Oggi abbiamo il piacere di dialogare con Tony Sprizzi, autore del libro “Come fare le scarpe: una storia sempre attuale di finanza base. Breve guida per giovani imprenditori”. In questo manuale pratico, Tony condivide le sue esperienze e conoscenze nel mondo della finanza, costruite in anni di carriera e insegnamento. Il suo obiettivo è offrire ai giovani imprenditori strumenti concreti per muoversi con sicurezza tra le sfide finanziarie e manageriali, guidandoli verso il successo con strategie semplici ma efficaci. Un viaggio tra consigli pratici e riflessioni personali che mirano a colmare il divario tra la teoria e la realtà della finanza.
Cosa ti ha spinto a scrivere una guida pratica per giovani imprenditori, e cosa speri che i lettori ne traggano?
Ho insegnato dal 1981 ad oggi e quindi ripetuto spesso e volentieri alcuni argomenti, mi sono reso conto che la storia, che andavo ripetendo durante i corsi, coglieva nel segno ed era molto apprezzata anche perché di facile comprensione sebbene si concentrasse su argomenti spesso ostici se presi singolarmente, così ho pensato di scriverla e risparmiare fiato! Avere una visione di insieme ed un fil rouge semplificherà moltissimo l’apprendimento base per poi spiccare il volo.
Quali sono, secondo te, i primi passi fondamentali che ogni giovane imprenditore dovrebbe fare?
Dopo la necessaria preparazione ed una visione futura, le fondamentali idee chiare condite con autostima e coraggio permetteranno di puntare alto.
In base alla tua esperienza, quali sono le qualità e le competenze essenziali per avere successo nel mondo della finanza?
La finanza esige conoscenze a tutto tondo per poter anticipare o correggere eventuali scenari, da evitare la tuttologia che è un’altra cosa, le capacità di analisi e sintesi unite alle specifiche competenze saranno poi fondamentali ma meglio avere una visione aperta su quanti più scenari possibili, perché uno potrebbe influenzare l’altro, con accortezza per i particolari che aiuteranno a comprendere cosa stia realmente succedendo sui mercati e per non avere sorprese. Una volta analizzata la situazione globale le competenze specifiche consentiranno la scelta e il raggiungimento degli obiettivi muovendosi a piacere tra la finanza gestionale e quella creativa.
Nel tuo libro parli spesso dell’importanza dell’applicazione pratica della teoria. Qual è uno degli errori comuni che noti nei giovani imprenditori?
Sono dell’idea che “scuola lavoro” fosse un bel progetto, al quale ho anche partecipato, che però sembra non procedere; ai tempi del Banco di Roma anni 80 assumevamo dei neolaureati, spesso dalla Bocconi, ai quali facevo corsi di finanza pratica settimanali, pochissimi sono rimasti in banca ovvero dopo un annetto si indirizzavano meglio o si mettevano in proprio, non appena capito e fatte le ossa con tanta pratica ma senza rischi diretti. Il problema sta proprio qui, ammesso che ci sia, quanto detto in precedenza, la paura del rischio iniziale, potrebbe offuscare le capacità, ma sono convinto che la preparazione, le idee chiare e l ‘autostima possano compensare al 100×100. Oggi magari è un filo diverso, l’infinita offerta di indirizzi per le start up potrebbe confondere nella fase iniziale, fondamentale quindi scegliere secondo le proprie inclinazioni che farsi attirare da apparenti facili e remunerative offerte generiche.
Quali sono gli insegnamenti più preziosi che hai appreso durante la tua carriera e che oggi ti senti di trasmettere ai giovani?
Sono stato molto fortunato perché ho potuto fare il mio mestiere, cioè quello che volevo e che avevo scelto e non un lavoro tra i tanti e ancor più fortunato perché la finanza nel breve è diventata addirittura il mio hobby, me ne sono innamorato tanto da pensare di diffonderla, anche la Finanza Islamica, quanto più possibile con i corsi per i giovani, quindi nessuna fatica, nessuno sforzo, nessun impegno gravoso ma solo un vero e proprio piacere anche alla fine di giornate interminabili, e questo anche durante le vacanze, non staccare mai la spina, così come farebbe un medico, un ingegnere un architetto etc. anche lontano dall’ufficio e tenersi costantemente aggiornato. Questo ovviamente vale per qualsiasi settore l’importante sta nel fare il mestiere per cui sei nato o per lo meno quello che preferisci e che senti dentro di te. Non sono i lauti compensi che daranno la serenità, forse, ma sicuramente il sentirsi completamente realizzati e parte del sistema.
Grazie, Tony, per aver condiviso con noi la tua visione e la tua esperienza. “Come fare le scarpe” è una risorsa preziosa per tutti i giovani che desiderano costruire il proprio percorso imprenditoriale con solide basi finanziarie. Speriamo che questo libro possa ispirare e guidare una nuova generazione di imprenditori verso il successo, con i tuoi consigli sempre pratici e mirati.
