GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Una scomparsa inspiegabile – Vincenza Angeloni

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Vincenza Angeloni, autrice de “Una scomparsa inspiegabile”, un thriller psicologico che si addentra nei meandri più oscuri della vita degli adolescenti. Ambientato a Boston, il romanzo racconta la storia di Brian Jones, un ragazzo brillante e generoso che, dopo una misteriosa lite a scuola, scompare senza lasciare traccia. In un crescendo di tensione, i genitori e gli investigatori Miller e Sanders si troveranno a confrontarsi con un mistero che coinvolge segreti e realtà nascoste. Scopriamo insieme qualcosa di più su questo appassionante racconto e sulle sue ispirazioni attraverso le parole dell’autrice.

Da dove è nata l’ispirazione per scrivere la storia di Brian Jones e la sua misteriosa scomparsa?

Per rispondere a questa domanda, è necessario fare una breve premessa. E, soprattutto, compiere un passo indietro nel tempo. Come ho accennato nella nota biografica riportata in quarta di copertina, sin da bambina sono sempre stata un’appassionata lettrice. Basti pensare che al mattino, subito dopo aver fatto colazione ed essermi preparata per andare a scuola, nei minuti che precedevano la mia uscita da casa, le storie di Topolino, di Paperino e dei loro amici mi tenevano letteralmente “incollata” alle pagine dei fumetti. Che giorni indimenticabili sono stati quelli!! Sempre in quel periodo, la maestra Franca assegnava sovente all’intera classe (la quarta elementare) un compito che io adoravo: redigere dei racconti di fantasia. Dopo averli letti, la maestra si complimentava sempre con me e con mia madre dell’ottimo esito degli stessi. Ci diceva con entusiasmo e soddisfazione che avevo una fervida immaginazione, creatività da vendere e che scrivevo molto bene.  Sin da allora, il mio più grande desiderio è stato sempre quello di diventare una “scrittrice”. Un’aspirazione, questa, che custodivo nel segreto del mio cuore e che ho esternato a pochissime persone. Nel corso degli anni, ho letto un gran numero di libri, in particolar modo gialli, thriller ed horror, immaginando ogni volta quali emozioni avessero accompagnato l’autore o l’autrice nella creazione dell’Opera, e provando al contempo una grande ammirazione e un profondo rispetto nei loro riguardi. Mi chiedevo quali sensazioni emergessero, non soltanto in loro, ma anche nei loro familiari, mentre dedicavano tante ore e molteplici giorni della loro esistenza alla scrittura. Mentre mi ponevo tali quesiti, aumentava la mia brama di scrittura. Ho tentato svariate volte di rendere reale il mio sogno. Senza successo, mio malgrado, pur avendo la certezza e la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per realizzarlo. Talvolta, le mie idee erano come un fiume in piena. In molteplici occasioni della mia vita, avrei desiderato con tutta me stessa tradurre in prosa o in poesia i sentimenti che provavo… Spesso, ideavo la trama di un ipotetico libro. A volte, la “sognavo ad occhi aperti”, ma non riuscivo a superare lo scoglio del “foglio bianco”. Ero come bloccata. I tentativi sono stati tantissimi: ho provato quando ero ancora una ragazzina; poi, ho ritentato da studentessa universitaria, da giovane avvocato…ecc. Fino a che, pian piano, ho accantonato inconsciamente questo mio desiderio. L’ho riposto in un “cassetto segreto”, come fosse un tesoro nascosto, e non ci ho pensato più. Neanche minimamente. Questo, fino al 5 dicembre del 2023. Erano circa le 15 del pomeriggio. Ero seduta sul divano del soggiorno. In casa dominava il silenzio. D’acchito, delle vivide immagini hanno iniziato a scorrere dinanzi ai miei occhi: dei nitidi colori: l’azzurro del cielo…il colore verde dell’erba… le diverse tonalità dei fiori…un luogo preciso… un personaggio che faceva un qualcosa di specifico: si trattava di Brian Jones…Si trattava del prologo del mio libro… Da quel momento in poi, ho avvertito un forte impulso, che non ho saputo più frenare. Era come uno tsunami impetuoso ed inarrestabile che mi travolgeva e al quale non riuscivo ad opporre resistenza…Era, forse, quella che viene definita “ispirazione”? Una “Musa” si era impadronita della mia mente? Probabilmente, è proprio così che è andata. O, almeno, è così che io me tento di spiegarlo…Fatto sta che avvertivo un’esigenza irrefrenabile: quella di mettere nero su bianco quelle “immagini”, al fine di fermarle nel tempo e nello spazio, dando in tal modo ad altri la possibilità di “vederle” dopo di me. Sono corsa a prendere un quadernone e una matita e ho iniziato a scrivere. Da quel preciso istante e per i successivi 41 giorni, non ho più potuto fare a mano di “fissare” sul foglio le immagini, invisibili agli altri, che scorrevano dinanzi ai miei occhi. Ero totalmente assorbita in questo “nuovo mondo”, come fossi la spettatrice di un film proiettato sul grande schermo e al quale, per il momento, solo io avevo l’onore di assistere seduta in prima fila. Avvertivo, però, anche l’impellente e urgente necessità di rendere visibile questa “proiezione” a quante più persone possibili… A quanti più individui fossi riuscita a raggiungere. La trama non era già tutta scritta nella mia mente, ma si dipanava giorno dopo giorno. Scrivevo dovunque mi trovassi: con la matita sul mio quadernone o sulla tastiera del computer, se ero in casa. Quando, invece, mi trovavo fuori per lavoro o per svolgere altre incombenze, scrivevo sul mio cellulare e salvavo il tutto inviandomelo poi come e-mail. La sensazione predominante in me è quella di aver dato vita ad una “creatura” che adesso ha una vita propria e che io ho avuto il privilegio di aiutare a “venire al mondo” per rimanervi per sempre. È una sensazione stupenda che augurerei a chiunque di provare. Brian è il primo personaggio ad aver “preso vita” con le modalità che ho appena descritto. Non ne ho ancora compreso la motivazione sottesa, ma nelle prime due-tre settimane di redazione del libro non avevo preso per nulla coscienza del fatto che in questo diciassettenne di Boston, così come in molti altri personaggi della mia Opera, c’è veramente molto di me…una parte consistente del mio essere…della mia anima…del mio intimo più profondo…e del mio vissuto. Con il tempo, ho compreso che la “scomparsa inspiegabile” di Brian Jones corrisponde, in realtà, alla mia… Non una vera e propria “scomparsa”, ma una scomparsa solo “apparente”: per meglio dire, un “allontanamento temporaneo” da persone…luoghi…più precisamente da una “situazione” che in una precisa fase della mia esistenza mi aveva provocato un enorme ed indicibile dolore, e dalla quale mi sono dovuta momentaneamente “sottrarre” per non crollare e per non perdere me stessa…Per “ritrovarmi”, più forte, ottimista e positiva di prima…per elaborare nella maniera più adeguata possibile la sofferenza e superarla, lasciandomela definitivamente e totalmente alle spalle. Una scelta che, poi, corrisponde in pieno a quella fatta da Brian: allontanarsi per un breve lasso di tempo “dal suo mondo” …non per “perdersi”, ma per intraprendere un suo “personale viaggio”, avente il solo scopo di ritrovare e riscoprire sé stesso…Mettendo le basi per costruire un avvenire promettente, solido e radioso…Il suo futuro non doveva essere cancellato…annullato…per nessuna ragione al mondo… “Doveva” rimanere una “pagina bianca”, ancora tutta da scrivere e piena di cose belle.

Il personaggio di Brian è molto complesso e stratificato. Quali aspetti della sua personalità ha voluto enfatizzare per far emergere il suo ruolo all’interno della trama?

È vero. Brian è un personaggio dalla peculiare personalità. Vive in una famiglia benestante. Ha dei genitori e dei nonni che lo adorano e che gli hanno impartito un’educazione esemplare. È uno studente modello, intelligente e brillante. Ma, soprattutto, è un ragazzo d’oro, altruista e sempre pronto a tendere una mano a chi gli sta intorno. Ed è proprio a ragione di questi tratti del suo carattere che si trova a dover affrontare un periodo particolarmente complicato, difficile e tormentato della sua esistenza. Si è fatto carico dei problemi dei suoi amici, con l’unico obiettivo di sostenerli e di fare in modo che non divenissero degli sbandati o, peggio ancora, dei criminali. Ha teso loro una mano, ma i medesimi l’hanno afferrata solo per trascinarlo a fondo nel fango in cui erano invischiati. Nonostante ciò, Brian è riuscito ugualmente a rimanere forte e saldo nei suoi principi e nei suoi valori. È un “guerriero” …un “lottatore” …E fa del tutto perché l’incubo in cui si è venuto, suo malgrado, a trovare non lo scalfisca nella parte più genuina e profonda della sua essenza. Fortunatamente, riuscirà nel suo intento: non diventerà un “emarginato”, ma riuscirà a portare in salvo e a preservare sé stesso. Continuerà ad essere un giovane ottimista, determinato e fiducioso nell’avvenire. Anzi, dopo un iniziale periodo di smarrimento, le avversità che ha dovuto affrontare lo rafforzeranno e lo tempreranno maggiormente, arricchendo la sua già eccelsa personalità di aspetti ancor più pregevoli.

Nel libro troviamo due investigatori, Miller e Sanders, con caratteristiche molto diverse: uno prossimo alla pensione e l’altro esperto di occultismo. Come ha sviluppato questi personaggi e quale impatto hanno sulla storia?

In primo luogo, vorrei evidenziare che in Thomas Miller e in Steven Sanders, così come in molti altri personaggi del mio libro, ci sono caratteristiche e peculiarità di persone che ho incontrato durante il percorso della mia esistenza. Ognuna delle quali ha lasciato qualcosa di sé in me. Tutte le persone che incontriamo…che conosciamo…ci danno…e ci lasciano qualcosa di sé. Una traccia indelebile del loro passaggio. Ci “arricchiscono” del loro bagaglio di esperienze…delle loro qualità caratteriali…di qualcosa che prima non avevamo… E noi dobbiamo fare tesoro di tutti questi “incontri”. Nessuno escluso. Sono tutti importanti. E’ essenziale che “introiettiamo”…che rendiamo “nostro” il meglio che abbiamo visto in loro…Attraverso la “creazione” di questi due personaggi, ai quali ritengo di poter affiancare anche l’ispettrice Jennifer Anderson- che è molto affine agli altri due detectives, anche se è più giovane e ovviamente dotata di minore esperienza professionale rispetto a loro-, ho voluto enfatizzare un aspetto che ritengo dirimente: quando un individuo è chiamato, per qualsivoglia ragione, a dover affrontare una situazione che è molto più grande di lui, non deve vergognarsi o avere remore a rivolgersi a degli “esperti” per chiedere aiuto e sostegno. Gli stessi, infatti, possiedono gli strumenti idonei per indicare la via maestra per uscire dal buio tunnel di sofferenza nel quale ci si è persi. Tara e Simon, i genitori di Brian, lo comprendono immantinente. E, non appena si rendono conto che il loro prediletto figlio si è incomprensibilmente allontanato da casa, si recano immediatamente in commissariato per denunciarne la scomparsa e per chiedere aiuto a dei professionisti. Non a caso, ho intitolato la Parte IV del mio libro: “L’arduo lavoro degli esperti”…Mi riferivo al complicato e alacre lavoro compiuto dagli ispettori Miller, Anderson e Sanders per riportare Brian a casa…nel caldo e amorevole abbraccio dei suoi preoccupati familiari…Ma non solo…Mi riferivo, anche e soprattutto, all’immane e duro lavoro di tutti coloro che ogni giorno svolgono, dignitosamente, scrupolosamente e senza grande clamore, la loro professione per sostenere tutte le persone che, per le più svariate motivazioni, stanno affrontando dei momenti di estrema difficoltà personale rischiando di rimanerne “schiacciati”.

Uno dei temi centrali del romanzo è il lato oscuro della gioventù. Come ha affrontato questo aspetto e quale messaggio spera di trasmettere ai lettori?

Come ho tenuto a precisare più volte, anche in occasione delle mie precedenti interviste, il mio libro è un thriller a sfondo psicologico che ritengo molto attuale… Anzi, oserei dire “attualizzato”, per mia ferma decisione e volontà. Ho inteso “contestualizzare” la storia di Brian Jones nel periodo contemporaneo. In effetti, l’intera trama si svolge nell’anno 2023, all’indomani del periodo pandemico e sullo sfondo del contesto sociale dei nostri giorni, con tutti i complessi e variegati scenari che fanno da cornice allo stesso. Brian Jones è un adolescente dei nostri tempi, come tanti altri. Ha tutta la vita davanti. Un mondo ricco di opportunità e di multiformi prospettive lo attende… È il mondo attuale… Un mondo che viaggia alla velocità della luce… Dove i cambiamenti e i progressi si susseguono ad un ritmo incalzante…Dove dominano le nuove tecnologie, che aprono prospettive nuove e sconosciute per l’intera umanità… Un mondo dove le frontiere sono ormai azzerate… Dove tutti, in particolar modo i giovani, possono scegliere di modellare la propria vita nel modo che ritengono più consono e conforme alla propria indole e alla propria personalità…Brian incarna i ragazzi del nostro tempo… Tutti i suoi coetanei… Ma non solo… Rappresenta ognuno di noi… Gli uomini e le donne di oggi, di tutte le età e di tutte le provenienze, che hanno vissuto i durissimi e inaspettati anni della pandemia e dell’isolamento sociale che ne è derivato. E che stanno ancora vivendo il plumbeo e oscuro presente, con le agghiaccianti e cupe guerre che lo funestano e con il Male che si annida, in tutte le sue forme, negli angoli più reconditi e nascosti della nostra società. Questo periodo così complesso, difficile, problematico e tormentato non riesce a scalfire Brian nella parte più genuina e profonda del proprio essere. Brian è riuscito a preservare sé stesso: è rimasto un adolescente positivo, forte, coraggioso, ottimista e altruista. Brian è certo di poter costruire un futuro e un mondo migliori per sé stesso e per gli altri. Ama i suoi cari e mette sempre i suoi amici al primo posto. Pur di stare loro accanto, non si tirerebbe indietro neanche dinanzi agli ostacoli più imponenti. Brian fa del tutto per non tradirsi e per non perdere mai sé stesso. Gli adolescenti del nostro tempo, proprio come Brian, affrontano questi tempi bui con enorme difficoltà e sembrano, apparentemente, molto più fragili di quelli che li hanno preceduti: appaiono “come degli specchi scheggiati, che potrebbero rompersi da un momento all’altro…”, dice l’ispettore Miller ai preoccupati e angosciati Tara e Simon Jones. In realtà, però, non è affatto così. Ed è questa fiducia che ripongo nei giovani- i quali rappresentano l’avvenire dell’umanità- che spero di trasmettere a tutti i miei lettori. È vero: come me, leggono quotidianamente notizie poco incoraggianti riguardo ai ragazzi di oggi. Sono, però, fermamente convinta che non tutto sia definitivamente perduto: i giovani, nell’intimo del loro cuore, nella parte più riposta della loro anima, sono rimasti saldi e forti, amanti dell’esistenza, nonostante vivano ogni giorno dei frangenti oltremodo problematici e difficoltosi da affrontare e da superare. Soprattutto, perché nella maggior parte dei casi sono costretti a farlo da soli, senza un congruo supporto… La società…gli adulti…la famiglia… la scuola…le Istituzioni in generale, fanno davvero tutto ciò che è possibile per stare loro accanto e per sostenerli nella maniera più consona? Per dare loro i mezzi…gli strumenti idonei per uscire da complicate situazioni in cui sovente si vengono a trovare a causa della loro fragilità? Hanno captato le loro attuali esigenze? Dopo la pandemia, ad esempio, tutti gli individui, dai più piccoli ai più grandi, avrebbero avuto bisogno di un adeguato supporto psicologico. Ma quante persone se lo sono potuto effettivamente permettere? Non moltissime, probabilmente. Si è fatto davvero qualcosa di veramente rilevante ed incisivo in tal senso? O si poteva fare molto di più, almeno per i bambini, per gli adolescenti e per i giovani? Ci sono state, e ci sono ancora, delle pecche? Delle carenze e delle mancanze, dovute agli scarsi mezzi disponibili per affrontare al meglio delle problematiche tanto difficili, complicate e spinose? Sono quesiti che tutti ci possiamo porre e a cui tutti possiamo rispondere in maniera diversa. Comunque, il messaggio che desidero trasmettere con il mio libro è un messaggio di speranza e di voglia di “lottare”.  È sempre possibile uscire fuori da qualsiasi brutta situazione, anche da quella che può apparire la più disperata e travagliata. Tutti abbiamo delle capacità, delle qualità, delle energie e delle potenzialità infinite, inimmaginabili e sconosciute. Per farle affiorare, dobbiamo solo credere di più in noi stessi, nella nostra forza interiore, e non abbatterci mai. Dobbiamo accettarci per quello che siamo e, soprattutto, accettare tutto ciò che ci accade intorno, anche se è proprio l’ultima cosa che desidereremmo al mondo in quel momento. Non possiamo cambiare gli altri e quasi nulla di ciò che avviene all’esterno se non dipende direttamente da noi. Non possiamo far altro che accettare tutto ciò che avviene e continuare a sperare in noi stessi.  Nel nostro “nucleo” più profondo abbiamo un mondo infinito che è tutto da scoprire, e che aspetta solo di essere portato a galla… di uscire fuori e di esprimersi nelle più svariate maniere. E spesso, ne prendiamo coscienza proprio nei momenti più oscuri della nostra esistenza, quando tutto sembra definitivamente perduto. Quando la disperazione diventa insopportabile. Non dobbiamo mai arrenderci. Non dobbiamo pensare che tutto finisca così, senza alcun senso. Non dobbiamo mai fermarci. Dobbiamo andare avanti… Proseguire imperterriti e fieri nel nostro cammino, anche se è irto di ostacoli. La vita ci toglie ma ci dà anche molto. Quando sentiamo che tutto sta per crollare sotto i nostri piedi, dobbiamo renderci conto che il primo passo che facciamo è quello che ci salverà… che ci condurrà alla “guarigione” e alla nostra “rinascita”. Ecco che la nostra volontà di uscire dall’oscurità, dal dolore e dalla paura stanno cominciando ad emergere, al pari della nostra brama di cambiamento. La cosa più difficile da fare è proprio prenderne coscienza. Ma una volta che riusciamo ad incominciare questo percorso, gran parte del cammino è già stato compiuto: dobbiamo poi proseguire a testa alta, senza voltarci mai indietro. Ci sono ancora tante scoperte da fare…tante meraviglie da scoprire…  Si sta aprendo un nuovo “canale” … Uno dei tanti che possediamo dentro di noi. Siamo “ricchi” di potenzialità…Tutti noi…Io, con la mia esperienza, ne sono la “prova vivente”: ormai, avevo perso la speranza di riuscire a scrivere. Non ci avrei più scommesso un euro, a voler essere autoironica! Ma ho smentito me stessa. Le mie convinzioni e i miei pregiudizi sul mio stesso conto sono miseramente crollati. Infatti, a chi, come me, nutre un sogno nel cassetto, mi sento di dire che sono l’inconfutabile “prova vivente” che tutti noi possiamo realizzarli. In qualsiasi momento o frangente. E di qualsiasi tipologia essi siano. Nulla e nessuno ce lo possono precludere. Solo noi stessi. Dunque, se abbiamo fiducia in noi stessi e nel futuro che ci attende, il “nostro personale viaggio” è appena iniziato… Proprio come quello che ha intrapreso con coraggio Brian. Lui ci ha creduto fermamente e le sue difficoltà si sono gradualmente risolte. Come è accaduto a lui, le persone che ci vogliono veramente bene saranno ancora lì ad aspettarci al temine di questo viaggio. Ci accompagneranno sempre. Saranno sempre al nostro fianco. Cammineranno accanto a noi e ci guarderanno le spalle. Se necessario e se ne avremo la possibilità, possiamo intraprendere questo viaggio con il supporto e il sostegno di persone esperte. Non c’è nulla di male in questo. Anzi, la nostra personalità si arricchirà sempre di più e prenderà ancora maggior consapevolezza di sé e del suo infinito potenziale. Solo in questo modo il nostro futuro rimarrà una “pagina bianca tutta da scrivere” …La vita andrà avanti… E le stagioni continueranno ad alternarsi come sempre… “una dopo l’altra…inesorabili…” Come il tempo che passa…

“Una scomparsa inspiegabile” unisce mistero e occultismo. Quanto è stato importante per lei mescolare questi elementi e come ha gestito la ricerca per renderli credibili?

Devo ammettere che il mondo dell’ignoto… del mistero…mi ha affascinata da tempo immemore. Ho sempre letto e approfondito molto al riguardo. In particolare, sin da bambina, sono stata incuriosita dai fenomeni paranormali. Per questo, ancor oggi, amo tantissimo guardare i film horror. Il mio approfondimento relativo all’occultismo e al satanismo, come ben si comprenderà, è stata la diretta conseguenza di questi miei interessi. Il mistero…l’ignoto…i fenomeni paranormali ed inspiegabili…hanno origine nelle zone oscure, sconosciute e misteriose della mente umana, che sceglie canali diversi da quelli abituali per manifestarsi. Praticamente da sempre moltissimi individui, sia in Occidente che in Oriente, hanno intrapreso l’esplorazione di questo mondo occulto…Lo yogi, i maghi, gli sciamani, gli occultisti, solo per citarne alcuni… La nostra mente è solo in parte “utilizzata”. Il nostro cervello ha delle potenzialità ancora, in gran parte, inesplorate e sconosciute. E, sovente, sentiamo parlare di persone che riescono ad impiegarle: si pensi alla telepatia, alla precognizione, alla radioestesia, alla chiaroveggenza, e a molto altro ancora. Innegabilmente, non vi è ancora nulla di certo e di realmente provato riguardo a questi temi. La scienza, in questo campo, è ancora bloccata in un angolo. Chissà se, in futuro, verrà fatta luce su questi arcani ed enigmatici argomenti. Prima di concludere questa interessante intervista, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare nuovamente tutti i miei lettori. Vorrei trasmettere loro un ulteriore messaggio di speranza e di buon auspicio, che estendo a chiunque. Come ho già detto in precedenza, tutti noi abbiamo le potenzialità per realizzare i nostri desideri, le nostre aspirazioni e i nostri “sogni”. Quando ho scritto questo romanzo e mi è stato pubblicato, all’inizio non mi sembrava possibile. Mi pareva di sognare ad occhi aperti. Ma adesso che la mia idea è diventata reale e posso toccarla con mano, gradualmente sto iniziando a rendermi conto che questa è la pura e semplice realtà. Non è frutto della fantasia. Sto iniziando a familiarizzare con una nuova me stessa, che sto scoprendo quotidianamente. Chissà quante altre sorprese questo mio “mondo interno”, ancora in gran parte sconosciuto, mi potrà riservare in futuro. È ancora tutto da scoprire. È ancora tutto da vivere…Intanto, continuo a fare ciò che mi fa stare bene: scrivere…creare… Ho redatto già un secondo libro, nel quale vi sono due personaggi del primo, e sto per ultimarne un terzo. A tutti auguro di provare la stessa gioia che sto provando io in questi giorni.

Grazie mille, Vincenza, per aver condiviso con noi il mondo dietro le pagine di “Una scomparsa inspiegabile”. La storia di Brian Jones e il viaggio che accompagna i lettori in un universo di segreti e rivelazioni sicuramente sapranno conquistare chi ama le narrazioni intense e misteriose. Siamo certi che il suo romanzo riuscirà a lasciare un segno profondo nel cuore dei lettori.

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