire, ma si deve guardare avanti affrontando senza timori quel “bivio che aspetta sfrontato a braccia conserte” e sorprenderlo e sorprendere sé stessi leggendolo come un’occasione da cogliere, una sfida possibile, sia per cambiare sia per riparare ciò che si ha.
In che modo la sua lunga esperienza come avvocato familiarista ha influenzato la sua visione delle relazioni e, più in generale, la scrittura di questo testo?
Lavorare con la vita delle persone aiuta certamente ad affrontare la propria, ad evitare errori o comunque a gestirla con maggiore consapevolezza. Viviamo in un mondo preoccupante, ormai abituati alla superficialità anche negli affetti che vengono mostrati negli aspetti più intimi ad una platea di estranei, di guardoni digitali, nella trepida attesa di approvazione, consapevoli che questa vetrina duri giusto il tempo di poche ore e che la vita stia scorrendo in una solitudine globale. Nella coppia è indispensabile rimanere uniti, mantenere la comunicazione e la volontà comune di adeguarsi ai cambiamenti che sono inevitabili e fisiologici nella crescita insieme. Il collante è la progettualità che unisce verso una meta comune e l’entusiasmo sincero di raggiungerla con sacrificio di entrambi. Questi elementi costituiscono l’energia che crea propulsione e rigenera i tessuti della convivenza che, se usurati, possono essere riparati. Di certo, le lacerazioni gravi portano inevitabilmente ad una chiusura che, tuttavia, deve sempre essere ragionata e diretta ad un accordo perché le guerre non portano nulla di buono, mietono sempre vittime e negli occhi dei figli rimangono ricordi incancellabili.
Il titolo evoca una promessa, ma anche una possibile illusione. Cosa rappresenta per lei l’idea del “per sempre” nei rapporti umani?
Il titolo lascia volutamente libertà e spazio di immaginare più interpretazioni. Mi piace l’idea di ambiguità e sovrapposizione di concetti: sollecitare dei dubbi per scatenare la curiosità di leggere e scoprire cosa cela un titolo così apparentemente romantico, offrire l’opportunità di immedesimarsi e ragionare su cosa potrebbe accadere se quella storia fosse la propria. Una illusione, una promessa o un incubo ognuno può leggerlo come lo sente più vicino. Nulla è per sempre e tutto rinasce sotto nuova forma è un principio di sapore filosofico ma può rendere bene l’idea della leggerezza con cui si può promettere amore, dell’ingenuità di pensare che nulla possa finire o della ottusa miopia – spesso, in realtà, consapevole – di non voler vedere quanto accade intorno. Non abbiamo il controllo delle nostre vite, siamo soggetti alle casualità, alle fragilità, alle inconsistenze ritenute concrete, anche le proprie. In un mondo in cui tutto è così veloce e caduco, sedotti e imprigionati da una fitta rete invisibile che con un semplice click regala immagini, emozioni e amori, nulla può essere per sempre.
La narrazione mette in luce quanto sia difficile accettare la fine di un legame, ma anche quanto sia necessario ritrovare sé stessi: crede che scrivere possa essere una forma di guarigione?
Certamente l’avvocato deve rimanere distaccato rispetto alle situazioni che affronta, ma occuparsi di crisi familiari non può prescindere dall’immergersi in storie che lasciano il segno. Scrivo spesso di notte, quando c’è silenzio e posso fare pace con i pensieri che si affollano nella mente, con i drammi che tratto, con le urla e i pianti che una sentenza non può placare. Scrivo senza fermarmi, poi chiudo ci ritorno e lavoro sui dettagli, è il mio modo per ristorarmi, guarire le ferite che condivido e lo faccio dando spazio alla fantasia, ma sempre narrata con un fondo di verità, metodo che utilizzo anche nelle mie sceneggiature teatrali, c’è sempre una morale da scoprire e sulla quale ragionare oltre la battuta e il sorriso.
Oggi, come donna, come professionista e come autrice, quale messaggio desidera lasciare a chi sta affrontando una separazione o un grande cambiamento emotivo?
Fermarsi a pensare, ragionare sul presente e su sé stessi, voltarsi a guardare il passato e andare incontro al futuro con la consapevolezza di fare la cosa giusta e, nel caso, affrontare il salto nel vuoto come la spinta per riprendere il volo.
Grazie, Maria Pia, per aver condiviso con noi la sua voce e la sua esperienza. Per sempre non è solo un libro, ma un invito a non avere paura del dolore, a guardarlo in faccia e trasformarlo in consapevolezza, perché “ti alzerai lasciando cadere in terra le fotografie sfogliate nell’illusione di salvare i momenti belli… e inizierai di nuovo a camminare.” Buona lettura!
